Zona franca urbana
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Enti locali

Agevolazione e sgravi fiscali per le aziende molfettesi

Al via la Zona Franca Urbana, forse

Molfetta - Zona Franca Urbana
Si scrive «Zona franca urbana» si legge sviluppo economico. È un progetto varato dal Ministero dello sviluppo economico che, in accordo con i Comuni, e per tramite della Regione, intende rilanciare i livelli occupazionali. In quelle città, o meglio in alcuni quartieri, che per indici di disoccupazione e per densità di popolazione, soffrono per il mancato sviluppo.

La città di Molfetta ha voluto concorrere per attirare gli investimenti previsti. Investimenti che in realtà vestono i panni di agevolazioni fiscali, come le esenzioni fiscali e sull'Irap o l'esonero dei contributi da versare per i lavoratori dipendenti. Non finanziamenti diretti, quindi, ma sgravi fiscali che potrebbero consentire alle aziende un più agevole sviluppo. Con esenzioni dal pagamento delle imposte che dureranno in totale 14 anni di cui i primi 5 con esenzioni al 100%. «L'area prevista come Zona Franca urbana per il comune di Molfetta - ha affermato l'assessore Francesco Bellifemine nel corso di un incontro che si è tenuto nella sala Finocchiaro, assente l'assessore Guglielmo Minervini, assente il dirigente regionale Orlando Pasquale – è stata individuata già nel 2008. È compresa entro un perimetro che va da Corso Margherita a via Dante, da via Sant'Angelo a Piazza Vittorio Emanuele».

Un quadrilatero, l'area è stata individuata attraverso l'incrocio dei dati Istat che però risalgono al 2003, che comprende anche il borgo antico e che si allunga verso il rione della Madonna dei Martiri. I finanziamenti previsti che per tutta la Puglia ammontano a 60milioni di euro, per la sola Molfetta saranno 5milioni e 300mila euro, sono destinati alle micro, aziende cioè che hanno meno di 10 dipendenti, e alle piccole imprese con meno di 50 occupati. Con una priorità per le nuove aziende e per le quelle società che lavorano nel sociale. Ad essere escluse dai finanziamenti saranno però quelle aziende che operano nel settore della pesca e dell'acquacoltura, i produttori agricoli e coloro che si occupano di esportazione di merci e prodotti. Saranno escluse anche quelle aziende in difficoltà che hanno in corso una istanza di chiusura delle attività. Il ruolo della Regione all'interno del progetto è solo quello di far da tramite tra le imprese e il Ministero. Sarà infatti quest'ultimo a gestire direttamente tutti le procedure per accedere ai finanziamenti. Le attese sono adesso tutte nella pubblicazione del bando, quel documento che permetterà alle aziende di poter chiedere l'accesso alle agevolazioni. «Sarà pubblicato entro pochi giorni – fanno sapere dalla Regione – naturalmente a cura del Ministero».

Tempi stretti dunque che però lasciano qualche perplessità negli operatori. Perplessità che sono proprio relative ai tempi, visto che i soggetti economici di nuova costituzione non avrebbero appunto il tempo di essere in regola con i requisiti richiesti e anche per l'assenza di un coordinamento tra Regione e Comune capace di veicolare le informazioni necessarie per l'accesso alle misure economiche messe a disposizione. Tutto sarebbe affidato alle circolari emesse dal Ministero dello sviluppo economico. Forse troppo poco per una migliore informazione.
  • Antonio Azzollini
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