8 marzo, le grandi donne che hanno fatto la storia di Molfetta
L'associazione "Eredi della Storia" ricorda le prime figure femminili impegnate nella politica locale
Molfetta - mercoledì 8 marzo 2023
11.51
L'associazione "Eredi della Storia" ricorda la ricorrenza odierna della Festa della Donna:
È bene specificare che la celebrazione della giornata dell'8 Marzo riveste una notevole importanza non solo per l'universo femminile, ma anche per quello maschile. Per ricordare il profondo significato di questa giornata bisogna fermarsi a riflettere su quanto sia stato difficile in Italia, il cammino che le donne hanno dovuto affrontare per la conquista di quei diritti che avrebbero permesso loro di inserirsi nella vita sociale e politica del nostro paese.
Un lungo cammino che è iniziato sin dalla proclamazione del Regno d'Italia nel 1861 e che è proseguito a piccoli passi fino ai giorni nostri. Se nel 1874 viene riconosciuta alle donne la possibilità di accedere alle scuole superiori, bisogna arrivare alla 1° guerra mondiale (1915-1918) per vedere le donne rivendicare con maggior consapevolezza i propri diritti. Infatti con gli uomini al fronte hanno imparato a guidare il tram e a spingere l'aratro e si sono rese conto della loro forza.
In questo percorso di emancipazione, troviamo nei primi anni del 1900 il contributo di Maria Montessori, una delle prime donne in Italia a laurearsi in medicina, e della scrittrice Matilde Serao che fonda a Napoli insieme al marito il giornale "Il mattino". Durante il ventennio fascista la voce delle donne sembra farsi sentire poco. Ma la tragedia della 2° guerra mondiale (1940-1945) se vede le donne del Sud attivarsi e reagire alle rappresaglie tedesche, ci fa anche ritrovare nella Repubblica di Salò giovani donne inquadrate in un corpo di ausiliarie, mentre sulle montagne del Nord si attivano le altrettanto giovani staffette partigiane che danno il loro contributo alla Resistenza. Tra queste ultime ricordiamo Tina Anselmi all'epoca diciasettenne, futura Ministra del lavoro e promotrice della legge sulle Pari opportunità.
E finalmente le donne fanno sentire tutto il loro peso in campo istituzionale quando, nel 1946 con la conquista del diritto di voto, il 2 Giugno vanno a votare per il Referendum e anche per scegliere i membri dell'Assemblea costituente che deve provvedere a redigere una nuova Costituzione. Tra i 559 eletti le donne sono solo 21. La più giovane ha 25 anni, si chiama Teresa Mattei ed è lei che, per ricordare la giornata dell'8 Marzo, ha l'idea di associare la mimosa all'ora in piena fioritura.
E l'atmosfera di emancipazione e di libertà compresse per 20 anni si fa sentire anche a Molfetta dove, nelle liste per l'elezione del sindaco indette per il 10 novembre 1946, figureranno 8 donne distribuite in vari partiti e provenienti per lo più dall'attivismo cattolico: sono docenti, artigiane, assidue frequentatrici delle parrocchie. Tra di esse ricordiamo la professoressa Marianna Durazzini, unica eletta laureata a pieni voti in medicina a Padova e poi in lettere classiche a Firenze, docente nel Liceo Classico locale. Tra le candidate non elette figurano Giacoma fiorentino artigiana nel settore dell'abbigliamento zia del compianto dottor Nunzio e ancora Luisa Catacchio, imprenditrice che, alla morte del padre nel 1940, subentra nella conduzione del pastificio di famiglia.
Nella tornata elettorale a Molfetta del maggio 1949, che vede l'elezione a sindaco del generale Luigi Amato, troviamo 2 donne nella Giunta comunale. Si tratta di Elena Germano, laureata in lettere che assume l'incarico di assessora al Personale e al Contenzioso dimostrando notevoli capacità nell'affrontare le difficili problematiche della città. E Angela Mastropasqua, maestra elementare, presidente della Consulta cattolica donne, che assume l'incarico di assessora alla Pubblica Istruzione.
Ma la lotta delle donne per la conquista dei diritti negati non conosce sosta e continua ancora oggi, perché alle donne non viene mai meno il coraggio di guardare al futuro per costruire un mondo migliore, sempre orgogliose del loro "Essere Donne".
