
Chiesa locale
32 anni senza don Tonino Bello, uomo di fede e speranza
Il 20 dicembre 1993 si spegneva a causa di una malattia
Molfetta - domenica 20 aprile 2025
18.09
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la vittoria della Vita sulla morte, la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi ricorda il dies natalis del Venerabile Antonio Bello, avvenuto il 20 aprile 1993, che quest'anno coincide con la Santa Pasqua. Una singolare e provvidenziale coincidenza che invita a contemplare il mistero pasquale alla luce della testimonianza di un pastore che ha fatto della speranza la trama viva del suo ministero episcopale.
Nel cammino giubilare in corso, dedicato proprio alla virtù della speranza, l'Ufficio diocesano per le Cause dei Santi ha voluto offrire alla comunità alcune riflessioni sul significato profondo di questa virtù, che don Tonino ha incarnato in modo esemplare. La sua figura si staglia come autentico "segno di speranza", capace di interpellare le coscienze e orientare i cuori verso un'umanità riconciliata e fraterna.
La speranza, per don Tonino, non è mai stata un'idea astratta, ma una forza concreta, dinamica, che spinge ad "uscire", a mettersi in cammino, a "sporcare le mani" nelle pieghe della storia, là dove l'umanità geme e attende redenzione. Le sue parole e i suoi gesti sollecitano ancora oggi a costruire relazioni inclusive e solidali, ad abitare con compassione le periferie sociali e spirituali del nostro tempo.
In particolare, i giovani trovavano in lui una guida appassionata e un maestro di futuro. A loro, don Tonino chiedeva un impegno supplementare per la pace, una pace intesa non solo come assenza di guerra, ma come giustizia sociale, come convivialità delle differenze. La sua proposta di "organizzare la speranza" rimane attuale e urgente: una speranza che non è individuale, ma comunitaria, ecclesiale, profondamente politica nel senso più alto del termine.
In questo tempo pasquale, il ricordo di don Tonino diventa invito a credere ancora nei sogni che cambiano il mondo, a rompere le corazze dello scetticismo e del disincanto, a camminare come pellegrini della speranza. Perché i semi di bene piantati sulla terra troveranno la loro piena fioritura nel Cielo.
Nel cammino giubilare in corso, dedicato proprio alla virtù della speranza, l'Ufficio diocesano per le Cause dei Santi ha voluto offrire alla comunità alcune riflessioni sul significato profondo di questa virtù, che don Tonino ha incarnato in modo esemplare. La sua figura si staglia come autentico "segno di speranza", capace di interpellare le coscienze e orientare i cuori verso un'umanità riconciliata e fraterna.
La speranza, per don Tonino, non è mai stata un'idea astratta, ma una forza concreta, dinamica, che spinge ad "uscire", a mettersi in cammino, a "sporcare le mani" nelle pieghe della storia, là dove l'umanità geme e attende redenzione. Le sue parole e i suoi gesti sollecitano ancora oggi a costruire relazioni inclusive e solidali, ad abitare con compassione le periferie sociali e spirituali del nostro tempo.
In particolare, i giovani trovavano in lui una guida appassionata e un maestro di futuro. A loro, don Tonino chiedeva un impegno supplementare per la pace, una pace intesa non solo come assenza di guerra, ma come giustizia sociale, come convivialità delle differenze. La sua proposta di "organizzare la speranza" rimane attuale e urgente: una speranza che non è individuale, ma comunitaria, ecclesiale, profondamente politica nel senso più alto del termine.
In questo tempo pasquale, il ricordo di don Tonino diventa invito a credere ancora nei sogni che cambiano il mondo, a rompere le corazze dello scetticismo e del disincanto, a camminare come pellegrini della speranza. Perché i semi di bene piantati sulla terra troveranno la loro piena fioritura nel Cielo.