Eventi e folklore
Angelo Ribera da Molfetta ai palcoscenici internazionali
Un chitarrista di fama tra gli anni 50 e 70. Il 12 agosto concerto per ricordarlo
Molfetta - mercoledì 6 agosto 2014
7.45
Si può considerare un capostipite tra i musicisti molfettesi. È Angelo Ribera, la chitarra e il mandolino i suoi strumenti. I più adulti, quelli che almeno hanno frequentato gli ambienti musicali o dove si svolgevano feste, lo ricorderanno. Forse le nuove leve sanno poco di un musicista che, seppur autodidatta, ha lasciato il segno non solo a Molfetta. Classe 1932,
Ribera, il suo cognome tradisce origini spagnole, ha da sempre avuto un sogno ossessivo: la chitarra. E a quello strumento si dedica anima e corpo correndo a suonare dovunque se ne presentasse l'occasione, facendosi così «un nome». Tanto che viene scoperto da quella che negli anni 50 era considerata al voce femminile per eccellenza in Italia, Nilla Pizzi, che lo vuole nella sua orchestra per una tournee con tappe in tutta Italia. Una collaborazione che lo porta a collaborare con musicisti in quegli anni molto in auge. Fino al suo matrimonio.
Negli anni 60 si trasferisce in Germania, ma non abbandona i suoi strumenti. Anche in quel Paese continuano le sue esibizioni con gruppi e interpreti famosi portando un tocco di italianità nella musica tedesca. La musica diventa la sua principale occupazione. Rientrato a Molfetta, siamo nella metà degli anni 70, lascia i palcoscenici ma continuano le collaborazioni. Non disegna di impartire lezioni a chiunque volesse imbracciare una chitarra. L'ultima apparizione in pubblico, prima della sua scomparsa nel 2004, al tetro Odeon, nel 1998.
Nel frattempo schiere di chitarristi si sono formati grazie agli insegnamenti di Angelo. Tra di essi anche i figli, Vito e Corrado, che hanno voluto dare un senso al lavoro del loro padre. Cominciando ad organizzare eventi musicali per ricordare il loro congiunto. Invitando ad esibirsi colleghi e allievi del genitore. E a 10 anni della scomparsa nasce anche una associazione che prende il nome proprio di Angelo Ribera. Come sempre il 12 agosto all'anfiteatro di ponente, dalle 21, scatterà l'«Angelo day». A ricordare il musicista il gruppo degli «8° scalo» capitanati dal figlio Corrado, naturalmente chitarrista come suo padre. Con lui l'altra chitarra di Cristian Camardella, le tastiere di Dionisio Bellifemine, la batteria di Sergio De Marco, il basso di Leo Lunanuova e le voci di Gabriella Aruanno e Lele Camardella. Nel loro repertorio musiche degli anni 70 e 80.
Ribera, il suo cognome tradisce origini spagnole, ha da sempre avuto un sogno ossessivo: la chitarra. E a quello strumento si dedica anima e corpo correndo a suonare dovunque se ne presentasse l'occasione, facendosi così «un nome». Tanto che viene scoperto da quella che negli anni 50 era considerata al voce femminile per eccellenza in Italia, Nilla Pizzi, che lo vuole nella sua orchestra per una tournee con tappe in tutta Italia. Una collaborazione che lo porta a collaborare con musicisti in quegli anni molto in auge. Fino al suo matrimonio.
Negli anni 60 si trasferisce in Germania, ma non abbandona i suoi strumenti. Anche in quel Paese continuano le sue esibizioni con gruppi e interpreti famosi portando un tocco di italianità nella musica tedesca. La musica diventa la sua principale occupazione. Rientrato a Molfetta, siamo nella metà degli anni 70, lascia i palcoscenici ma continuano le collaborazioni. Non disegna di impartire lezioni a chiunque volesse imbracciare una chitarra. L'ultima apparizione in pubblico, prima della sua scomparsa nel 2004, al tetro Odeon, nel 1998.
Nel frattempo schiere di chitarristi si sono formati grazie agli insegnamenti di Angelo. Tra di essi anche i figli, Vito e Corrado, che hanno voluto dare un senso al lavoro del loro padre. Cominciando ad organizzare eventi musicali per ricordare il loro congiunto. Invitando ad esibirsi colleghi e allievi del genitore. E a 10 anni della scomparsa nasce anche una associazione che prende il nome proprio di Angelo Ribera. Come sempre il 12 agosto all'anfiteatro di ponente, dalle 21, scatterà l'«Angelo day». A ricordare il musicista il gruppo degli «8° scalo» capitanati dal figlio Corrado, naturalmente chitarrista come suo padre. Con lui l'altra chitarra di Cristian Camardella, le tastiere di Dionisio Bellifemine, la batteria di Sergio De Marco, il basso di Leo Lunanuova e le voci di Gabriella Aruanno e Lele Camardella. Nel loro repertorio musiche degli anni 70 e 80.