Anziani e disabilità: a Molfetta un convegno sul futuro dei protagonisti del passato
L'incontro multidisciplinare si è tenuto lo scorso sabato
Molfetta - martedì 23 aprile 2024
0.35
Si è tenuto, presso l'aula magna "A. Ladisa", un incontro multidisciplinare che ha analizzato in maniera innovativa il delicato tema degli anziani, discussi da un punto di vista medico, giuridico ed amministrativo.
Tra i presenti il Sindaco Tommaso Minervini, don Beppe de Ruvo quale portavoce del Mons. Domenico Cronacchia, il dottor Saverio Tammacco (Consigliere Regione Puglia), il dottor Francesco La Notte (Consigliere Regione Puglia), il dottor Antonio Pepe (Gran Priore Puglia OSJ Malta).
Il dibattito è stato moderato dal professor Rosario Antonio Polizzi, Docente presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro".
Seguono ora delle dichiarazioni parziali dei complessi interventi dei dibattenti:
Il professore Pietro Fiore, docente ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell'Università di Foggia è intervenuto spiegando quali sono le sfide attuali delle malattie croniche: «È aumentato il problema di malattie non trasmissibili con esito cronico. Si eleva vertiginosamente, specie con l'avanzare dell'età, la frequenza di ictus e disabilità che ne consegue. Secondo ISTAT ci oltre tre milioni di persone con disabilità generata da malattie non trasmissibili, che in alta percentuale decreta la morte di moltissimi. La metodologia della long term care è la più adeguata per situazioni croniche e riabilitative. C'è però ancora scarsa collaborazione tra ospedale e territorio».
La prof.ssa Danila De Vito, Docente Ordinario di Igiene Generale e Applicata presso l'Università "Aldo Moro" di Bari ha messo in luce la questione "Bone Health" e della prevenzione delle fratture da fragilità: «Parliamo di cadute e delle conseguenze che ne derivano. Bisogna distinguere tra prevenzione secondaria e primaria, ovvero quando il soggetto ha già vissuto un incidente oppure no. Qualora il soggetto dovesse avere una storia di cadute con una somministrazione adeguata di vitamina D e calcio la percentuale di possibili nuove fratture diminuisce drasticamente. È già d'uso in Inghilterra un annuale controllo di calcio e vitamina D. Questo progetti di ricerca saranno portati qui in Puglia a costo zero».
Prevenzione e trattamento delle lesioni da pressioni (piaghe da decubito) sono i temi discussi dalla Dott.ssa Anna Morgese, chirurgo dell'Ospedale di Molfetta. «Le lesioni da pressione colpiscono sia neonati che anziani. Compito degli operatori sanitari è approcciare correttamente il paziente per aiutarlo nella maniera giusta -ha commentato la dottoressa- Tra le cause principali che ne avviano la genesi troviamo: pressione, forze di taglio, attrito ma anche fattori intrinseci al paziente; tra le complicanze: febbre, dolore, o morte. Curare e detergere la cute è molto importante, applicare giornalmente acido ialuronico aumenta e preserva l'elasticità della pelle. È importante l'utilizzo di servizi antidecubito, erogabili dal servizio sanitario».
La prevenzione comincia a tavola: cardine dell'intervento della dottoressa Caterina Divella, medico internista dell'Ospedale di Molfetta, è la promozione ed attuazione di un'adeguata nutrizione, le cui regole valgono per tutte le età. «In età geriatrica l'alimentazione sana funge da contrasto alla disabilità ed ai problemi cognitivi. L'anziano è a rischio di sarcopenia. Questa situazione è legata a processi neurodegenerativi, cambiamenti ormonali, metabolici. Le carenze alimentare negli anziani sono legate a condizioni fisiche ma anche psicologiche: spesso gli anziani mangiano soli. Orandum est ut sit mens sana in corpore sano, diceva il romano Giovenale: un equilibrio tra corpo ed anima è fondamentale per il benessere dell'individuo e degli anziani in particolar maniera. Dal 1945 al 2024 si registra un netto incremento negli studi clinici sull'alimentazione. La "dieta Mind" aiuta contro la demenza, essendo ricca di verdure a foglia verde, pesce, pollame, olio di oliva, ortaggi. Bisogna cercare di crescere i cibi più sani e semplici in quanto ipocalorici e ricchi di nutrienti. Le verdure in primis dovrebbero essere il principale piatto dei nostri pasti. Moderare grassi saturi, usare cereali integrali, mangiare proteine magre (pollo, pesce, uova), bere latte (consigliabile un minor uso di latticini) aiuta a prevenire patologie assai simili quali Alzheimer e diabete»
Nella dimensione più giuridica sono stati rilevanti gli interventi degli avvocati Papeo e Surico.
