Cronaca
A Torre Calderina continua l'emergenza: LE FOTO
Pasquale Salvemini: «Intervenga il Comune e la Città Metropolitana»
Molfetta - giovedì 2 febbraio 2017
Continua la situazione di emergenza ambientale nei pressi di Torre Calderina. Scarichi fognari, odori poco gradevoli, acqua non di certo cristallina e la strada che sta per scomparire, corrosa dal tempo, dagli agenti atmosferici e dall'assenza di interventi tanto da essere interdetta al traffico.
Insomma, Molfetta sarebbe alle prese con una nuova grana ambientale che, al contempo, starebbe anche precludendo uno dei suoi simboli, Torre Calderina, appunto, che rischia di restare isolata.
«Non serviva un veggente per intuire ciò che si sarebbe verificato e che WWF e LAC avevano già previsto da tempo, sin da quando si continuavano a raccontare false verità su Torre Calderina, su condotta fognaria e depuratore in piena funzionalità, oasi ripulita dai rifiuti e una spiaggia per cani mai entrata in funzione», spiega Pasquale Salvemini.
Da anni le associazioni stanno segnalando quanto sta accadendo.
«Non cambia la qualità delle acque che fuoriescono dalla condotta fognaria proveniente dal depuratore di Molfetta: acque sporche con un'alta presenza di tensioattivi. Ci si trova, dunque, dinanzi a uno scenario ben diverso da quello di un'oasi di protezione», continua Salvemini.
«Riteniamo indispensabile uno specifico intervento da parte della Città Metropolitana e del Comune di Molfetta per delineare delle attività di recupero di detta risorsa storica e naturalistica», conclude.
Insomma, Molfetta sarebbe alle prese con una nuova grana ambientale che, al contempo, starebbe anche precludendo uno dei suoi simboli, Torre Calderina, appunto, che rischia di restare isolata.
«Non serviva un veggente per intuire ciò che si sarebbe verificato e che WWF e LAC avevano già previsto da tempo, sin da quando si continuavano a raccontare false verità su Torre Calderina, su condotta fognaria e depuratore in piena funzionalità, oasi ripulita dai rifiuti e una spiaggia per cani mai entrata in funzione», spiega Pasquale Salvemini.
Da anni le associazioni stanno segnalando quanto sta accadendo.
«Non cambia la qualità delle acque che fuoriescono dalla condotta fognaria proveniente dal depuratore di Molfetta: acque sporche con un'alta presenza di tensioattivi. Ci si trova, dunque, dinanzi a uno scenario ben diverso da quello di un'oasi di protezione», continua Salvemini.
«Riteniamo indispensabile uno specifico intervento da parte della Città Metropolitana e del Comune di Molfetta per delineare delle attività di recupero di detta risorsa storica e naturalistica», conclude.