Cultura, Eventi e Spettacolo
Antonio Caprarica, un grande ritorno a Molfetta con la sua “Diana”
Il giornalista Rai ospite di “Conversazioni dal Mare” ha presentato il suo libro “L’ultima estate di Diana”
Molfetta - domenica 8 ottobre 2017
2.24
Ironico, coinvolgente, affascinante – a giudicare anche dal folto numero di signore presenti in sala –, con quella voce pacata e le sue ormai peculiari camicie che abbiamo tante volte sentito e visto in tv in collegamento da Londra.
Antonio Caprarica torna a Molfetta dopo quattro anni dalla consegna del Premio Azzarita per presentare il suo ultimo lavoro editoriale, "L'ultima estate di Diana", ospite di "Conversazioni dal Mare", nuovo progetto culturale voluto dall'associazione Artemia con il patrocinio del Comune di Molfetta e introdotto dalla giornalista Giulia Murolo.
L'incontro, moderato da Livio Costarella, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno alla presenza dell'Assessore alla Cultura Sara Allegretta, ha visto il libro di Caprarica come il punto di inizio e arrivo di una piacevolissima conversazione su una visione più ampia e a tratti storica della più famosa famiglia reale esistente. Caprarica ha saputo descrivere uno spaccato della politica, della vita, della mentalità del Regno attraverso la propria esperienza e ancor di più attraverso la sua visione di un'icona del ventesimo secolo che con la sua seppur breve esistenza è riuscita ad essere lo spartiacque per un intero popolo.
Diana ed Elisabetta, a cui pur il giornalista ha dedicato un suo libro, due facce lontane della stessa medaglia, di un popolo che ha saputo amarle e continua a farlo nella loro sorprendente differenza. La più giovane, bella e per molti aspetti rivoluzionaria che ha strappato la scena e il cuore degli inglesi alla regina diventando un "fenomeno globale", a cui Caprarica attraverso il libro intende offrire un postumo risarcimento.
«È un libro scritto come forma di personale espiazione, una forma di risarcimento nei suoi confronti per aver tenuto sempre un atteggiamento "Carlista" e non "Dianista" nella grande lotta che in quegli anni si consumava in Inghilterra; forse dettato da un mio atteggiamento a difendere i più deboli e quella era proprio una guerra d'immagine in cui Diana ne usciva sempre vincitrice», ha confermato Caprarica motivando in tal modo la scelta tematica del libro e il suo cambio di opinione sulla principessa.
E tra una riflessione e l'altra non mancano gli aneddoti, i ricordi del giornalista che affiorano con naturalezza, come in una chiacchierata tra amici di vecchia data: il quattordicenne che parte da Lecce per andare ad imparare l'inglese a Londra dove apprende invece tre cose ben diverse, a rollare una canna, bluffare a poker e a baciare bene; fino al consiglio dispensato al pubblico presente: mai accettare un invito ad una colazione reale il giorno seguente una grande cena, il riciclo a tavola è assicurato.
Una serata piacevole, insomma, che si è conclusa con l'incontro diretto col giornalista per autografi e foto cui non ha saputo dir no. Insomma un vero gentleman.
Antonio Caprarica torna a Molfetta dopo quattro anni dalla consegna del Premio Azzarita per presentare il suo ultimo lavoro editoriale, "L'ultima estate di Diana", ospite di "Conversazioni dal Mare", nuovo progetto culturale voluto dall'associazione Artemia con il patrocinio del Comune di Molfetta e introdotto dalla giornalista Giulia Murolo.
L'incontro, moderato da Livio Costarella, giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno alla presenza dell'Assessore alla Cultura Sara Allegretta, ha visto il libro di Caprarica come il punto di inizio e arrivo di una piacevolissima conversazione su una visione più ampia e a tratti storica della più famosa famiglia reale esistente. Caprarica ha saputo descrivere uno spaccato della politica, della vita, della mentalità del Regno attraverso la propria esperienza e ancor di più attraverso la sua visione di un'icona del ventesimo secolo che con la sua seppur breve esistenza è riuscita ad essere lo spartiacque per un intero popolo.
Diana ed Elisabetta, a cui pur il giornalista ha dedicato un suo libro, due facce lontane della stessa medaglia, di un popolo che ha saputo amarle e continua a farlo nella loro sorprendente differenza. La più giovane, bella e per molti aspetti rivoluzionaria che ha strappato la scena e il cuore degli inglesi alla regina diventando un "fenomeno globale", a cui Caprarica attraverso il libro intende offrire un postumo risarcimento.
«È un libro scritto come forma di personale espiazione, una forma di risarcimento nei suoi confronti per aver tenuto sempre un atteggiamento "Carlista" e non "Dianista" nella grande lotta che in quegli anni si consumava in Inghilterra; forse dettato da un mio atteggiamento a difendere i più deboli e quella era proprio una guerra d'immagine in cui Diana ne usciva sempre vincitrice», ha confermato Caprarica motivando in tal modo la scelta tematica del libro e il suo cambio di opinione sulla principessa.
E tra una riflessione e l'altra non mancano gli aneddoti, i ricordi del giornalista che affiorano con naturalezza, come in una chiacchierata tra amici di vecchia data: il quattordicenne che parte da Lecce per andare ad imparare l'inglese a Londra dove apprende invece tre cose ben diverse, a rollare una canna, bluffare a poker e a baciare bene; fino al consiglio dispensato al pubblico presente: mai accettare un invito ad una colazione reale il giorno seguente una grande cena, il riciclo a tavola è assicurato.
Una serata piacevole, insomma, che si è conclusa con l'incontro diretto col giornalista per autografi e foto cui non ha saputo dir no. Insomma un vero gentleman.