Al Liceo Scientifico “A. Einstein” il progetto nazionale “Conoscere per riconoscere”
L'iniziativa nel racconto di una studentessa
Molfetta - giovedì 17 novembre 2016
7.29
"LA GUERRA CONTINUA…".
Era proprio questa l'affermazione con cui è cominciata la nostra giornata di martedì 15 novembre 2016; in questa giornata di rilevante importanza per la sensibilizzazione e l'attenzione di noi ragazzi nei confronti di un pericolo che molti hanno sottovalutato e che, ancora oggi, sottovalutano.
Di cosa stiamo parlando? Del ritrovamento e della disseminazione su tutto il nostro territorio nazionale di residuati bellici che, anche dopo molti anni dalla conclusione dei conflitti, "minacciano" la sicurezza di molti Paesi come il nostro. Esperti in questo campo ci hanno portato a riflettere sul fatto che la nostra società non sia molto lontana da quelle guerre che tutti noi consideriamo facenti parte di un passato considerato erroneamente remoto.
Oggi ci troviamo ancora a dover "scampare" ad un pericolo che non è visibile agli occhi del cittadino medio ma solo agli occhi di quelli esperti che bisognerebbe ringraziare perché sollecitano l'attenzione dell'opinione pubblica ad un problema di innegabile attualità, in quanto trovare un residuato bellico sì, può risultare difficile, ma non impossibile e davanti a ciò non si deve agire d'impulso, sopraffatti dalla semplice curiosità, ma facilitare la bonifica del territorio segnalando la presenza dell'ordigno a personale specializzato che sa come agire per non arrecare danni a se stessi e all'ambiente.
Personalmente credo che i giornali e le televisioni debbano prendere molto più in considerazione questo argomento perché, e credo molti altri come me, prima di questo incontro non conoscevamo questo problema che riguarda la nostra società e che continuerà a riguardare le prossime generazioni, se non si interviene con i giusti mezzi e con le modalità adeguate, perché, purtroppo, le guerre non sono finite e le conseguenze di esse rimangono a lungo sul territorio su cui si svolgono. Non solo, ma coinvolgono anche popolazioni e paesi limitrofi. Infatti, come più volte hanno sottolineato i sigg. Giovanni Lafirenze e Luca Cifarelli, relatori e promotori dell'iniziativa nell'ambito del progetto nazionale "Conoscere per riconoscere", sostenuto dall'ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) nelle scuole di tutta Italia a seguito di un protocollo d'Intesa con il MIUR e il Ministero della difesa, pochi sanno che la guerra svoltasi nei Balcani all'inizio degli anni Novanta ha creato danni incalcolabili all'ambiente marino e, in particolare, al Mar Adriatico, in quanto gli aerei della NATO, di ritorno dalle missioni in Serbia, erano obbligati a liberarsi delle bombe non utilizzate, all'uranio impoverito, per assicurare un atterraggio sicuro, riempiendo così il nostro mare dirimpettaio di bombe inesplose.
Ritengo che sia stato un incontro molto costruttivo per noi studenti e ringrazio tutte quelle "mani esperte" che ogni giorno si adoperano per rendere il territorio e il futuro sicuri.
"LA GUERRA CONTINUA…". Era proprio questa l'affermazione con cui è cominciata la nostra giornata di martedì 15 novembre 2016; in questa giornata di rilevante importanza per la sensibilizzazione e l'attenzione di noi ragazzi nei confronti di un pericolo che molti hanno sottovalutato e che, ancora oggi, sottovalutano.
Di cosa stiamo parlando? Del ritrovamento e della disseminazione su tutto il nostro territorio nazionale di residuati bellici che, anche dopo molti anni dalla conclusione dei conflitti, "minacciano" la sicurezza di molti Paesi come il nostro. Esperti in questo campo ci hanno portato a riflettere sul fatto che la nostra società non sia molto lontana da quelle guerre che tutti noi consideriamo facenti parte di un passato considerato erroneamente remoto.
