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50 anni dell’Avis: logo creato dagli alunni dell’Istituto “Mons. Bello”

Il presidente Gadaleta: «emergenza rientrata, ma non dimentichiamo di donare sangue»

Giovanna Piscitelli della 4 G settore grafica dell'Istituto "Mons. Bello" di Molfetta è la vincitrice del concorso per la creazione del logo per celebrare i 50 anni di presenza sul territorio dell'Avis.

Il logo creato da Giovanna è semplice e racconta la storia di una grande associazione di volontariato e dello stretto rapporto con la nostra città.

Il simbolo dell'Avis rimane quello tradizionale ma la semplice scritta Molfetta, con una grafia quasi elementare dona al lavoro una sensazione di chiarezza e di raffinatezza. Il Duomo stilizzato è veramente una chicca preziosa al suo elaborato. Semplice, dicevamo, al contempo anche efficace, comunicativo e tipograficamente utilizzabile. Infatti, il poterlo utilizzare dal punto di vista tipografico è stata la carta vincente.

Non è stata facile la scelta per commissione composta da tre docenti e due componenti dell'Avis, il presidente, Cosimo Gadaleta, e Gaetano Amato, tipografo della "Nuova Mezzina".

E' il presidente dell'Avis a motivare la vittoria: «abbiamo scelto in base alle esigenze tipografiche, oltre che la pertinenza al territorio». L'elaborato di Giovanna Piscitelli, come dicevamo, racchiude queste caratteristiche. «Gli altri elaborati- ha assicurato Gadaleta- verranno utilizzati per la creazione di manifesti e locandine».

I lavori dei ragazzi saranno in mostra presso la sala dei Templari sino al 29 gennaio prossimo. L'inaugurazione è stato un momento di festa per l'Istituto, che ha visto la presenza dei docenti, della dirigente scolastica, Maria Rosaria Pugliese, e ovviamente degli alunni, e per l'Avis, che continua incessantemente il suo lavoro di promozione sul territorio e nelle scuole.

Abbiamo chiesto al presidente, Cosimo Gadaleta, come è cambiato in questi 50 anni l'Avis: «nel novembre del 1967 erano in pochi coloro che decisero di mettere insieme questa associazione finalizzata all'esigenza della donazione di sangue. All'epoca a Molfetta non c'era il Centro trasfusionale e pertanto si doveva andare a Barletta oppure la raccolta avveniva nei pressi delle chiese, in alcuni locali, e a volte anche nelle tende.

All'inizio erano pochi i donatori, fino ad arrivare agli anni '80 quanto venne istituito il Centro trasfusionale a Molfetta, che tutt'oggi è il fiore all'occhiello della Regione Puglia, basti pensare che raccoglie circa 13 mila sacche fra sangue, plasma, piastrine e emaferesi, siamo un serbatoio da cui attingono molti ospedali, in primis il Policlinico».

Oggi l'Avis di Molfetta conta circa 1500 donatori attivi, nel senso che donano in maniera periodica e continuativa. L'anno 2016 si è chiuso con 3050 donazioni.

Dopo l'appello lanciato dall'Avis nei giorni scorsi, prontamente i donatori hanno risposto. Infatti, è rientrata anche l'emergenza per la mancanza di sangue, in particolare dello 0 negativo, per cui si è dovuto sospendere anche degli interventi, operando solo le urgenze.

Il presidente Gadaleta precisa «è rientrata l'emergenza, ma non dimentichiamoci di donare sangue perché è l'unico elemento che al momento non può essere riprodotto in laboratorio».
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