A che punto sono i lavori all'impianto di depurazione di Molfetta?
AQP: «Impegnati a garantire la massima efficienza»
Molfetta - martedì 9 ottobre 2018
Acquedotto Pugliese mette nero su bianco lo stato dell'impianto di depurazione di Molfetta a seguito dei lavori di cui è stato oggetto.
A chiedere lumi l'ex sindaco e attuale consigliere comunale di Sinistra Italiana Paola Natalicchio.
Come si legge dai documenti di AQP, gli interventi alla struttura sono stati ultimati il 14 novembre scorso per una spesa complessiva di oltre 3 milioni di Euro.
Un progetto di riqualificazione a ampio raggio che ha visto, per esempio, la sostituzione di due elettromiscelatori lenti e di due elettropompe di aggottamento, la costituzione di un nuovo pozzetto di sollevamento acqua, la realizzazione di un nuovo locale completo di compressori e tubazioni e di uno destinato a essere fornito di un nuovo gruppo antincendio. Ma si è intervenuti anche sulla linea fanghi e poi sulla formazione di nuove opere come l'impianto elettrico e la nuova rete di raccolta delle acque meteoriche.
«Con l'ultimazione dei lavori di potenziamento sono state risolte molte criticità infrastrutturali dell'impianto e si sono rinnovate molte apparecchiature elettromeccaniche ormai obsolete», scrive AQP che dimostra anche come, grazie a ciò, «l'efficienza depurativa dell'impianto è gradualmente migliorata», garantendo anche il proprio impegno affinchè si faccia ancora meglio.
Bisogna ricordare che nell'estate 2013 l'impianto fu sequestrato.
«Feci un sopralluogo, insieme a Rosalba Gadaleta, allora assessore all'Ambiente. Scoprimmo un Vaso di Pandora, fatto di anni di malagestione. Il Comune che pretese (giunta Tommaso Minervini Uno) di gestire l'impianto in autonomia. Poi lo appalto' a una ditta, fallita. Progetto' lavori di ampliamento che, in un decennio, non si fecero mai. Costrui' un impianto di affinamento delle acque reflue andato poi completamente abbandonato. Un depuratore allo sbando, pompe distrutte, smaltimento dei fanghi in tilt, lavoratori a rischio. Decidemmo con fermezza di convincere Aqp a riprendere in gestione l'impianto. Concertammo una soluzione con la Regione, con l'Aip (l'aurorita' idrica pugliese) e con Aqp, appunto. Nel 2014 il passaggio-salvataggio. Non fu perso un solo posto di lavoro. Furono fatte immediatamente le manutenzioni straordinarie. Furono stanziati 3 milioni di euro per lavori che aspettavano da dieci anni di essere compiuti. In tre anni i lavori sono finiti. Le tabelle parlano chiaro. C'e' un prima e c'e' un dopo. L'inquinamento, il pericolo per le nostre acque, la messa in sicurezza e l'uscita dall'emergenza. Le date sono nostre: 2014, 2015», scrive Paola Natalicchio.
A chiedere lumi l'ex sindaco e attuale consigliere comunale di Sinistra Italiana Paola Natalicchio.
Come si legge dai documenti di AQP, gli interventi alla struttura sono stati ultimati il 14 novembre scorso per una spesa complessiva di oltre 3 milioni di Euro.
Un progetto di riqualificazione a ampio raggio che ha visto, per esempio, la sostituzione di due elettromiscelatori lenti e di due elettropompe di aggottamento, la costituzione di un nuovo pozzetto di sollevamento acqua, la realizzazione di un nuovo locale completo di compressori e tubazioni e di uno destinato a essere fornito di un nuovo gruppo antincendio. Ma si è intervenuti anche sulla linea fanghi e poi sulla formazione di nuove opere come l'impianto elettrico e la nuova rete di raccolta delle acque meteoriche.
«Con l'ultimazione dei lavori di potenziamento sono state risolte molte criticità infrastrutturali dell'impianto e si sono rinnovate molte apparecchiature elettromeccaniche ormai obsolete», scrive AQP che dimostra anche come, grazie a ciò, «l'efficienza depurativa dell'impianto è gradualmente migliorata», garantendo anche il proprio impegno affinchè si faccia ancora meglio.
Bisogna ricordare che nell'estate 2013 l'impianto fu sequestrato.
«Feci un sopralluogo, insieme a Rosalba Gadaleta, allora assessore all'Ambiente. Scoprimmo un Vaso di Pandora, fatto di anni di malagestione. Il Comune che pretese (giunta Tommaso Minervini Uno) di gestire l'impianto in autonomia. Poi lo appalto' a una ditta, fallita. Progetto' lavori di ampliamento che, in un decennio, non si fecero mai. Costrui' un impianto di affinamento delle acque reflue andato poi completamente abbandonato. Un depuratore allo sbando, pompe distrutte, smaltimento dei fanghi in tilt, lavoratori a rischio. Decidemmo con fermezza di convincere Aqp a riprendere in gestione l'impianto. Concertammo una soluzione con la Regione, con l'Aip (l'aurorita' idrica pugliese) e con Aqp, appunto. Nel 2014 il passaggio-salvataggio. Non fu perso un solo posto di lavoro. Furono fatte immediatamente le manutenzioni straordinarie. Furono stanziati 3 milioni di euro per lavori che aspettavano da dieci anni di essere compiuti. In tre anni i lavori sono finiti. Le tabelle parlano chiaro. C'e' un prima e c'e' un dopo. L'inquinamento, il pericolo per le nostre acque, la messa in sicurezza e l'uscita dall'emergenza. Le date sono nostre: 2014, 2015», scrive Paola Natalicchio.