29 anni fa la morte di Paolo Borsellino. Anche a Molfetta una targa commemorativa
L'iniziativa promossa dall'associazione culturale Symposium
Molfetta - lunedì 19 luglio 2021
10.28
Ventinove anni fa, il 19 luglio del 1992, in via D'Amelio rimasero uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Ancora oggi i fatti collegati a quella strage non sono chiari. Per certo il giudice Paolo Borsellino e i componenti della sua scorta furono uccisi 57 giorni dopo la morte del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie, e degli agenti della scorta. Attentati collegati. "Ora tocca a me" aveva detto lo stesso Borsellino quando aveva appreso della morte del suo collega e amico Falcone. E così fu.
Ma Borsellino non si fermò. Non arretrò di fronte alle provocazioni, alle minacce, alle menzogne, a tutte le azioni mosse per fermarlo. "È normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante - disse - è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti".
Anche per questo l'iniziativa dell'associazione Symposium assume un significato importante. Insieme con i componenti dell'associazione, del vicepresidente nazionale FAI Antiracket Renato De Scisciolo del vicario diocesano don Raffaele Tatulli abbiamo scoperto una targa dedicata al magistrato vittima di mafia proprio nella strada che Molfetta, da tempo, ha voluto intitolargli.
Per tutti è un dovere morale ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino.
Ancora oggi i fatti collegati a quella strage non sono chiari. Per certo il giudice Paolo Borsellino e i componenti della sua scorta furono uccisi 57 giorni dopo la morte del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie, e degli agenti della scorta. Attentati collegati. "Ora tocca a me" aveva detto lo stesso Borsellino quando aveva appreso della morte del suo collega e amico Falcone. E così fu.
Ma Borsellino non si fermò. Non arretrò di fronte alle provocazioni, alle minacce, alle menzogne, a tutte le azioni mosse per fermarlo. "È normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante - disse - è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti".
Anche per questo l'iniziativa dell'associazione Symposium assume un significato importante. Insieme con i componenti dell'associazione, del vicepresidente nazionale FAI Antiracket Renato De Scisciolo del vicario diocesano don Raffaele Tatulli abbiamo scoperto una targa dedicata al magistrato vittima di mafia proprio nella strada che Molfetta, da tempo, ha voluto intitolargli.
Per tutti è un dovere morale ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino.