Cronaca
Agguato a Molfetta: colpito da un proiettile alla testa. È al Policlinico
Un 30enne è stato ferito ieri da una pallottola, per fortuna solo di striscio. Non si esclude alcuna ipotesi
Molfetta - sabato 1 gennaio 2022
11.55
Una lite - è questa, al momento, la pista privilegiata da parte degli investigatori - che ha assunto una piega drammatica. Un 30enne di Molfetta, ieri pomeriggio, è stato colpito da un solo proiettile che lo ha raggiunto alla testa (fortunatamente soltanto di striscio, nda) mentre si trovava in via Ruvo, alla periferia della città.
L'episodio è avvenuto alle ore 16.15, forse al culmine di un acceso diverbio fra almeno tre persone che è sfociato ben presto in un solo colpo d'arma da fuoco «di piccolo calibro, probabilmente esploso da una pistola calibro 7.65», riferiscono fonti inquirenti: l'aggressore (presumibilmente accompagnato da almeno un'altra persona, ma questo è un aspetto ancora da chiarire), ha affondato una volta il dito sul grilletto. L'uomo è stato ferito da un unico proiettile, di striscio, alla testa.
Una delle poche certezze è questa: qualcuno ha chiamato il 118 e gli operatori sanitari sono giunti sul posto, ma a soccorrere per primi il 30enne sono stati i suoi familiari che l'hanno condotto all'ospedale don Tonino Bello di Molfetta, dove è giunto vigile, cosciente e non è mai stato in pericolo di vita. I medici, però, hanno disposto l'immediato trasferimento a Bari, al Policlinico, dove adesso è ricoverato. Il suo quadro clinico non ha creato particolari apprensioni fra i sanitari baresi. I Carabinieri della Compagnia di Molfetta, intanto, coordinati dal tenente Domenico Mastromauro, sono al lavoro da ore. Hanno eseguito rilievi, coi colleghi della Sezione Investigazioni Scientifiche, e ascoltato coloro che ieri si trovavano nei paraggi di via Ruvo. Una mano provvidenziale tesa agli inquirenti potrebbe arrivare dalle telecamere di videosorveglianza della zona che hanno immortalato quegli attimi. E che ora potrebbero incastrare i responsabili, forse a spasso per la città.
Fondamentale, però, potrebbe essere soprattutto la testimonianza del ferito, un 30enne incensurato, che sarà ascoltato il prima possibile per ottenere le prime dichiarazioni. Sarà il suo racconto - se riterrà di parlare - uno degli strumenti investigativi più preziosi per i militari che vogliono ricostruire la dinamica e accertare se l'aggressione sia maturata al culmine di una lite personale oppure se si sia trattato di un regolamento di conti e di un agguato legato ad un contesto criminale.
Antefatti - è la lite finita in modo drammatico, forse un chiarimento sfociato nel sangue, l'ipotesi privilegiata, ma si setacciano altri contesti - che devono trovare una collocazione precisa, ma che hanno avuto come teatro finale via Ruvo. Non essendoci però altro, sul movente, i Carabinieri non tralasceranno alcuna pista.
L'episodio è avvenuto alle ore 16.15, forse al culmine di un acceso diverbio fra almeno tre persone che è sfociato ben presto in un solo colpo d'arma da fuoco «di piccolo calibro, probabilmente esploso da una pistola calibro 7.65», riferiscono fonti inquirenti: l'aggressore (presumibilmente accompagnato da almeno un'altra persona, ma questo è un aspetto ancora da chiarire), ha affondato una volta il dito sul grilletto. L'uomo è stato ferito da un unico proiettile, di striscio, alla testa.
Una delle poche certezze è questa: qualcuno ha chiamato il 118 e gli operatori sanitari sono giunti sul posto, ma a soccorrere per primi il 30enne sono stati i suoi familiari che l'hanno condotto all'ospedale don Tonino Bello di Molfetta, dove è giunto vigile, cosciente e non è mai stato in pericolo di vita. I medici, però, hanno disposto l'immediato trasferimento a Bari, al Policlinico, dove adesso è ricoverato. Il suo quadro clinico non ha creato particolari apprensioni fra i sanitari baresi. I Carabinieri della Compagnia di Molfetta, intanto, coordinati dal tenente Domenico Mastromauro, sono al lavoro da ore. Hanno eseguito rilievi, coi colleghi della Sezione Investigazioni Scientifiche, e ascoltato coloro che ieri si trovavano nei paraggi di via Ruvo. Una mano provvidenziale tesa agli inquirenti potrebbe arrivare dalle telecamere di videosorveglianza della zona che hanno immortalato quegli attimi. E che ora potrebbero incastrare i responsabili, forse a spasso per la città.
Fondamentale, però, potrebbe essere soprattutto la testimonianza del ferito, un 30enne incensurato, che sarà ascoltato il prima possibile per ottenere le prime dichiarazioni. Sarà il suo racconto - se riterrà di parlare - uno degli strumenti investigativi più preziosi per i militari che vogliono ricostruire la dinamica e accertare se l'aggressione sia maturata al culmine di una lite personale oppure se si sia trattato di un regolamento di conti e di un agguato legato ad un contesto criminale.
Antefatti - è la lite finita in modo drammatico, forse un chiarimento sfociato nel sangue, l'ipotesi privilegiata, ma si setacciano altri contesti - che devono trovare una collocazione precisa, ma che hanno avuto come teatro finale via Ruvo. Non essendoci però altro, sul movente, i Carabinieri non tralasceranno alcuna pista.