Accoglienza e integrazione, a Molfetta nasce "La rete dei diritti negati"
In villa comunale domenica il confronto sui temi
Molfetta - sabato 27 novembre 2021
"Un pezzo di mondo sta scappando dai conflitti, dittature, miseria e guerre civili devastanti: circa 60 milioni.
Buona parte proviene dalla cintura che circonda l'Europa.
Naufragi, fili spinati e muri sono manifestazioni evidenti di come l'Europa si sia scoperta incapace di reagire con buon senso e umanità.
Un immigrato è solo una bocca in più da sfamare questa è l'idea diffusa. Qualche volta egli è un pericoloso criminale
Ma davvero l'immigrazione è un problema? L'aumento della popolazione di un Paese, (se e quando questa si verifica), è da considerarsi un danno?
La popolazione degli Stati Uniti (grazie alla immigrazione), fra gli anni Quaranta dell'Ottocento e gli anni Venti del Novecento, passò da 17 milioni a 105 milioni di persone. Nel 1920, il 14% dei cittadini americani era nato all'estero e il 25% aveva genitori che erano nati all'estero. Questo aumento vertiginoso della popolazione coincise con uno straordinario periodo di crescita economica.
Oggi ci rifiutiamo a priori di pensare al migrante come ad una risorsa: un potenziale lavoratore, un probabile imprenditore, forse un medico o un uomo di scienza: insomma un essere umano che può rendersi utile al prossimo.
A lui si negano gli elementari diritti e negandogli i diritti gli si nega l'esistenza stessa, lasciandolo preda di gente che ne approfitta talvolta per loschi affari, altre volte sottopagando la sua prestazione d'opera.
Domenica 28 novembre ne parliamo insieme, in Villa Comunale, allo ore 10.00 intorno alla "panchina gialla" quella, appunto, dei diritti negati: l'esperienza Riace con i protagonisti di quella stagione, testimonianze di migranti e musiche dei vari continenti, ma anche che cosa si può fare qui ed ora. (in caso di pioggia, l'iniziativa si svolgerà al C.so Umberto, Galleria Liborio Romano)
La rete dei diritti negati"
Buona parte proviene dalla cintura che circonda l'Europa.
Naufragi, fili spinati e muri sono manifestazioni evidenti di come l'Europa si sia scoperta incapace di reagire con buon senso e umanità.
Un immigrato è solo una bocca in più da sfamare questa è l'idea diffusa. Qualche volta egli è un pericoloso criminale
Ma davvero l'immigrazione è un problema? L'aumento della popolazione di un Paese, (se e quando questa si verifica), è da considerarsi un danno?
La popolazione degli Stati Uniti (grazie alla immigrazione), fra gli anni Quaranta dell'Ottocento e gli anni Venti del Novecento, passò da 17 milioni a 105 milioni di persone. Nel 1920, il 14% dei cittadini americani era nato all'estero e il 25% aveva genitori che erano nati all'estero. Questo aumento vertiginoso della popolazione coincise con uno straordinario periodo di crescita economica.
Oggi ci rifiutiamo a priori di pensare al migrante come ad una risorsa: un potenziale lavoratore, un probabile imprenditore, forse un medico o un uomo di scienza: insomma un essere umano che può rendersi utile al prossimo.
A lui si negano gli elementari diritti e negandogli i diritti gli si nega l'esistenza stessa, lasciandolo preda di gente che ne approfitta talvolta per loschi affari, altre volte sottopagando la sua prestazione d'opera.
Domenica 28 novembre ne parliamo insieme, in Villa Comunale, allo ore 10.00 intorno alla "panchina gialla" quella, appunto, dei diritti negati: l'esperienza Riace con i protagonisti di quella stagione, testimonianze di migranti e musiche dei vari continenti, ma anche che cosa si può fare qui ed ora. (in caso di pioggia, l'iniziativa si svolgerà al C.so Umberto, Galleria Liborio Romano)
La rete dei diritti negati"