Oggi ci troviamo ancora a dover "scampare" ad un pericolo che non è visibile agli occhi del cittadino medio ma solo agli occhi di quelli esperti che bisognerebbe ringraziare perché sollecitano l'attenzione dell'opinione pubblica ad un problema di innegabile attualità, in quanto trovare un residuato bellico sì, può risultare difficile, ma non impossibile e davanti a ciò non si deve agire d'impulso, sopraffatti dalla semplice curiosità, ma facilitare la bonifica del territorio segnalando la presenza dell'ordigno a personale specializzato che sa come agire per non arrecare danni a se stessi e all'ambiente.
Personalmente credo che i giornali e le televisioni debbano prendere molto più in considerazione questo argomento perché, e credo molti altri come me, prima di questo incontro non conoscevamo questo problema che riguarda la nostra società e che continuerà a riguardare le prossime generazioni, se non si interviene con i giusti mezzi e con le modalità adeguate, perché, purtroppo, le guerre non sono finite e le conseguenze di esse rimangono a lungo sul territorio su cui si svolgono. Non solo, ma coinvolgono anche popolazioni e paesi limitrofi. Infatti, come più volte hanno sottolineato i sigg. Giovanni Lafirenze e Luca Cifarelli, relatori e promotori dell'iniziativa nell'ambito del progetto nazionale "Conoscere per riconoscere", sostenuto dall'ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) nelle scuole di tutta Italia a seguito di un protocollo d'Intesa con il MIUR e il Ministero della difesa, pochi sanno che la guerra svoltasi nei Balcani all'inizio degli anni Novanta ha creato danni incalcolabili all'ambiente marino e, in particolare, al Mar Adriatico, in quanto gli aerei della NATO, di ritorno dalle missioni in Serbia, erano obbligati a liberarsi delle bombe non utilizzate, all'uranio impoverito, per assicurare un atterraggio sicuro, riempiendo così il nostro mare dirimpettaio di bombe inesplose.
Ritengo che sia stato un incontro molto costruttivo per noi studenti e ringrazio tutte quelle "mani esperte" che ogni giorno si adoperano per rendere il territorio e il futuro sicuri.
(Pellegrini Mirea 3^D)
Era proprio questa l'affermazione con cui è cominciata la nostra giornata di martedì 15 novembre 2016; in questa giornata di rilevante importanza per la sensibilizzazione e l'attenzione di noi ragazzi nei confronti di un pericolo che molti hanno sottovalutato e che, ancora oggi, sottovalutano.
Di cosa stiamo parlando? Del ritrovamento e della disseminazione su tutto il nostro territorio nazionale di residuati bellici che, anche dopo molti anni dalla conclusione dei conflitti, "minacciano" la sicurezza di molti Paesi come il nostro. Esperti in questo campo ci hanno portato a riflettere sul fatto che la nostra società non sia molto lontana da quelle guerre che tutti noi consideriamo facenti parte di un passato considerato erroneamente remoto.
Oggi ci troviamo ancora a dover "scampare" ad un pericolo che non è visibile agli occhi del cittadino medio ma solo agli occhi di quelli esperti che bisognerebbe ringraziare perché sollecitano l'attenzione dell'opinione pubblica ad un problema di innegabile attualità, in quanto trovare un residuato bellico sì, può risultare difficile, ma non impossibile e davanti a ciò non si deve agire d'impulso, sopraffatti dalla semplice curiosità, ma facilitare la bonifica del territorio segnalando la presenza dell'ordigno a personale specializzato che sa come agire per non arrecare danni a se stessi e all'ambiente.
