Cronaca
«A Molfetta si spara in pieno giorno». La notizia diffusa dal Liberatorio
Tre fori sono rimasti sui vetri di un portone di via Madre Teresa di Calcutta
Molfetta - domenica 24 febbraio 2019
19.38
«La notizia non è stata riportata da nessun organo di stampa, né diramata da qualche comunicato stampa dalle forze dell'ordine, eppure gli abitanti in via Madre Teresa di Calcutta, hanno vissuto attimi di paura e ancora temono per altri episodi di rappresaglia».
«Martedì 19 febbraio, alle ore 15.30 circa - si legge in una nota diffusa dal Liberatorio Politico - due individui, su una moto, hanno esploso tre colpi d'arma da fuoco sui vetri di un portone condominiale. Nel silenzio pomeridiano le esplosioni si sono sentite nitidamente e i tre fori rimasti sui vetri sono la prova che l'arma usata non era "un giocattolo"».
«Sicuramente un avvertimento, o un atto intimidatorio, nei confronti di qualche pregiudicato o abitante di quella palazzina popolare - è l'ipotesi del movimento di Matteo d'Ingeo -. I colpi sono stati esplosi ad altezza d'uomo e per fortuna in quel momento non transitava nessuno». I Carabinieri della locale Compagnia, che hanno ricevuto la segnalazione alla centrale operativa del 112, indagano sull'accaduto. «Questo episodio - scrive il Liberatorio Politico - richiama l'esplosione avvenuta il 14 gennaio scorso, quando una bomba ha distrutto un'autovettura in via San Francesco d'Assisi, alla stessa ora del pomeriggio e anche in quel caso gli attentatori si sono mossi in due su di una moto. Probabilmente le motivazioni che sono a monte dei due atti intimidatori sono diverse come anche i destinatari».
«È preoccupante che in questa città, in pieno giorno - si legge -, possano avvenire simili atti con il rischio di coinvolgere cittadini ignari e potenziali vittime innocenti di atti criminali. Negli anni '90, quando "le famiglie" malavitose molfettesi avevano stretto un patto per il controllo dei quartieri dove si spacciava droga, le sparatorie e gli atti dinamitardi erano necessari quando qualcuno sconfinava nel territorio altrui. Invece oggi cosa c'è dietro questi fatti?».
«I soliti screzi personali, fatti passionali? Oppure - termina - siamo tornati ai vecchi tempi con le nuove generazioni (molto pericolose) alla ricerca di ribalta e affermazione nell'ambito dei nuovi assetti organizzativi delle nostre "famiglie" per il controllo dello spaccio della droga e di molteplici attività illecite?».
«Martedì 19 febbraio, alle ore 15.30 circa - si legge in una nota diffusa dal Liberatorio Politico - due individui, su una moto, hanno esploso tre colpi d'arma da fuoco sui vetri di un portone condominiale. Nel silenzio pomeridiano le esplosioni si sono sentite nitidamente e i tre fori rimasti sui vetri sono la prova che l'arma usata non era "un giocattolo"».
«Sicuramente un avvertimento, o un atto intimidatorio, nei confronti di qualche pregiudicato o abitante di quella palazzina popolare - è l'ipotesi del movimento di Matteo d'Ingeo -. I colpi sono stati esplosi ad altezza d'uomo e per fortuna in quel momento non transitava nessuno». I Carabinieri della locale Compagnia, che hanno ricevuto la segnalazione alla centrale operativa del 112, indagano sull'accaduto. «Questo episodio - scrive il Liberatorio Politico - richiama l'esplosione avvenuta il 14 gennaio scorso, quando una bomba ha distrutto un'autovettura in via San Francesco d'Assisi, alla stessa ora del pomeriggio e anche in quel caso gli attentatori si sono mossi in due su di una moto. Probabilmente le motivazioni che sono a monte dei due atti intimidatori sono diverse come anche i destinatari».
«È preoccupante che in questa città, in pieno giorno - si legge -, possano avvenire simili atti con il rischio di coinvolgere cittadini ignari e potenziali vittime innocenti di atti criminali. Negli anni '90, quando "le famiglie" malavitose molfettesi avevano stretto un patto per il controllo dei quartieri dove si spacciava droga, le sparatorie e gli atti dinamitardi erano necessari quando qualcuno sconfinava nel territorio altrui. Invece oggi cosa c'è dietro questi fatti?».
«I soliti screzi personali, fatti passionali? Oppure - termina - siamo tornati ai vecchi tempi con le nuove generazioni (molto pericolose) alla ricerca di ribalta e affermazione nell'ambito dei nuovi assetti organizzativi delle nostre "famiglie" per il controllo dello spaccio della droga e di molteplici attività illecite?».