attentato metropolitana san pietroburgo
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Cronaca

Aldo Mongelli, un molfettese scampato per miracolo dall’inferno di San Pietroburgo

Il funzionario del Parlamento Europeo racconta gli attimi dell'attentato terroristico

I molfettesi sono ovunque nel bene e nel male. Sono parole pronunciate quasi inconsapevolmente dal Vescovo Mons. Domenico Cornacchia soltanto due giorni fa ma che inquadrano quanto accaduto ad Aldo Mongelli, 38enne molfettese scampato per miracolo all'atto terroristico nella metro di San Pietroburgo, che ha provocato 14 vittime e oltre una cinquantina di feriti.

Tra di loro c'era anche Aldo, ormai da anni lontano dalla sua città natale perché impiegato a Strasburgo come funzionario del Parlamento Europeo.

Era a San Pietroburgo ovviamente per lavoro, come ci ha raccontato, ed era proprio lì nella stazione metro di "Sennaya Ploshad" mentre aspettava il treno che lo avrebbe riportato in hotel.

«Non sono un fatalista, non sono un superstizioso», esordisce così al telefono Aldo Mongelli, «ma qualcosa che non andava in quel maledetto 3 aprile c'era. Non era la prima volta che prendevo quella metro, perché gli uffici dove spesso insieme al mio staff incontriamo i titolari delle aziende russe con cui l'Unione Europea ha intavolato dei rapporti strategici, sono proprio lì. Lunedì pomeriggio ero solo, ha proseguito nel suo racconto, e avevo da poco lasciato i miei colleghi. Ero desideroso di tornare in hotel, in quanto avevo bisogno di sentire mia moglie, al 7° mese di gravidanza».

Dal racconto di Aldo traspare ancora tanto shock e soprattutto molta confusione. Al telefono a mala pena trattiene il pianto, ma ci riferisce come è riuscito a limitare i danni.

«Sono uno di quei fortunati che oggi può raccontare quanto accaduto», ha commentato. «Ho avuto quella lucidità di capire subito che qualcosa non andava e insieme ad un gruppo di turisti, appena udito il boato, abbiamo immediatamente preso la prima via di uscita verso la superficie. La gente dietro di me è stata raggiunta da numerosi cumuli di schegge; cadeva come fossero birilli sulla gradinata della stazione della metro. Sono uscito quasi illeso da un vero e proprio inferno».

Aldo Mongelli ha riportato soltanto lievi ferite, sebbene sia stato ricoverato per quasi 48 ore al "Medem International Clinc and Hospital" di San Pietroburgo perché rimasto intossicato.

«Oggi posso dire che sto bene, ha concluso, ma il mio pensiero va inevitabilmente alle vittime e a chi sta lottando ancora oggi tra la vita e la morte. E' quasi un anno che non vedo Molfetta, che continuo a portare nel cuore ovunque io sia».

Sul terrorismo islamico il 38enne molfettese è stato esplicito: «E' una follia, su cui tanto ci interroghiamo anche a Strasburgo. I servizi segreti italiani, al contrario di quanto può sembrare, sono incredibilmente avanti nel contrasto dei fenomeni terroristici di quella matrice, ma sappiamo ormai di per certo che nessun posto ormai oggi è sicuro. Nonostante lo shock che mi porto dietro dopo l'attentato di lunedì pomeriggio, non posso non cogliere l'esempio della popolazione russa, capace di tornare a vivere quasi normalmente soltanto poche ore dopo dalla tragedia. Anche in questo modo si contrasta il terrorismo».
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