Politica
«Adesso tocca a noi»
Mariano Caputo (Molfetta Futura) guarda ad una grande casa dei moderati
Molfetta - venerdì 30 maggio 2014
16.03
«I moderati devono far sentire la propria voce e chiarire meglio le proprie idee per costruire un'alternativa condivisibile». Così Marino Caputo, consigliere comunale di Molfetta Futura, a meno di una settimana dal voto.
«Da tempo – scrive Mariano Caputo - ripetiamo che è necessario costruire una grande casa dei moderati, in cui tutte le forze politiche che si riconoscono in tali valori possano confluire per restituire alla gente dignità e forza.
Ora è giunto il momento di attuare questi propositi, prima che sia troppo tardi, prima di abdicare in favore dei nostri avversari o agli outsider e ai facinorosi della piazza.
E' tempo di costruire una "casa comune", una forza dei moderati dove ognuno può contare "per i metri quadri che occupa all'interno della società", dove in un sistema meritorio e meritocratico si possa essere propositivi e contare non se si hanno pochi consensi e poche idee, ma dimostrando concretezza elettorale ed etica».
E ancora. «Aprire le porte di questa casa significa ricreare quel luogo di dibattito e anche di dissenso che era proprio dei partiti e che oggi, mancando, si trasferisce in non luoghi virtuali che inevitabilmente sfociano in proteste identificate da molti con il termine "antipolitica", ma che in realtà hanno molto a che vedere con quello che dovrebbe essere un dibattito interno alle grandi formazioni democratiche che non hanno nulla da dividere invece con le formazioni elettoralistiche.
Non credo che in questo momento esista un vero sentimento di antipolitica, piuttosto esiste una richiesta di "buona politica" in alternativa alla "cattiva politica": il popolo vuole essere governato con un sentimento politico che guardi il bene comune.
Dobbiamo dare un impulso vitale reale alla costruzione di questa Casa perchè i cittadini possano tornare a partecipare attivamente alla vita politica, per ricreare quel rapporto diretto e reale che la democrazia impone».
E poi la sfida. «A breve ci proporremo per l'apertura di un laboratorio d'idee per confrontarci con tutti i cittadini fuori dagli schemi di partito e comporre un progetto serio di sviluppo della nostra comunità.
La sfida non è facile, ma abbiamo il dovere del rispetto della "dignità" politica dei moderati, il che significa volare alti, non accettare accordi forzati o imposizioni, ma sperimentare percorsi politici e culturali che conducano verso assetti ed alleanze che valorizzino i principi fondanti del moderatismo: la centralità della persona e del cittadino, la tutela e la promozione della sussidiarietà, il rafforzamento dei corpi intermedi, la riscoperta della politica come inclusione e coinvolgimento di tutte le volontà e le energie del territorio.
Noi non guardiamo ai "capi" in una logica leaderocratica, ma a "teste" pensanti per costruire una classe dirigente nuova proveniente dalla base, attraverso il coinvolgimento di forze civiche e di alleati naturali che condividano un cammino senza voler imporre itinerari forzati.
Chi accetterà questa sfida, avrà l'opportunità di costruire il popolarismo liberale molfettese che abdichi alle logiche d'imposizione estremistiche presenti sul nostro territorio».
«Da tempo – scrive Mariano Caputo - ripetiamo che è necessario costruire una grande casa dei moderati, in cui tutte le forze politiche che si riconoscono in tali valori possano confluire per restituire alla gente dignità e forza.
Ora è giunto il momento di attuare questi propositi, prima che sia troppo tardi, prima di abdicare in favore dei nostri avversari o agli outsider e ai facinorosi della piazza.
E' tempo di costruire una "casa comune", una forza dei moderati dove ognuno può contare "per i metri quadri che occupa all'interno della società", dove in un sistema meritorio e meritocratico si possa essere propositivi e contare non se si hanno pochi consensi e poche idee, ma dimostrando concretezza elettorale ed etica».
E ancora. «Aprire le porte di questa casa significa ricreare quel luogo di dibattito e anche di dissenso che era proprio dei partiti e che oggi, mancando, si trasferisce in non luoghi virtuali che inevitabilmente sfociano in proteste identificate da molti con il termine "antipolitica", ma che in realtà hanno molto a che vedere con quello che dovrebbe essere un dibattito interno alle grandi formazioni democratiche che non hanno nulla da dividere invece con le formazioni elettoralistiche.
Non credo che in questo momento esista un vero sentimento di antipolitica, piuttosto esiste una richiesta di "buona politica" in alternativa alla "cattiva politica": il popolo vuole essere governato con un sentimento politico che guardi il bene comune.
Dobbiamo dare un impulso vitale reale alla costruzione di questa Casa perchè i cittadini possano tornare a partecipare attivamente alla vita politica, per ricreare quel rapporto diretto e reale che la democrazia impone».
E poi la sfida. «A breve ci proporremo per l'apertura di un laboratorio d'idee per confrontarci con tutti i cittadini fuori dagli schemi di partito e comporre un progetto serio di sviluppo della nostra comunità.
La sfida non è facile, ma abbiamo il dovere del rispetto della "dignità" politica dei moderati, il che significa volare alti, non accettare accordi forzati o imposizioni, ma sperimentare percorsi politici e culturali che conducano verso assetti ed alleanze che valorizzino i principi fondanti del moderatismo: la centralità della persona e del cittadino, la tutela e la promozione della sussidiarietà, il rafforzamento dei corpi intermedi, la riscoperta della politica come inclusione e coinvolgimento di tutte le volontà e le energie del territorio.
Noi non guardiamo ai "capi" in una logica leaderocratica, ma a "teste" pensanti per costruire una classe dirigente nuova proveniente dalla base, attraverso il coinvolgimento di forze civiche e di alleati naturali che condividano un cammino senza voler imporre itinerari forzati.
Chi accetterà questa sfida, avrà l'opportunità di costruire il popolarismo liberale molfettese che abdichi alle logiche d'imposizione estremistiche presenti sul nostro territorio».