«Vecchia gloria a chi? Sono tornata e adesso vinco lo Scudetto»
Gina Martino di nuovo capitano, di nuovo a Molfetta: l'hockey per la gloria
mercoledì 29 giugno 2016
Sarebbe il secondo Scudetto in due anni, dopo quello del 2015 a Matera. Non male per una bollata da tanti esperti come "finita e vecchia". Normale evolversi delle cose se ti chiami Gina Martino e sei, in pratica, l'Hockey femminile italiano.
Dalle parti del PalaFiorentini se la ricordavano bene, lei, simbolo, leader, trascinatrice di quel Hockey ragazze Molfetta che tra coppe e scudetti negli anni '90 fa della città uno dei luoghi di punta della storia di questo sport. Senza dimenticare Mondiali e Europei con la maglia azzurra dell'Italia e poi l'esperienza in Portogallo.
Gina è tornata, a casa sua, con l'Estralas Molfetta, il progetto delle "vecchie glorie" che di vecchie hanno ben poco perchè quando vincere fa parte del tuo Dna non c'è carta d'identità che tenga. Così come tenteranno di fare il prossimo week end quando al PalaFiorentini si giocheranno le finali scudetto.
Ecco l'intervista esclusiva al capitano Gina Martino.
Partiamo dall'inizio: dopo lo Scudetto con il Matera, cosa ti ha spinto a sposare il progetto Estrelas?
«Molfetta mi ha visto nascere e crescere come hockeista. Devo molto a questa città e quando mi si è ripresentata la possibilità di giocarmi lo scudetto a "casa mia" non potevo rifiutare, sarà un'emozione enorme tornare dove tutto è iniziato tanti anni fa».
In due anni potresti cucirti sul petto due Tricolori. Quanto le critiche e il darti per finita dopo il brutto infortunio ti hanno caricata?
«Le critiche non sono mai stato un problema, il mio nemico più grande è stato il mio ginocchio che mi ha impedito di continuare a giocare per molti anni. L'unica cosa che mi ha caricato e che mi ha dato la forza di scendere di nuovo in pista è l'amore per questo sport, ed è solo grazie a questo che l'anno scorso son tornata a indossare i pattini e a vestire la maglia della Sinus Matera e quel tricolore cucito sul petto è stato il giusto premio».
Anni '90, Molfetta impazzita per l'hockey femminile che vince e diventa un blocco per la Nazionale: a più di dieci anni che emozione è tornare a giocare al Pala Don Sturzo? E soprattutto che differenze ci sono tra la squadra di allora, la Gina giocatrice di allora e quella di oggi?
«Gli anni 90 sono stati la massima espressione dell'hockey femminile italiano con Molfetta che la faceva da padrone con due importanti società che si contendevano lo scudetto. Oggi mi ritrovo ad affrontare questa nuova avventura con una delle mie rivali storiche di quegli anni, Giovanna Maurantonio, che è riuscita con l'Estrelas a riportare l'hockey femminile a Molfetta. Io oggi sono inevitabilmente una giocatrice diversa, dopo l'infortunio e gli anni di stop la condizione fisica non è al massimo ma metterò la mia esperienza a disposizione della squadra e cercherò di essere un esempio per le mie giovanissime compagne di squadra».
In due giorni vi giocate una stagione: come vi state preparando? Potete essere la sorpresa oppure pensi che le avversarie siano meglio organizzate di voi?
«Siamo una squadra appena nata e abbiamo in rosa anche ragazze che provengono dal Veneto e questo rende difficile svolgere sedute di allenamenti con la squadra al completo... perciò secondo me siamo un gradino sotto le altre che giocano insieme da più anni. Noi sappiamo che dobbiamo dare il massimo in ogni gara e onorare questo impegno, solo così potremmo diventare la sorpresa di queste finali».
Da qualche anno hai un ruolo nella dirigenza dell'Arcadia Bisceglie che ha vinto l'ultimo campionato di serie A di calcio a 5 femminile: quanto è stata utile anche questa esperienza?