L'avvocato Vincenzo Papeo, Avvocato Cassazionista esperto nelle discipline penalistiche ha asserito: «Il professionista sanitario è tenuto a fornire il servizio con la possibilità di eventuali fattori non controllabili dallo stesso. La legge Gelli-Bianco riforma i criteri di responsabilità medica e prevede che solo in caso di colpa grave sia possibile rilevare e condannare la condotta del sanitario ove questi abbia violato delle linee guida ufficialmente riconosciute. Se l'omicidio colposo o le lesioni colpose sono commessi durante l'esercizio, la pena si applica a seconda dell' imperizia o perizia del professionista stesso».
Informazioni e consenso del paziente fragile con limitata capacità di agire sono l'oggetto dell'intervento dell'avvocato Cristina Surico, avvocato cassazionista del Foro di Taranto esperta in diritto previdenziale: «A proposito del consenso informato abbiamo, dal 2017, una normativa che lo disciplina in toto. La legge deve rispettare il diritto della persona umana. Per consenso si intende adesione alla condotta del medico che crea un corso comune con il paziente. Giuridicamente parlando il consenso è valutato in baso alla condotta ed adempimento del medico o equipe sanitaria. Con la legge 219 del 2017 ogni atto compiuto da personale anche non medico deve essere comunicato. Il consenso informato non è solo un mero atto amministrativo: bisogna dare un'informazione quanto più chiara possibile affinché non si incorra in eventuali responsabilità penali».
Inclusione socio-relazionale dell'anziano è l'obiettivo del welfare 5.0, del quale ha disquisito la Dott.ssa Lidia de Leonardis, Dirigente Ufficio di Piano Ambito Territoriale e Sociale per Giovinazzo e Molfetta: «Da un punto di vista convenzionale per anziano si intende il soggetto over 65. Laddove non intervenga un'autonomia parziale o totale dell'anziano, questo è una risorsa. Indispensabile è il ruolo del social worker. In ambito sociale e culturale notiamo la struttura familiare a piramide rovesciata: il carico di cura grava sulle giovani generazioni che sono numericamente minori rispetto agli anziani. È importante che l'anziano, ove possibile, resti attivo così da poter socializzare, lavorare sulle proprie competenze, vivere il volontariato ed usufruire del cargiver, figura che promuove l'assistenza domiciliare. Importantissimo è che anche i non autosufficienti non si sentano emarginati».
Tra i presenti il Sindaco Tommaso Minervini, don Beppe de Ruvo quale portavoce del Mons. Domenico Cronacchia, il dottor Saverio Tammacco (Consigliere Regione Puglia), il dottor Francesco La Notte (Consigliere Regione Puglia), il dottor Antonio Pepe (Gran Priore Puglia OSJ Malta).
Il dibattito è stato moderato dal professor Rosario Antonio Polizzi, Docente presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro".
Seguono ora delle dichiarazioni parziali dei complessi interventi dei dibattenti:
Il professore Pietro Fiore, docente ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell'Università di Foggia è intervenuto spiegando quali sono le sfide attuali delle malattie croniche: «È aumentato il problema di malattie non trasmissibili con esito cronico. Si eleva vertiginosamente, specie con l'avanzare dell'età, la frequenza di ictus e disabilità che ne consegue. Secondo ISTAT ci oltre tre milioni di persone con disabilità generata da malattie non trasmissibili, che in alta percentuale decreta la morte di moltissimi. La metodologia della long term care è la più adeguata per situazioni croniche e riabilitative. C'è però ancora scarsa collaborazione tra ospedale e territorio».
La prof.ssa Danila De Vito, Docente Ordinario di Igiene Generale e Applicata presso l'Università "Aldo Moro" di Bari ha messo in luce la questione "Bone Health" e della prevenzione delle fratture da fragilità: «Parliamo di cadute e delle conseguenze che ne derivano. Bisogna distinguere tra prevenzione secondaria e primaria, ovvero quando il soggetto ha già vissuto un incidente oppure no. Qualora il soggetto dovesse avere una storia di cadute con una somministrazione adeguata di vitamina D e calcio la percentuale di possibili nuove fratture diminuisce drasticamente. È già d'uso in Inghilterra un annuale controllo di calcio e vitamina D. Questo progetti di ricerca saranno portati qui in Puglia a costo zero».
