Cronaca
Agguato in via Ruvo, arrestato un 18enne. L'accusa: tentato omicidio
Il giovane, il 31 dicembre scorso, esplose due colpi di pistola verso un 33enne. Adesso è rinchiuso nel carcere di Turi
Molfetta - giovedì 24 febbraio 2022
10.28
Lo hanno rintracciato venerdì, quando i Carabinieri gli hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare. 18 anni, di Molfetta, B.A. le sue iniziali. Sarebbe stato lui, il 31 dicembre scorso, a sparare e ferire un 33enne del posto, al culmine di una lite riconducibile a futili motivi, legati in particolare a questioni sentimentali.
Il giovane, con un solo precedente penale a suo carico, risalente peraltro a quando era minorenne, è accusato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, dei reati di tentato omicidio e di porto illegale di arma da fuoco: avrebbe «compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte» di un 33enne, «esplodendo due colpi di arma da fuoco all'altezza del suo volto, evento non riuscito per cause non dipendenti dalla sua volontà».
I fatti risalgono al 31 dicembre scorso quando, in via Ruvo, il 18enne esplose due colpi di pistola da una semiautomatica calibro 32 «con l'intenzione - si legge - di uccidere». Il 33enne, infatti, «fu attinto da un colpo di arma da fuoco da distanza ravvicinata in una parte vitale del corpo (la testa) e solo la prontezza di riflessi della vittima riusciva ad impedire la sua probabile morte. La circostanza che avesse esploso due colpi avvalora la convinzione della sua volontà omicidiaria».
I due bossoli - uno calibro 7.65 e l'altro 32 oltre a un proiettile incamiciato - furono repertati dai Carabinieri diretti dal capitano Francesco Iodice, i quali avviarono le indagini. L'attività investigativa, svolta dai militari della Sezione Operativa, coordinati dal pubblico ministero Giuseppe Francesco Aiello, ha permesso in un solo mese di ricostruire dettagliatamente i passaggi della sparatoria dell'ultimo dell'anno, permettendo di raccogliere «gravi indizi di colpevolezza» verso il 18enne.
Le indagini, inoltre, supportate dalle intercettazioni telefoniche, dal sequestro, a carico del 18enne, di alcuni proiettili compatibili con quelli utilizzati per il fatto e dalla videosorveglianza, hanno permesso di risalire al movente, «legato - secondo le indagini - all'attuale fidanzata di B.A., un tempo legata sentimentalmente ad un 22enne, il quale, avendo appreso che B.A. lo stava cercando, si è rivolto a suo zio (il 33enne, nda) per essere aiutato». Poi la violenta lite e i colpi di pistola.
Il provvedimento emesso è stato eseguito dal personale del tenente Domenico Mastromauro, nel corso delle indagini su una vicenda che aveva creato non poco allarme sociale in città. Il 18enne, difeso dall'avvocato Tommaso Poli, è stato tradotto nella casa circondariale di Turi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Il giovane, con un solo precedente penale a suo carico, risalente peraltro a quando era minorenne, è accusato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, dei reati di tentato omicidio e di porto illegale di arma da fuoco: avrebbe «compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte» di un 33enne, «esplodendo due colpi di arma da fuoco all'altezza del suo volto, evento non riuscito per cause non dipendenti dalla sua volontà».
I fatti risalgono al 31 dicembre scorso quando, in via Ruvo, il 18enne esplose due colpi di pistola da una semiautomatica calibro 32 «con l'intenzione - si legge - di uccidere». Il 33enne, infatti, «fu attinto da un colpo di arma da fuoco da distanza ravvicinata in una parte vitale del corpo (la testa) e solo la prontezza di riflessi della vittima riusciva ad impedire la sua probabile morte. La circostanza che avesse esploso due colpi avvalora la convinzione della sua volontà omicidiaria».
I due bossoli - uno calibro 7.65 e l'altro 32 oltre a un proiettile incamiciato - furono repertati dai Carabinieri diretti dal capitano Francesco Iodice, i quali avviarono le indagini. L'attività investigativa, svolta dai militari della Sezione Operativa, coordinati dal pubblico ministero Giuseppe Francesco Aiello, ha permesso in un solo mese di ricostruire dettagliatamente i passaggi della sparatoria dell'ultimo dell'anno, permettendo di raccogliere «gravi indizi di colpevolezza» verso il 18enne.
Le indagini, inoltre, supportate dalle intercettazioni telefoniche, dal sequestro, a carico del 18enne, di alcuni proiettili compatibili con quelli utilizzati per il fatto e dalla videosorveglianza, hanno permesso di risalire al movente, «legato - secondo le indagini - all'attuale fidanzata di B.A., un tempo legata sentimentalmente ad un 22enne, il quale, avendo appreso che B.A. lo stava cercando, si è rivolto a suo zio (il 33enne, nda) per essere aiutato». Poi la violenta lite e i colpi di pistola.
Il provvedimento emesso è stato eseguito dal personale del tenente Domenico Mastromauro, nel corso delle indagini su una vicenda che aveva creato non poco allarme sociale in città. Il 18enne, difeso dall'avvocato Tommaso Poli, è stato tradotto nella casa circondariale di Turi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.