La Polizia Locale
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Cronaca

Aggressione agli agenti, Fuori Coro: «Non siamo poliziotti di serie B»

La compagine italiana di ufficiali ed agenti del corpo ha espresso «la più totale vicinanza ai colleghi aggrediti»

«Non siamo poliziotti di serie B, carne da cannone, un male necessario, vuoti a perdere o semplici impiegati comunali e non vogliamo più essere esclusi da riforme, tutele e garanzie personali e professionali perché anche noi sulle strade combattiamo per la legalità, il buon ordine ed il progresso di questo Paese».

A scriverlo, in una missiva inviata fra gli altri al sindaco Tommaso Minervini e al dirigente comunale Cosimo Aloia, è l'associazione Fuori Coro, compagine di ufficiali e agenti della Polizia Locale appartenenti a vari comuni d'Italia, a due settimane dall'aggressione avvenuta a Molfetta, dove due agenti del corpo sono stati aggrediti da un 33enne del posto, poi arrestato in flagranza per resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale e confinato ai domiciliari.

«Non chiederci la parola. Non ce ne vogliano gli estimatori dello spirito letterario del nostro grande poeta Eugenio Montale, se estrapoliamo parte dei versi di una delle sue più famose poesie per introdurre un argomento di discussione tanto "misero" come la Polizia Locale italiana ed i suoi "miserrimi" operatori. Miserrimi però, non per negligenza o neghittosità, per pochezza professionale o per un egoistico sottrarsi ai propri doveri di istituto, ma miseri perché abbandonati ad un sentire comune violento nei modi e nei tempi, nelle parole e nei fatti.

Vicenza, San Severo, Molfetta, Napoli, Riccione, Livorno, punti geografici diversi e distanti fra loro, ma uniti da un filo conduttore di violenza, percosse, lesioni, ingiurie, stress psicofisico e tanta, tanta amarezza per quel che dovrebbe essere che purtroppo invece, non è. Ma cosa dovrebbe essere, cosa pretenderebbe questa Polizia Locale italiana che continuamente rivendica qualcosa e qualcosa recrimina?

Le località testé citate, hanno fatto da proscenio ad altrettanti episodi di violenza subita da agenti di Polizia Locale che quotidianamente, combattono una guerra con cittadini, utenti della strada, ambosessi Il Fuori Coro 6 giovani e vecchi, stranieri e soggetti vari avulsi da ogni forma di rispetto per tutto ciò che è Legge, ordine e rispetto delle regole. Le aggressioni a danno di chi indossa una qualsiasi divisa sono ormai, non solo all'ordine del giorno ma anche sottovalutate o minimizzate come se fossero ormai consolidate ed ineluttabili consuetudini. Ma che succede dunque sulle strade del Paese?

Succede che in nome del politicamente corretto l'Agente che opera in situazioni a rischio e per questo viene aggredito, non può reagire, non può intervenire in maniera più decisa e risolutiva atta a risolvere il problema ed a garantire la sicurezza ed incolumità pubblica e propria e non può farlo perché sarebbe messo alla gogna mediatica, bersagliato protagonista di qualche talk show in prima serata teso unicamente a fare audience facendo leva sulla brutalità dei "vigili" o delle forze dell'ordine, confezionando nel contempo una giustificazione a sfondo "sociale" all'aggressore sia esso un automobilista sanzionato, uno straniero spacciatore o venditore abusivo, oppure un ragazzino adolescente maleducato e baby gangster.

Ecco allora il "vigile urbano", il perfetto capro espiatorio sul quale riversare tutti i mali e disagi personali e sociali veri o presunti, pupazzi in divisa che tanto non incutono paura come invece i colleghi dell'Arma o quelli della Polizia di Stato; i vigili, gabellieri del Comune senza tutele, armati di una pistola che fa più figura che altro e guai ad estrarla, privi invece di dispositivi di fondamentale utilità come taser, spray urticante, tonfa e sempre ripresi da aspiranti registi che armati di cellulare filmano e fotografano gli Agenti in servizio aggiungendo poi didascalie e commenti tanto fantasiosi quanto fasulli ed offensivi.

Questo è quanto succede sulle strade, storie di quotidiana violenza fisica e verbale che ci sembra difficilmente trovi poi ristoro nelle sedi giudiziarie dove si ha sensazione che si tollerino piuttosto che punirli, certi atteggiamenti e certi "fattacci" di cronaca e dove la Legge sembra più interpretata che applicata anche se, non siamo certo noi il miglior collegio giudicante che possa dare indicazioni a chi la Giustizia la amministra e ben la conosce.

Stralci di quotidiana tensione e dietro l'incipit "non chiederci la parola" c'è un dire che risuona oltre lo scritto e nella chiusa di questa Montaliana opera "Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo", risuona, come un monito, che non siamo poliziotti di serie B, carne da cannone, un male necessario, vuoti a perdere o semplici impiegati comunali e non vogliamo più essere esclusi da riforme, tutele e garanzie personali e professionali perché anche noi sulle strade combattiamo per la legalità, il buon ordine ed il progresso di questo Paese ed il sangue con il quale nel tempo, la bestialità umana o disumana ha macchiato le nostre divise, non è diverso dal sangue di qualsiasi altro servitore dello Stato ed è per questo e per altri motivi che da anni rivendichiamo che possiamo dire senza tema di essere Il Fuori Coro 7 smentiti ciò che non siamo e ciò che non vogliamo, con buona pace di Montale e del suo e nostro scetticismo.

Per tutto questo, Vogliate farvi carico, di far pervenire un'istanza, presso le opportune sedi Istituzionali, che rappresenti il grido oramai disperato dei 60.000 agenti e ufficiali, che indossano ogni giorno con alto senso del dovere l'uniforme di poliziotto locale e che chiedono riforma e tutele per la categoria. Noi del Fuori Coro lo abbiamo fatto in più occasioni, anche recentemente, scrivendo più volte negli ultimi due anni al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato, al Ministro e al Vice Ministro dell'Interno.

Le Istituzioni debbono una risposta politica a chi le serve quotidianamente - è la chiosa della lettera -. Con la presente, il Fuori Coro vuole infine rappresentare ed esprimere la più totale vicinanza ai colleghi aggrediti, la nostra solidarietà a tutti voi».
  • Polizia Locale Molfetta
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