Personalmente credo che i giornali e le televisioni debbano prendere molto più in considerazione questo argomento perché, e credo molti altri come me, prima di questo incontro non conoscevamo questo problema che riguarda la nostra società e che continuerà a riguardare le prossime generazioni, se non si interviene con i giusti mezzi e con le modalità adeguate, perché, purtroppo, le guerre non sono finite e le conseguenze di esse rimangono a lungo sul territorio su cui si svolgono. Non solo, ma coinvolgono anche popolazioni e paesi limitrofi. Infatti, come più volte hanno sottolineato i sigg. Giovanni Lafirenze e Luca Cifarelli, relatori e promotori dell'iniziativa nell'ambito del progetto nazionale "Conoscere per riconoscere", sostenuto dall'ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) nelle scuole di tutta Italia a seguito di un protocollo d'Intesa con il MIUR e il Ministero della difesa, pochi sanno che la guerra svoltasi nei Balcani all'inizio degli anni Novanta ha creato danni incalcolabili all'ambiente marino e, in particolare, al Mar Adriatico, in quanto gli aerei della NATO, di ritorno dalle missioni in Serbia, erano obbligati a liberarsi delle bombe non utilizzate, all'uranio impoverito, per assicurare un atterraggio sicuro, riempiendo così il nostro mare dirimpettaio di bombe inesplose.
Ritengo che sia stato un incontro molto costruttivo per noi studenti e ringrazio tutte quelle "mani esperte" che ogni giorno si adoperano per rendere il territorio e il futuro sicuri.
"LA GUERRA CONTINUA…". Era proprio questa l'affermazione con cui è cominciata la nostra giornata di martedì 15 novembre 2016; in questa giornata di rilevante importanza per la sensibilizzazione e l'attenzione di noi ragazzi nei confronti di un pericolo che molti hanno sottovalutato e che, ancora oggi, sottovalutano.
Di cosa stiamo parlando? Del ritrovamento e della disseminazione su tutto il nostro territorio nazionale di residuati bellici che, anche dopo molti anni dalla conclusione dei conflitti, "minacciano" la sicurezza di molti Paesi come il nostro. Esperti in questo campo ci hanno portato a riflettere sul fatto che la nostra società non sia molto lontana da quelle guerre che tutti noi consideriamo facenti parte di un passato considerato erroneamente remoto.
Oggi ci troviamo ancora a dover "scampare" ad un pericolo che non è visibile agli occhi del cittadino medio ma solo agli occhi di quelli esperti che bisognerebbe ringraziare perché sollecitano l'attenzione dell'opinione pubblica ad un problema di innegabile attualità, in quanto trovare un residuato bellico sì, può risultare difficile, ma non impossibile e davanti a ciò non si deve agire d'impulso, sopraffatti dalla semplice curiosità, ma facilitare la bonifica del territorio segnalando la presenza dell'ordigno a personale specializzato che sa come agire per non arrecare danni a se stessi e all'ambiente.
Personalmente credo che i giornali e le televisioni debbano prendere molto più in considerazione questo argomento perché, e credo molti altri come me, prima di questo incontro non conoscevamo questo problema che riguarda la nostra società e che continuerà a riguardare le prossime generazioni, se non si interviene con i giusti mezzi e con le modalità adeguate, perché, purtroppo, le guerre non sono finite e le conseguenze di esse rimangono a lungo sul territorio su cui si svolgono. Non solo, ma coinvolgono anche popolazioni e paesi limitrofi. Infatti, come più volte hanno sottolineato i sigg. Giovanni Lafirenze e Luca Cifarelli, relatori e promotori dell'iniziativa nell'ambito del progetto nazionale "Conoscere per riconoscere", sostenuto dall'ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra) nelle scuole di tutta Italia a seguito di un protocollo d'Intesa con il MIUR e il Ministero della difesa, pochi sanno che la guerra svoltasi nei Balcani all'inizio degli anni Novanta ha creato danni incalcolabili all'ambiente marino e, in particolare, al Mar Adriatico, in quanto gli aerei della NATO, di ritorno dalle missioni in Serbia, erano obbligati a liberarsi delle bombe non utilizzate, all'uranio impoverito, per assicurare un atterraggio sicuro, riempiendo così il nostro mare dirimpettaio di bombe inesplose.
Ritengo che sia stato un incontro molto costruttivo per noi studenti e ringrazio tutte quelle "mani esperte" che ogni giorno si adoperano per rendere il territorio e il futuro sicuri.
(Pellegrini Mirea 3^D)