In foto Nanda Amato, consulente storica dell'associazione.
È bene specificare che la celebrazione della giornata dell'8 Marzo riveste una notevole importanza non solo per l'universo femminile, ma anche per quello maschile. Per ricordare il profondo significato di questa giornata bisogna fermarsi a riflettere su quanto sia stato difficile in Italia, il cammino che le donne hanno dovuto affrontare per la conquista di quei diritti che avrebbero permesso loro di inserirsi nella vita sociale e politica del nostro paese.
Un lungo cammino che è iniziato sin dalla proclamazione del Regno d'Italia nel 1861 e che è proseguito a piccoli passi fino ai giorni nostri. Se nel 1874 viene riconosciuta alle donne la possibilità di accedere alle scuole superiori, bisogna arrivare alla 1° guerra mondiale (1915-1918) per vedere le donne rivendicare con maggior consapevolezza i propri diritti. Infatti con gli uomini al fronte hanno imparato a guidare il tram e a spingere l'aratro e si sono rese conto della loro forza.
In questo percorso di emancipazione, troviamo nei primi anni del 1900 il contributo di Maria Montessori, una delle prime donne in Italia a laurearsi in medicina, e della scrittrice Matilde Serao che fonda a Napoli insieme al marito il giornale "Il mattino". Durante il ventennio fascista la voce delle donne sembra farsi sentire poco. Ma la tragedia della 2° guerra mondiale (1940-1945) se vede le donne del Sud attivarsi e reagire alle rappresaglie tedesche, ci fa anche ritrovare nella Repubblica di Salò giovani donne inquadrate in un corpo di ausiliarie, mentre sulle montagne del Nord si attivano le altrettanto giovani staffette partigiane che danno il loro contributo alla Resistenza. Tra queste ultime ricordiamo Tina Anselmi all'epoca diciasettenne, futura Ministra del lavoro e promotrice della legge sulle Pari opportunità.
E finalmente le donne fanno sentire tutto il loro peso in campo istituzionale quando, nel 1946 con la conquista del diritto di voto, il 2 Giugno vanno a votare per il Referendum e anche per scegliere i membri dell'Assemblea costituente che deve provvedere a redigere una nuova Costituzione. Tra i 559 eletti le donne sono solo 21. La più giovane ha 25 anni, si chiama Teresa Mattei ed è lei che, per ricordare la giornata dell'8 Marzo, ha l'idea di associare la mimosa all'ora in piena fioritura.
E l'atmosfera di emancipazione e di libertà compresse per 20 anni si fa sentire anche a Molfetta dove, nelle liste per l'elezione del sindaco indette per il 10 novembre 1946, figureranno 8 donne distribuite in vari partiti e provenienti per lo più dall'attivismo cattolico: sono docenti, artigiane, assidue frequentatrici delle parrocchie. Tra di esse ricordiamo la professoressa Marianna Durazzini, unica eletta laureata a pieni voti in medicina a Padova e poi in lettere classiche a Firenze, docente nel Liceo Classico locale. Tra le candidate non elette figurano Giacoma fiorentino artigiana nel settore dell'abbigliamento zia del compianto dottor Nunzio e ancora Luisa Catacchio, imprenditrice che, alla morte del padre nel 1940, subentra nella conduzione del pastificio di famiglia.
Nella tornata elettorale a Molfetta del maggio 1949, che vede l'elezione a sindaco del generale Luigi Amato, troviamo 2 donne nella Giunta comunale. Si tratta di Elena Germano, laureata in lettere che assume l'incarico di assessora al Personale e al Contenzioso dimostrando notevoli capacità nell'affrontare le difficili problematiche della città. E Angela Mastropasqua, maestra elementare, presidente della Consulta cattolica donne, che assume l'incarico di assessora alla Pubblica Istruzione.
Ma la lotta delle donne per la conquista dei diritti negati non conosce sosta e continua ancora oggi, perché alle donne non viene mai meno il coraggio di guardare al futuro per costruire un mondo migliore, sempre orgogliose del loro "Essere Donne".
In foto Nanda Amato, consulente storica dell'associazione.