Prevenzione e trattamento delle lesioni da pressioni (piaghe da decubito) sono i temi discussi dalla Dott.ssa Anna Morgese, chirurgo dell'Ospedale di Molfetta. «Le lesioni da pressione colpiscono sia neonati che anziani. Compito degli operatori sanitari è approcciare correttamente il paziente per aiutarlo nella maniera giusta -ha commentato la dottoressa- Tra le cause principali che ne avviano la genesi troviamo: pressione, forze di taglio, attrito ma anche fattori intrinseci al paziente; tra le complicanze: febbre, dolore, o morte. Curare e detergere la cute è molto importante, applicare giornalmente acido ialuronico aumenta e preserva l'elasticità della pelle. È importante l'utilizzo di servizi antidecubito, erogabili dal servizio sanitario».
La prevenzione comincia a tavola: cardine dell'intervento della dottoressa Caterina Divella, medico internista dell'Ospedale di Molfetta, è la promozione ed attuazione di un'adeguata nutrizione, le cui regole valgono per tutte le età. «In età geriatrica l'alimentazione sana funge da contrasto alla disabilità ed ai problemi cognitivi. L'anziano è a rischio di sarcopenia. Questa situazione è legata a processi neurodegenerativi, cambiamenti ormonali, metabolici. Le carenze alimentare negli anziani sono legate a condizioni fisiche ma anche psicologiche: spesso gli anziani mangiano soli. Orandum est ut sit mens sana in corpore sano, diceva il romano Giovenale: un equilibrio tra corpo ed anima è fondamentale per il benessere dell'individuo e degli anziani in particolar maniera. Dal 1945 al 2024 si registra un netto incremento negli studi clinici sull'alimentazione. La "dieta Mind" aiuta contro la demenza, essendo ricca di verdure a foglia verde, pesce, pollame, olio di oliva, ortaggi. Bisogna cercare di crescere i cibi più sani e semplici in quanto ipocalorici e ricchi di nutrienti. Le verdure in primis dovrebbero essere il principale piatto dei nostri pasti. Moderare grassi saturi, usare cereali integrali, mangiare proteine magre (pollo, pesce, uova), bere latte (consigliabile un minor uso di latticini) aiuta a prevenire patologie assai simili quali Alzheimer e diabete»
Nella dimensione più giuridica sono stati rilevanti gli interventi degli avvocati Papeo e Surico.
L'avvocato Vincenzo Papeo, Avvocato Cassazionista esperto nelle discipline penalistiche ha asserito: «Il professionista sanitario è tenuto a fornire il servizio con la possibilità di eventuali fattori non controllabili dallo stesso. La legge Gelli-Bianco riforma i criteri di responsabilità medica e prevede che solo in caso di colpa grave sia possibile rilevare e condannare la condotta del sanitario ove questi abbia violato delle linee guida ufficialmente riconosciute. Se l'omicidio colposo o le lesioni colpose sono commessi durante l'esercizio, la pena si applica a seconda dell' imperizia o perizia del professionista stesso».
Informazioni e consenso del paziente fragile con limitata capacità di agire sono l'oggetto dell'intervento dell'avvocato Cristina Surico, avvocato cassazionista del Foro di Taranto esperta in diritto previdenziale: «A proposito del consenso informato abbiamo, dal 2017, una normativa che lo disciplina in toto. La legge deve rispettare il diritto della persona umana. Per consenso si intende adesione alla condotta del medico che crea un corso comune con il paziente. Giuridicamente parlando il consenso è valutato in baso alla condotta ed adempimento del medico o equipe sanitaria. Con la legge 219 del 2017 ogni atto compiuto da personale anche non medico deve essere comunicato. Il consenso informato non è solo un mero atto amministrativo: bisogna dare un'informazione quanto più chiara possibile affinché non si incorra in eventuali responsabilità penali».
Inclusione socio-relazionale dell'anziano è l'obiettivo del welfare 5.0, del quale ha disquisito la Dott.ssa Lidia de Leonardis, Dirigente Ufficio di Piano Ambito Territoriale e Sociale per Giovinazzo e Molfetta: «Da un punto di vista convenzionale per anziano si intende il soggetto over 65. Laddove non intervenga un'autonomia parziale o totale dell'anziano, questo è una risorsa. Indispensabile è il ruolo del social worker. In ambito sociale e culturale notiamo la struttura familiare a piramide rovesciata: il carico di cura grava sulle giovani generazioni che sono numericamente minori rispetto agli anziani. È importante che l'anziano, ove possibile, resti attivo così da poter socializzare, lavorare sulle proprie competenze, vivere il volontariato ed usufruire del cargiver, figura che promuove l'assistenza domiciliare. Importantissimo è che anche i non autosufficienti non si sentano emarginati».