Convegno
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A Molfetta il convegno "La dieta mediterranea nell'alimentazione dello sportivo"

L'evento ha preceduto l'inizio degli assoluti di atletica ieri pomeriggio

"I Campionati Assoluti di Atletica leggera a Molfetta sono un evento storico, qualcosa che ricorderemo come città per moltissimi anni": non ha usato comprensibilmente mezzi termini il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, per descrivere la portata della kermesse sportiva che in questo weekend colorerà la vita cittadina.

Ad aprire le danze di questo speciale fine settimana, poco prima dell'inizio delle gare, ci ha pensato il convegno "La dieta mediterranea nell'alimentazione dello sportivo", tenutosi venerdì 28 luglio presso la Sala Conferenze del Palazzo della Musica; la conferenza, organizzata dall'amministrazione comunale, dalla Coldiretti Molfetta e dalla Federazione Italiana di Atletica leggera, ha visto la partecipazione, oltre che del sindaco Minervini, anche del dott. Giacomo Leone, presidente FIDAL Puglia, del dott. Pietro Piccioni, direttore regionale Coldiretti, e della dott.ssa Francesca Labianca, biologa nutrizionista.

Special guest il campione di salto triplo di origine salentina Daniele Greco, il quale parteciperà anche alle gare di questi giorni a Molfetta, vantando un palmares invidiabile: campione europeo indoor a Göteborg 2013, medaglia d'oro agli Europei under 23 di Kaunas 2009 e ai Giochi del Mediterraneo di Mersin 2013, è considerato dopo il primatista Fabrizio Donato il secondo migliore triplista italiano di sempre. Il convegno ha messo al centro della sua riflessione l'importanza della cosiddetta "dieta mediterranea", quel modo di nutrirsi semplice e genuino, tipico dei popoli della culla del Mediterraneo e che continua a ottenere il plauso di scienziati e teorici per i grandi vantaggi che apporta al fisico dell'individuo, sportivo e non.

La dieta mediterranea preserva al suo interno germi di ricchezza che la rendono, a dispetto della sua presunta semplicità, ricca e variegata: questo a ragione della biodiversità dell'ambiente italiano, dove possiamo trovare per esempio varietà di olio di oliva particolari e diversi anche solo a poche centinaia di metri gli uni dagli altri. Un patrimonio da difendere e preservare, il quale si è diffuso in tutto il mondo con i movimenti migratori dei popoli del Mediterraneo, allargando universalmente la conoscenza di questo tipo di dieta, ormai diventata patrimonio immateriale dell'Unesco.

La centralità del mondo agricolo in questo modello è ovviamente molto spiccata. Parliamo di un mondo fatto di lentezza e di lavoro certosino, cosa testimoniata dallo stesso Daniele Greco, erede di una lunga tradizione agricola e che accanto alla carriera di atleta si è impegnato anche nella costruzione di una sua azienda agricola: Greco ha quindi portato l'esempio della riscoperta semola Senatore Cappelli, un grano antico che oggi conosce nuova vitalità e apprezzamento, ma che negli anni passati era stato abbandonato perché caratterizzato da spighe molto alte che ostacolavano un veloce raccolto meccanico.

Adesso l'azienda agroalimentare si ritrova a richiedere questo grano, dovendosi affidare alle importazioni per poterne usufruire. La chiave di volta della dieta mediterranea è quindi tutta in una tradizione da considerarsi aurea: non sono perciò mancati gli strali del dott. Piccioni come rappresentante della Coldiretti verso quelle forme di cibo di sintesi che minacciano la salubrità dei nostri prodotti, oppure verso i cibi ipercalorici da fast-food o di derivazione estera che, sebbene di gran moda, nulla aggiungono in termini nutrizionali alla nostra dieta, anzi spesso risultano anche dannosi se consumati abitualmente. È spettato poi al dott. Giacomo Leone della FIDAL e alla nutrizionista Francesca Labianca raccogliere le fila del discorso e illustrare l'importanza della dieta mediterranea nel regime alimentare dello sportivo.

Gli atleti oramai raccolgono attorno a sé uno stuolo di figure professionali, tutte focalizzate sul suo benessere e sul miglioramento delle sue prestazioni, tra cui ovviamente non possono mancare gli esperti in nutrizione. Se negli anni passati si riteneva che il miglior regime alimentare per un atleta fosse quello di matrice scandinava, eccessivamente proteico e lipidico, adesso invece si limita questo tipo di approccio solo ad alcune fasi particolarmente delicate dell'allenamento dello sportivo, privilegiando invece la dieta mediterranea per il resto del tempo.

Anche la stessa dieta mediterranea, ha spiegato la dott.ssa Labianca, ha subito alcuni aggiustamenti nel corso degli ultimi anni: nell'ideale piramide alimentare di cibi da consumare più o meno frequentemente, la base costituita dai carboidrati è stata sostituita dall'idratazione, ritenendo che lo stile di vita moderno necessiti di meno carboidrati rispetto al passato, considerato quanto siamo diventati più sedentari rispetto ai nostri antenati che "inventarono" la dieta mediterranea.

Un altro interessante chiarimento è stato quello relativo ai tanto diffusi integratori, considerati non necessari quando il carico di lavoro e allenamento non siano eccessivi: piuttosto l'atleta deve riscoprire l'olio di oliva, vero toccasana ed elisir di nutrienti necessari all'organismo, e che da pugliesi abbiamo la fortuna di poter consumare praticamente a chilometro zero. Come ideale preambolo dei Campionati assoluti di Atletica leggera, quindi, il "Convegno sulla dieta mediterranea nell'alimentazione dello sportivo" ha avuto il merito di rinsaldare il rapporto strettissimo tra alimentazione e sport come pratiche benefiche dentro uno stile di vita sano.
L'occasione del resto è particolarmente ghiotta per portare avanti questi messaggi: siamo nel bel mezzo dei primi Campionati di questo genere svolti nella provincia pugliese e, in generale, essi si sono svolti a sud di Roma solo tre volte.

La portata storica dell'evento, ben riaffermata dal sindaco Minervini in apertura, rende quindi perfettamente ragione della volontà di Coldiretti, produttori, nutrizionisti ed esperti del settore di riaffermare la ricchezza alimentare che caratterizza le nostre terre e la nostra dieta, sottolineando sempre e comunque che si tratta però di una ricchezza fragile, incerta, sempre necessariamente da difendere e su cui sensibilizzare quanta più gente possibile.
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