Politica
Alla guida del Pd ecco de Nicolo, il riformista
Il neo segretario pronto a rottamare
Molfetta - lunedì 4 maggio 2015
14.48
Che la vittoria di Piero de Nicolo abbia procurato lacrime alla gente, fatti salvi i diretti interessati, non è considerazione particolarmente arguta. Il neo segretario, in parallelo, sembra non suscitare entusiasmi soprattutto per i fedelissimi di Guglielmo Minervini; tutt'altro. Insomma, se per la fine dell'era Calvani qualcuno si duole, per il neonato segretario de Nicolo non suonano le trombe. Si assiste e basta.
Ma al "riformista" di via Manzoni la cosa sembra non interessare più di tanto. La leadership è stata conquistata giusto in tempo per consentirgli la proiezione della sinistra a cui aspira: la rottamazione in salsa renziana. Sul fronte interno, aspettiamoci un brillante showman parolaio, capace e pronto a dar addosso agli iscritti in caso di scelte non condivise. Gli assessori sono avvisati, primi fra tutti Rosalba Gadaleta e Giovanni Abbattista rei di aver dichiarato di votare Guglielmo Minervini, e quindi secondo de Nicolo "non possono considerarsi in quota al PD". Il tutto era stato già dichiarato durante la presentazione della sua mozione congressuale.
A testimonianza che i conti fatti senza l'oste possono risultare particolarmente salati. Le nubi sono già ben visibili all'orizzonte. Coloro i quali dovessero sostenere Gu saranno quindi esiliati dai democratici. La lista sembra infatti lunga e vede: Mino Salvemini, Davide de Candia, Damiano Angeletti, Nino Sallustio, Corrado Minervini, Giulio Calvani, Lino Renna, Raffaella Altamura e per finire Michele Natalicchio.
Oramai è chiaro che il PD non durerà per molto nell'attuale assetto. de Nicolo scalda i motori. Serve una sinistra concreta, non parolaia, che sappia fare a meno di vecchi slogan appassiti, belli a sentirsi quanto inconcludenti. Serve una sinistra capace di leggere le nuove dinamiche sociali ed economiche proponendo strategie d'intervento fattibili, attuabili, a beneficio di un possibilissimo cambio di prospettiva.
Ma al "riformista" di via Manzoni la cosa sembra non interessare più di tanto. La leadership è stata conquistata giusto in tempo per consentirgli la proiezione della sinistra a cui aspira: la rottamazione in salsa renziana. Sul fronte interno, aspettiamoci un brillante showman parolaio, capace e pronto a dar addosso agli iscritti in caso di scelte non condivise. Gli assessori sono avvisati, primi fra tutti Rosalba Gadaleta e Giovanni Abbattista rei di aver dichiarato di votare Guglielmo Minervini, e quindi secondo de Nicolo "non possono considerarsi in quota al PD". Il tutto era stato già dichiarato durante la presentazione della sua mozione congressuale.
A testimonianza che i conti fatti senza l'oste possono risultare particolarmente salati. Le nubi sono già ben visibili all'orizzonte. Coloro i quali dovessero sostenere Gu saranno quindi esiliati dai democratici. La lista sembra infatti lunga e vede: Mino Salvemini, Davide de Candia, Damiano Angeletti, Nino Sallustio, Corrado Minervini, Giulio Calvani, Lino Renna, Raffaella Altamura e per finire Michele Natalicchio.
Oramai è chiaro che il PD non durerà per molto nell'attuale assetto. de Nicolo scalda i motori. Serve una sinistra concreta, non parolaia, che sappia fare a meno di vecchi slogan appassiti, belli a sentirsi quanto inconcludenti. Serve una sinistra capace di leggere le nuove dinamiche sociali ed economiche proponendo strategie d'intervento fattibili, attuabili, a beneficio di un possibilissimo cambio di prospettiva.