«Il futsal è un'altra grande passione della mia vita, prima da giocatrice e adesso da dirigente. Ho sposato il progetto Arcadia da due anni e finora ci siamo tolte molte soddisfazioni, ultima la vittoria del campionato di serie A. Dobbiamo continuare a lavorare bene e sono sicura che arriveranno altre gioie. Questo è uno sport in continua crescita negli ultimi anni, il mio sogno è che un giorno l'hockey femminile possa seguire l'esempio del futsal».
Dalle parti del PalaFiorentini se la ricordavano bene, lei, simbolo, leader, trascinatrice di quel Hockey ragazze Molfetta che tra coppe e scudetti negli anni '90 fa della città uno dei luoghi di punta della storia di questo sport. Senza dimenticare Mondiali e Europei con la maglia azzurra dell'Italia e poi l'esperienza in Portogallo.
Gina è tornata, a casa sua, con l'Estralas Molfetta, il progetto delle "vecchie glorie" che di vecchie hanno ben poco perchè quando vincere fa parte del tuo Dna non c'è carta d'identità che tenga. Così come tenteranno di fare il prossimo week end quando al PalaFiorentini si giocheranno le finali scudetto.
Ecco l'intervista esclusiva al capitano Gina Martino.
Partiamo dall'inizio: dopo lo Scudetto con il Matera, cosa ti ha spinto a sposare il progetto Estrelas?
«Molfetta mi ha visto nascere e crescere come hockeista. Devo molto a questa città e quando mi si è ripresentata la possibilità di giocarmi lo scudetto a "casa mia" non potevo rifiutare, sarà un'emozione enorme tornare dove tutto è iniziato tanti anni fa».
In due anni potresti cucirti sul petto due Tricolori. Quanto le critiche e il darti per finita dopo il brutto infortunio ti hanno caricata?
«Le critiche non sono mai stato un problema, il mio nemico più grande è stato il mio ginocchio che mi ha impedito di continuare a giocare per molti anni. L'unica cosa che mi ha caricato e che mi ha dato la forza di scendere di nuovo in pista è l'amore per questo sport, ed è solo grazie a questo che l'anno scorso son tornata a indossare i pattini e a vestire la maglia della Sinus Matera e quel tricolore cucito sul petto è stato il giusto premio».
Anni '90, Molfetta impazzita per l'hockey femminile che vince e diventa un blocco per la Nazionale: a più di dieci anni che emozione è tornare a giocare al Pala Don Sturzo? E soprattutto che differenze ci sono tra la squadra di allora, la Gina giocatrice di allora e quella di oggi?
«Gli anni 90 sono stati la massima espressione dell'hockey femminile italiano con Molfetta che la faceva da padrone con due importanti società che si contendevano lo scudetto. Oggi mi ritrovo ad affrontare questa nuova avventura con una delle mie rivali storiche di quegli anni, Giovanna Maurantonio, che è riuscita con l'Estrelas a riportare l'hockey femminile a Molfetta. Io oggi sono inevitabilmente una giocatrice diversa, dopo l'infortunio e gli anni di stop la condizione fisica non è al massimo ma metterò la mia esperienza a disposizione della squadra e cercherò di essere un esempio per le mie giovanissime compagne di squadra».
In due giorni vi giocate una stagione: come vi state preparando? Potete essere la sorpresa oppure pensi che le avversarie siano meglio organizzate di voi?
«Siamo una squadra appena nata e abbiamo in rosa anche ragazze che provengono dal Veneto e questo rende difficile svolgere sedute di allenamenti con la squadra al completo... perciò secondo me siamo un gradino sotto le altre che giocano insieme da più anni. Noi sappiamo che dobbiamo dare il massimo in ogni gara e onorare questo impegno, solo così potremmo diventare la sorpresa di queste finali».
Da qualche anno hai un ruolo nella dirigenza dell'Arcadia Bisceglie che ha vinto l'ultimo campionato di serie A di calcio a 5 femminile: quanto è stata utile anche questa esperienza?
«Il futsal è un'altra grande passione della mia vita, prima da giocatrice e adesso da dirigente. Ho sposato il progetto Arcadia da due anni e finora ci siamo tolte molte soddisfazioni, ultima la vittoria del campionato di serie A. Dobbiamo continuare a lavorare bene e sono sicura che arriveranno altre gioie. Questo è uno sport in continua crescita negli ultimi anni, il mio sogno è che un giorno l'hockey femminile possa seguire l'esempio del futsal».