25 aprile: Molfetta ricorda Tommaso e Graziano Fiore
L'antifascismo nella storia del professore del Liceo Classico e del figlio
Molfetta - lunedì 25 aprile 2016
C'è un posto che a Molfetta può più di tutti raccontare il 25 aprile: Piazza Paradiso, civico 5. Erano gli anni '40, via Nunziata era il centro della Molfetta agricola che si espandeva oltre la pesca e il mare e il porto, Piazza Immacolata era quella della "Chiesa nuova" e pochi passi più in là, proprio in Piazza Paradiso, numero 5, abitava la famiglia Fiore, fulcro dell'antifascimo cittadino. E non solo.
Tutto inizia con Tommaso, "il Professore", come ancora lo ricordano al Liceo Classico. Lì, su Corso Umberto, dove tanti sono i cimeli conservati e custoditi gelosamente, il docente impartiva lezioni e gettava le basi del seme del pensiero libero e critico nel pieno del periodo fascista, quando occorreva essere prima di tutto coraggiosi e uomini veri per opporsi al Regime.
Ma che paura poteva avere lui, figlio di una famiglia operaia, nato nel cuore della Murgia, ad Altamura, e diventato grande studiando i classici? Forse nessuna, forse tanta. Chissà. Sta di fatto che se quelle vecchie mura potessero parlare, racconterebbero di un docente che spingeva le giovani menti al ragionamento, all'autonomia di pensiero. Alla libertà. Tramite Virgilio e la sua Eneide.
Nel maggio del '42, il professore fu arrestato dagli squadristi neri e messo in carcere, a Bari. Opposizione al regime, il peggio dei reati di cui si poteva essere accusati all'epoca.
Graziano, il figlio minore, non poteva che crescere con gli ideali paterni. E fu proprio per quelli ideali che perse la vita.
28 Luglio 1943: il Fascimo è caduto da tre giorni. A Molfetta, come nelle città limitrofe, inizia a spargersi la voce che i prigionieri politici stanno per essere messi in libertà. Graziano, con un gruppo di altri giovani molfettesi, parte alla volta di Bari dove si unisce a un corteo di circa duecento persone che manifestano. In modo pacifico, raccontano le cronache dell'epoca, finchè non si arriva in via Nicolò dell'Arca. Davanti alla sede del Partito nazionale Fascista ( il giorno prima il Generale Badoglio aveva firmato il decreto per il suo scioglimento ufficiale) i soldati aprono il fuoco.
Venti i corpi che restano a terra, tra loro Graziano.
Questa mattina, attorno alle ore 9.30, l'Amministrazione comunale e l'intera cittadinanza omaggia Graziano Fiore con una "mattonella d'inciampo" al civico 5 di Piazza Paradiso. Un modo per avere sempre memoria non solo del giovane Fiore, ma anche di Tommaso, figli di un mondo che non esiste più.
Tutto inizia con Tommaso, "il Professore", come ancora lo ricordano al Liceo Classico. Lì, su Corso Umberto, dove tanti sono i cimeli conservati e custoditi gelosamente, il docente impartiva lezioni e gettava le basi del seme del pensiero libero e critico nel pieno del periodo fascista, quando occorreva essere prima di tutto coraggiosi e uomini veri per opporsi al Regime.
Ma che paura poteva avere lui, figlio di una famiglia operaia, nato nel cuore della Murgia, ad Altamura, e diventato grande studiando i classici? Forse nessuna, forse tanta. Chissà. Sta di fatto che se quelle vecchie mura potessero parlare, racconterebbero di un docente che spingeva le giovani menti al ragionamento, all'autonomia di pensiero. Alla libertà. Tramite Virgilio e la sua Eneide.
Nel maggio del '42, il professore fu arrestato dagli squadristi neri e messo in carcere, a Bari. Opposizione al regime, il peggio dei reati di cui si poteva essere accusati all'epoca.
Graziano, il figlio minore, non poteva che crescere con gli ideali paterni. E fu proprio per quelli ideali che perse la vita.
28 Luglio 1943: il Fascimo è caduto da tre giorni. A Molfetta, come nelle città limitrofe, inizia a spargersi la voce che i prigionieri politici stanno per essere messi in libertà. Graziano, con un gruppo di altri giovani molfettesi, parte alla volta di Bari dove si unisce a un corteo di circa duecento persone che manifestano. In modo pacifico, raccontano le cronache dell'epoca, finchè non si arriva in via Nicolò dell'Arca. Davanti alla sede del Partito nazionale Fascista ( il giorno prima il Generale Badoglio aveva firmato il decreto per il suo scioglimento ufficiale) i soldati aprono il fuoco.
Venti i corpi che restano a terra, tra loro Graziano.
Questa mattina, attorno alle ore 9.30, l'Amministrazione comunale e l'intera cittadinanza omaggia Graziano Fiore con una "mattonella d'inciampo" al civico 5 di Piazza Paradiso. Un modo per avere sempre memoria non solo del giovane Fiore, ma anche di Tommaso, figli di un mondo che non esiste più.