Politica
Antonello Zaza: «Non mi sono dimesso per alcuna competizione elettorale»
L’ex consigliere comunale rivendica la sua appartenenza in questi anni sempre e solo a Rifondazione comunista
Molfetta - lunedì 8 luglio 2019
Dopo il passaggio di testimone con la neo consigliere, Paola De Candia, torna a parlare il dimissionario consigliere comunale di Rifondazione comunista, Antonello Zaza, il quale ha subito puntualizzato così come aveva fatto nel corso della conferenza stampa che non c'è stata «nessuna porta sbattuta».
Facciamo un passo indietro, all'incontro in cui annunciava le sue dimissioni ha detto: "che voleva lasciare spazio ad altri compagni di fare questa esperienza in seno al consiglio comunale", lo possiamo leggere anche come il preludio ad una sua prossima candidatura alle regionali?
«Le mie dimissioni sono legate a una scelta politica che riguarda esclusivamente il livello locale cittadino, quella di consentire ad altri compagni e compagne di fare esperienza politica all'interno delle Istituzioni, per garantire così un rafforzamento e allargamento del nostro collettivo. Sono maturate all'interno di una riflessione collettiva della base e sono state anticipate per ragioni di carattere personale legate a motivi di lavoro. Le dimissioni in vista di altre candidature per elezioni temporalmente lontane non sono davvero una nostra abitudine».
E' stato consigliere in diverse amministrazioni, con diversi colori, ha avuto anche il ruolo di presidente dell'Asm, cosa si porta con se di tutte queste esperienze?
«Sono stato consigliere comunale di opposizione, sempre a sinistra e in opposizione ad amministrazioni di centrodestra, una volta con sindaco Azzollini, due volte con sindaco Tommaso Minervini, non sono certo io o noi quelli dei "diversi colori". Così come sono stato prima consigliere provinciale e poi assessore provinciale nella Giunta Divella, sempre di centrosinistra, e presidente dell'Asm durante l'amministrazione di sinistra guidata dal sindaco Natalicchio. Sempre da una parte, a sinistra, sempre espressione dello stesso partito, Rifondazione Comunista. Tutte queste esperienze, sia quelle di opposizione che di governo, sono state utili per arricchire il mio bagaglio di conoscenze ed esperienze, utili nell'azione politica e di governo, oltre che nella quotidianità».
Ha lasciato qualcosa in sospeso, che non è riuscito a portare a termine durante il suo mandato da consigliere?
«Più che durante il mandato da consigliere, avrei voluto portare a termine il progetto di adeguamento del nuovo impianto di selezione dei rifiuti di plastica e portare ad apertura l'impianto di compostaggio di cui oggi non si sa più niente con la nuova amministrazione Minervini».
Quali sono i temi, i problemi che questa amministrazione non riesce a risolvere?
«Ci sono temi fondamentali – dal futuro dell'opera portuale, al rilancio dell'economia urbana e del commercio, alla chiusura del ciclo dei rifiuti, alla perdita di prestigio delle Istituzioni comunali asservite a interessi parziali – che questa amministrazione per la sua natura disomogenea e divisa al suo interno non può né affrontare né risolvere perché verrebbe meno la sua unità di facciata. Ciò che fa collante è solo la gestione di incarichi e lo svolgimento di compiti di ordinaria amministrazione, in cui ognuno tiene per sé un pezzettino, ma per quello volendo basterebbe – estremizzo – anche un semplice commissario».
Non le sembra una contraddizione in termini un'opposizione divisa, fra destra e sinistra, e quest'ultima divisa al suo interno?
«Non penso si possa parlare di opposizione di sinistra divisa vista la collaborazione cittadina in questi due anni, fra i tre esponenti in consiglio comunale della sinistra. Ovviamente l'appartenenza a forze politiche diverse – Rifondazione comunista e Sinistra italiana – permane in occasione di competizioni politiche di livello nazionale, come quest'anno alle Europee (o alle Europee di cinque anni fa) o come l'anno scorso alle elezioni politiche, quando c'era chi sosteneva Liberi e Uguali e chi Potere al Popolo. Non capisco come mai a destra possano esserci Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Udc e svariate liste civiche, ci siano consiglieri comunali di centrodestra che si astengono o votano sempre più spesso a favore dei provvedimenti dell'amministrazione Minervini e passa inosservato, mentre quando si parla di sinistra si abusa di questo luogo comune della divisione».
