Territorio e Ambiente
Al via la campagna referendaria contro le ricerche petrolifere in Adriatico
Il movimento “No Triv” pugliese si incontrerà domenica prossima a Bari
Molfetta - martedì 23 febbraio 2016
La costa di Giovinazzo e Molfetta, insieme ad altri 11 comuni del basso Adriatico e di altre zone della Puglia, è coinvolta direttamente come possibile sito di prospezione ed estrazione di idrocarburi.
Una possibilità contro cui si è schierato il movimento «No triv» che, in vista del referendum del prossimo 17 aprile, quando l'intera popolazione italiana sarà chiamata ad esprimersi sulla opportunità di proseguire con le indagini marine alla ricerca di petrolio oppure interrompere quella che per i movimenti ambientalisti è un attacco alle economie delle zone costiere pugliesi che per contro sarebbero ecosistemi da salvaguardare. E per avviare la campagna per il "Sì", i comitati referendari si sono incontrati a Roma, dove si è tenuta una assemblea nazionale per individuare le forme e le modalità da mettere in campo in vista dell'appuntamento di aprile.
«Il Presidente della Repubblica Mattarella – si legge in un loro comunicato - ha confermato la decisione del Governo Renzi di indire il Referendum il 17 aprile 2016, nonostante la richiesta dei movimenti di un Election Day che avrebbe evitato un considerevole spreco di risorse. Ben 350 milioni di euro. La firma del Capo dello Stato, arriva soprattutto, prima ancora che la Consulta si pronunci su altri due quesiti referendari, avverso cui sei Regioni hanno promosso ricorso per il conflitto di attribuzione, e che qualora riammessi si tornerebbe nuovamente a votare». La preoccupazione dei movimenti "No triv", è proprio nella scelta della data indicata per il referendum. Troppo poco tempo per organizzare una vera campagna referendaria. «È una strategia messa in campo dal Governo – si legge ancora nel documento - affinché questo referendum non venisse celebrato, quel "Sì" ha un valore di più ampio respiro: un primo passo con il quale i territori possono mettere in discussione la Strategia Energetica Nazionale imposta dall'alto».
Il quesito ammesso al suffragio popolare, riguarda la durata dei permessi delle concessioni petrolifere. Per una migliore organizzazione della campagna referendaria il movimento "No Triv" pugliese si è dato appuntamento domenica prossima a Bari, nella sede di MARXXI, in via Borrelli, alle 16. «Non abbiamo molto tempo – conclude il documento - organizziamoci anche in Puglia per un'incisiva campagna referendaria».
Una possibilità contro cui si è schierato il movimento «No triv» che, in vista del referendum del prossimo 17 aprile, quando l'intera popolazione italiana sarà chiamata ad esprimersi sulla opportunità di proseguire con le indagini marine alla ricerca di petrolio oppure interrompere quella che per i movimenti ambientalisti è un attacco alle economie delle zone costiere pugliesi che per contro sarebbero ecosistemi da salvaguardare. E per avviare la campagna per il "Sì", i comitati referendari si sono incontrati a Roma, dove si è tenuta una assemblea nazionale per individuare le forme e le modalità da mettere in campo in vista dell'appuntamento di aprile.
«Il Presidente della Repubblica Mattarella – si legge in un loro comunicato - ha confermato la decisione del Governo Renzi di indire il Referendum il 17 aprile 2016, nonostante la richiesta dei movimenti di un Election Day che avrebbe evitato un considerevole spreco di risorse. Ben 350 milioni di euro. La firma del Capo dello Stato, arriva soprattutto, prima ancora che la Consulta si pronunci su altri due quesiti referendari, avverso cui sei Regioni hanno promosso ricorso per il conflitto di attribuzione, e che qualora riammessi si tornerebbe nuovamente a votare». La preoccupazione dei movimenti "No triv", è proprio nella scelta della data indicata per il referendum. Troppo poco tempo per organizzare una vera campagna referendaria. «È una strategia messa in campo dal Governo – si legge ancora nel documento - affinché questo referendum non venisse celebrato, quel "Sì" ha un valore di più ampio respiro: un primo passo con il quale i territori possono mettere in discussione la Strategia Energetica Nazionale imposta dall'alto».
Il quesito ammesso al suffragio popolare, riguarda la durata dei permessi delle concessioni petrolifere. Per una migliore organizzazione della campagna referendaria il movimento "No Triv" pugliese si è dato appuntamento domenica prossima a Bari, nella sede di MARXXI, in via Borrelli, alle 16. «Non abbiamo molto tempo – conclude il documento - organizziamoci anche in Puglia per un'incisiva campagna referendaria».