ospedale don bello
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Addio guardia medica: studi medici aperti per 16 ore al giorno

E' quanto previsto nell’atto di indirizzo per la medicina convenzionata, approvato dal comitato di settore Regioni-Sanità

Una rivoluzione copernicana potrebbe abbattersi sulla sanità e Molfetta ne sarebbe tra i centri urbani più colpiti.
Ad aprile,infatti, è stato approvato dal comitato di settore Regioni-Sanità l'atto di indirizzo per la medicina convenzionata, atto che prevederebbe l'abolizione della Guardia Medica.

Con il destino del "Mons.Bello" in bilico per via del riordino ospedaliero regionale che al momento salava ufficialmente solo il pronto soccorso, per la città sarebbe una bastonata tremenda che la priverebbe di un altro servizio sanitario indispensabile e tra i più funzionanti. Un servizio, tra l'altro, molto usato anche da residenti nel circondario che riconoscono alla Guardia medica molfettese un alto profilo di professionalità.

Le associazioni di categoria sono insorte: secondo l'Associazione Medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale (Anaao Assomed), l'eliminazione della Guardia Medica si tradurrà infatti inevitabilmente in un incremento del 25% delle prestazioni notturne che dovranno essere gestite dal 118. In sostanza due milioni di prestazioni in più a carico del 118 nella fascia oraria compresa fra mezzanotte e le otto del mattino.
"E' questo lo scenario che si realizzerebbe se, a risorse invariate, entrasse in vigore l'atto di indirizzo per la medicina convenzionata, che prevede l'apertura degli studi dei medici di medicina generale per 16 ore al giorno, con la creazione del ruolo unico di medico di cure primarie e la scomparsa dei medici di continuità assistenziale (l'ex guardia medica)", spiegano da Anaao Assomed.

Durissima anche la posizione dell'associazione dei medici, guidata da Costantino Troise.
"Non pare realistica l'ipotesi di affidare l'assistenza notturna territoriale al servizio di emergenza-urgenza senza prevedere di investire risorse economiche per assumere altri medici, sia nel 118 che nel pronto soccorso, considerato il trasferimento di carichi di lavoro da un sistema all'altro", commenta.
"Peraltro, in nessun Paese d'Oltralpe la gestione dei pazienti con problemi sanitari minori è affidata al servizio di emergenza-urgenza territoriale, esistendo ben nove differenti tipi di offerta di cure primarie territoriali negli orari di chiusura degli studi dei medici di famiglia".

Tuttavia, al Ministero sarebbe in corso un forte dibattito. Infatti, nel documento del Ministero della Salute firmato dal capo di Gabinetto Giuseppe Chiné contenente le osservazioni all'Atto d'indirizzo si legge che sarebbe opportuno "integrare il documento e chiarire che la continuità assistenziale è assicurata anche nelle ore notturne tra le 24 e le 8, secondo gli indirizzi della programmazione regionale, nelle zone caratterizzate da particolari condizioni oro geografiche e di viabilità o da una particolare densità abitativa, nelle zone deprivate e nei piccoli comuni sprovvisti di presidio ospedaliero, avendo particolare riguardo all'assistenza agli anziani e ai pazienti in età pediatrica" mentre "al fine di dissipare ogni dubbio interpretativo in merito all'articolazione oraria del servizio, di precisare che nei giorni di sabato e festivi i medici di cure primarie assicurano la loro attività 'anche' tra le ore 8 e le 20 e non esclusivamente in tale orario".
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