Cronaca
28 auto incendiate nel 2020. Il Liberatorio: «Siamo ancora al punto di partenza?»
Il movimento di d'Ingeo chiede «cosa si sta facendo per l'attivazione della videosorveglianza nei quartieri più a rischio»
Molfetta - lunedì 2 novembre 2020
10.46
«Cosa si sta facendo per l'attivazione della videosorveglianza? E la politica tutta perché ancora tace su questo fenomeno? È stata chiesta la convocazione di un consiglio comunale monotematico, del comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali e un incontro del comitato provinciale della sicurezza?».
Sono gli interrogativi posti dal Liberatorio Politico «dopo la serata del bombardamento diffuso del 31 ottobre che ha visto protagonisti un manipolo di delinquenti in erba girare in città lanciando bombe carta e petardi ad alto potenziale esplosivo» e l'incendio avvenuto ieri sera, alle ore 21.20 circa, quando «altri delinquenti piromani hanno innescato l'incendio che ha semidistrutto un'auto Citroen C3».
Secondo il movimento «questa è la 28^ auto incendiata solo in quest'anno e la 367^ dal 2008. Primo elemento di riflessione è il luogo dove è avvenuto l'incendio, sullo stesso tratto di strada a pochi metri dal punto dove si consumò il tentativo d'incendio del 16 ottobre, all'incrocio tra via Giovanni Bosco e via Cardinale Cagliero e a pochi metri da via Zuppetta dove, il 24 settembre scorso, furono distrutte dalle fiamme tre auto.
Se sommiamo anche l'auto incendiata in via Panunzio il 28 settembre in quel quartiere, nel raggio di circa 300 metri sono state incendiate 6 auto in poco più di un mese e tutte parcheggiate in strade dove non c'è video-sorveglianza pubblica e scarsissima privata. Un altro elemento di riflessione è il tipo di innesco.
È ormai fuori discussione il dolo dell'incendio, anche questa volta, come è accaduto per il tentativo d'incendio della Renault Kadjar del 16 ottobre scorso, sembra chiaro che tutto parte dagli pneumatici. Anzi, questa volta hanno alzato la posta e hanno scelto gli pneumatici posteriori e precisamente quello vicino al bocchettone del serbatoio, forse si cercava il botto finale che, per il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, non c'è stato.
Dunque siamo ancora al punto di partenza? Il sindaco non ci aggiorna sulle indagini? Cosa si sta facendo per la prevenzione e l'attivazione di video-sorveglianza nei quartieri più a rischio? E la politica tutta, dai partiti di maggioranza a quelli di opposizione, perché ancora tacciono su questo fenomeno? È stata chiesta la convocazione di un consiglio comunale monotematico?
È stato chiesto al Prefetto un incontro del comitato provinciale della sicurezza? Il presidente del consiglio comunale - conclude il movimento di Matteo d'Ingeo - ha dimenticato nel cassetto la convocazione del comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali? E intanto domani a chi toccherà?».
Sono gli interrogativi posti dal Liberatorio Politico «dopo la serata del bombardamento diffuso del 31 ottobre che ha visto protagonisti un manipolo di delinquenti in erba girare in città lanciando bombe carta e petardi ad alto potenziale esplosivo» e l'incendio avvenuto ieri sera, alle ore 21.20 circa, quando «altri delinquenti piromani hanno innescato l'incendio che ha semidistrutto un'auto Citroen C3».
Secondo il movimento «questa è la 28^ auto incendiata solo in quest'anno e la 367^ dal 2008. Primo elemento di riflessione è il luogo dove è avvenuto l'incendio, sullo stesso tratto di strada a pochi metri dal punto dove si consumò il tentativo d'incendio del 16 ottobre, all'incrocio tra via Giovanni Bosco e via Cardinale Cagliero e a pochi metri da via Zuppetta dove, il 24 settembre scorso, furono distrutte dalle fiamme tre auto.
Se sommiamo anche l'auto incendiata in via Panunzio il 28 settembre in quel quartiere, nel raggio di circa 300 metri sono state incendiate 6 auto in poco più di un mese e tutte parcheggiate in strade dove non c'è video-sorveglianza pubblica e scarsissima privata. Un altro elemento di riflessione è il tipo di innesco.
È ormai fuori discussione il dolo dell'incendio, anche questa volta, come è accaduto per il tentativo d'incendio della Renault Kadjar del 16 ottobre scorso, sembra chiaro che tutto parte dagli pneumatici. Anzi, questa volta hanno alzato la posta e hanno scelto gli pneumatici posteriori e precisamente quello vicino al bocchettone del serbatoio, forse si cercava il botto finale che, per il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, non c'è stato.
Dunque siamo ancora al punto di partenza? Il sindaco non ci aggiorna sulle indagini? Cosa si sta facendo per la prevenzione e l'attivazione di video-sorveglianza nei quartieri più a rischio? E la politica tutta, dai partiti di maggioranza a quelli di opposizione, perché ancora tacciono su questo fenomeno? È stata chiesta la convocazione di un consiglio comunale monotematico?
È stato chiesto al Prefetto un incontro del comitato provinciale della sicurezza? Il presidente del consiglio comunale - conclude il movimento di Matteo d'Ingeo - ha dimenticato nel cassetto la convocazione del comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali? E intanto domani a chi toccherà?».