Allagamenti e ore di angoscia, la testimonianza di una molfettese a Forlì
Lorena de Pinto: «Siamo bloccati qui, a guardare il cielo e a spiare le nuvole, sperando che il peggio sia passato»
Molfetta - giovedì 18 maggio 2023
10.45
Sono passate alcune ore eppure la voce resta ancora un po' rotta, un frammisto tra terrore e incredulità.
È la voce di Lorena de Pinto, insegnante molfettese di stanza da qualche anno all'Istituto professionale Ruffilli di Forlì, in Emilia Romagna: la professoressa è stata, suo malgrado, testimone dei momenti di panico e incertezza causati dall'ondata eccezionale di maltempo che ha colpito le regioni dell'Italia centro-settentrionale all'inizio di questa settimana, determinando l'esondazione di fiumi e l'allagamento di abitazioni e caseggiati.
Proprio nella città di Forlì, dove la professoressa de Pinto risiede, si contano i danni maggiori e anche purtroppo qualche vittima dell'alluvione.
"Pioveva ormai da giorni, era una pioggia incessante che sembrava non avere tregua", ci ha raccontato Lorena de Pinto, ancora scossa dall'accaduto "Le scuole, compreso l'Istituto dove io insegno, sono rimaste aperte fino a lunedì. Poi martedì 16 è arrivata l'ordinanza della chiusura e, proprio nella notte tra martedì e mercoledì, la situazione è definitivamente precipitata".
In quel lasso di tempo, infatti, sulla regione si è abbattuta una quantità spropositata di pioggia per il periodo: il terreno, reso impermeabile da mesi di siccità, non ha retto e molti fiumi sono esondati, compreso il fiume Ronco nella città di Forlì, appunto.
"Io ho la fortuna di vivere nella zona del centro storico, una parte della città fortunatamente risparmiata dagli allagamenti peggiori che invece hanno colpito le aree come quelle del quartiere Schiavonia, completamente sommerso" ha aggiunto la professoressa de Pinto "Nel mio quartiere, però, la corrente elettrica è mancata dalle 21:00 del martedì sera, lasciandoci al buio per tutta la notte e la mattinata successiva".
Da quel momento, chiusi in casa e con la pioggia che non accennava a smettere, anche i residenti di zone non interessati dagli allagamenti hanno vissuto lunghe ore di angoscia: al buio, con la sola compagnia degli smartphone a fornire aggiornamenti catastrofici su quanto stesse accadendo a pochi km di distanza, impauriti che l'ondata di piena potesse arrivare anche nel centro del paese.
"Durante quei momenti, è stato inevitabile sentirsi tra colleghi. Coloro che abitano nelle zone di Cesena e Faenza, raccontavano di danni enormi alle loro abitazioni, di acqua e fango entrati nei primi piani delle abitazioni, di sfollati. È stato davvero difficile… sebbene dalla mia abitazione non vedessi le tracce della piena del Ronco, vivo in una delle arterie principali della città. Da ore è un continuo viavai di mezzi della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, di Polizia e Ambulanze".
La situazione meteo in queste ore pare stabilizzata, non piove, ma il timore è che le precipitazioni possano riprendere, dando il colpo di grazia a una regione già in ginocchio.
"I supermercati e gli esercizi commerciali sono tutti chiusi, i sindaci hanno imposto di non lasciare le proprie abitazioni. Le scuole resteranno ovviamente chiuse fino a domenica", ha concluso la professoressa de Pinto "Se anche volessi tornare a Molfetta, è impossibile almeno per il momento. I treni sono soppressi, la circolazione ferroviaria e stradale procede a singhiozzo. Siamo bloccati qui, a guardare il cielo e a spiare le nuvole, sperando che il peggio sia passato".
È la voce di Lorena de Pinto, insegnante molfettese di stanza da qualche anno all'Istituto professionale Ruffilli di Forlì, in Emilia Romagna: la professoressa è stata, suo malgrado, testimone dei momenti di panico e incertezza causati dall'ondata eccezionale di maltempo che ha colpito le regioni dell'Italia centro-settentrionale all'inizio di questa settimana, determinando l'esondazione di fiumi e l'allagamento di abitazioni e caseggiati.
Proprio nella città di Forlì, dove la professoressa de Pinto risiede, si contano i danni maggiori e anche purtroppo qualche vittima dell'alluvione.
"Pioveva ormai da giorni, era una pioggia incessante che sembrava non avere tregua", ci ha raccontato Lorena de Pinto, ancora scossa dall'accaduto "Le scuole, compreso l'Istituto dove io insegno, sono rimaste aperte fino a lunedì. Poi martedì 16 è arrivata l'ordinanza della chiusura e, proprio nella notte tra martedì e mercoledì, la situazione è definitivamente precipitata".
In quel lasso di tempo, infatti, sulla regione si è abbattuta una quantità spropositata di pioggia per il periodo: il terreno, reso impermeabile da mesi di siccità, non ha retto e molti fiumi sono esondati, compreso il fiume Ronco nella città di Forlì, appunto.
"Io ho la fortuna di vivere nella zona del centro storico, una parte della città fortunatamente risparmiata dagli allagamenti peggiori che invece hanno colpito le aree come quelle del quartiere Schiavonia, completamente sommerso" ha aggiunto la professoressa de Pinto "Nel mio quartiere, però, la corrente elettrica è mancata dalle 21:00 del martedì sera, lasciandoci al buio per tutta la notte e la mattinata successiva".
Da quel momento, chiusi in casa e con la pioggia che non accennava a smettere, anche i residenti di zone non interessati dagli allagamenti hanno vissuto lunghe ore di angoscia: al buio, con la sola compagnia degli smartphone a fornire aggiornamenti catastrofici su quanto stesse accadendo a pochi km di distanza, impauriti che l'ondata di piena potesse arrivare anche nel centro del paese.
"Durante quei momenti, è stato inevitabile sentirsi tra colleghi. Coloro che abitano nelle zone di Cesena e Faenza, raccontavano di danni enormi alle loro abitazioni, di acqua e fango entrati nei primi piani delle abitazioni, di sfollati. È stato davvero difficile… sebbene dalla mia abitazione non vedessi le tracce della piena del Ronco, vivo in una delle arterie principali della città. Da ore è un continuo viavai di mezzi della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, di Polizia e Ambulanze".
La situazione meteo in queste ore pare stabilizzata, non piove, ma il timore è che le precipitazioni possano riprendere, dando il colpo di grazia a una regione già in ginocchio.
"I supermercati e gli esercizi commerciali sono tutti chiusi, i sindaci hanno imposto di non lasciare le proprie abitazioni. Le scuole resteranno ovviamente chiuse fino a domenica", ha concluso la professoressa de Pinto "Se anche volessi tornare a Molfetta, è impossibile almeno per il momento. I treni sono soppressi, la circolazione ferroviaria e stradale procede a singhiozzo. Siamo bloccati qui, a guardare il cielo e a spiare le nuvole, sperando che il peggio sia passato".