Facciamo un passo indietro, all'incontro in cui annunciava le sue dimissioni ha detto: "che voleva lasciare spazio ad altri compagni di fare questa esperienza in seno al consiglio comunale", lo possiamo leggere anche come il preludio ad una sua prossima candidatura alle regionali?
«Le mie dimissioni sono legate a una scelta politica che riguarda esclusivamente il livello locale cittadino, quella di consentire ad altri compagni e compagne di fare esperienza politica all'interno delle Istituzioni, per garantire così un rafforzamento e allargamento del nostro collettivo. Sono maturate all'interno di una riflessione collettiva della base e sono state anticipate per ragioni di carattere personale legate a motivi di lavoro. Le dimissioni in vista di altre candidature per elezioni temporalmente lontane non sono davvero una nostra abitudine».
E' stato consigliere in diverse amministrazioni, con diversi colori, ha avuto anche il ruolo di presidente dell'Asm, cosa si porta con se di tutte queste esperienze?
«Sono stato consigliere comunale di opposizione, sempre a sinistra e in opposizione ad amministrazioni di centrodestra, una volta con sindaco Azzollini, due volte con sindaco Tommaso Minervini, non sono certo io o noi quelli dei "diversi colori". Così come sono stato prima consigliere provinciale e poi assessore provinciale nella Giunta Divella, sempre di centrosinistra, e presidente dell'Asm durante l'amministrazione di sinistra guidata dal sindaco Natalicchio. Sempre da una parte, a sinistra, sempre espressione dello stesso partito, Rifondazione Comunista. Tutte queste esperienze, sia quelle di opposizione che di governo, sono state utili per arricchire il mio bagaglio di conoscenze ed esperienze, utili nell'azione politica e di governo, oltre che nella quotidianità».
Ha lasciato qualcosa in sospeso, che non è riuscito a portare a termine durante il suo mandato da consigliere?
«Più che durante il mandato da consigliere, avrei voluto portare a termine il progetto di adeguamento del nuovo impianto di selezione dei rifiuti di plastica e portare ad apertura l'impianto di compostaggio di cui oggi non si sa più niente con la nuova amministrazione Minervini».
Quali sono i temi, i problemi che questa amministrazione non riesce a risolvere?
«Ci sono temi fondamentali – dal futuro dell'opera portuale, al rilancio dell'economia urbana e del commercio, alla chiusura del ciclo dei rifiuti, alla perdita di prestigio delle Istituzioni comunali asservite a interessi parziali – che questa amministrazione per la sua natura disomogenea e divisa al suo interno non può né affrontare né risolvere perché verrebbe meno la sua unità di facciata. Ciò che fa collante è solo la gestione di incarichi e lo svolgimento di compiti di ordinaria amministrazione, in cui ognuno tiene per sé un pezzettino, ma per quello volendo basterebbe – estremizzo – anche un semplice commissario».
Non le sembra una contraddizione in termini un'opposizione divisa, fra destra e sinistra, e quest'ultima divisa al suo interno?
«Non penso si possa parlare di opposizione di sinistra divisa vista la collaborazione cittadina in questi due anni, fra i tre esponenti in consiglio comunale della sinistra. Ovviamente l'appartenenza a forze politiche diverse – Rifondazione comunista e Sinistra italiana – permane in occasione di competizioni politiche di livello nazionale, come quest'anno alle Europee (o alle Europee di cinque anni fa) o come l'anno scorso alle elezioni politiche, quando c'era chi sosteneva Liberi e Uguali e chi Potere al Popolo. Non capisco come mai a destra possano esserci Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Udc e svariate liste civiche, ci siano consiglieri comunali di centrodestra che si astengono o votano sempre più spesso a favore dei provvedimenti dell'amministrazione Minervini e passa inosservato, mentre quando si parla di sinistra si abusa di questo luogo comune della divisione».