Secondo colpo della Femminile Molfetta: arriva Roberta Fatiguso
Ultima stagione in Serie A2 con il New Team Noci
mercoledì 17 luglio 2019
Roberta Fatiguso è il secondo volto nuovo per la Femminile Molfetta. Classe '98, a soli 21 ha appena finito una stagione da incorniciare, che l'ha vista protagonista vincendo il campionato di Serie A2 con il New Team Noci, ha accettato la proposta della nostra società, restando in A2, ma con obiettivi ambiziosi.
Ciao Roberta e benvenuta a Molfetta. Raccontaci un po' di te, i tuoi obiettivi e le tue aspettative. «Per prima cosa, ciao a tutti i molfettesi! Ho cominciato a tirare i primi calci a 8 anni, a 14 il primo tesseramento con lo Statte, dove sono cresciuta molto calcisticamente, poi passaggio al Città di Taranto e gli ultimi tre anni a Noci dove ho vinto il campionato scorso». Cosa ti ha spinto a scegliere la Femminile Molfetta? «Nella mia carriera sportiva, ho sempre avuto la fortuna di giocare in piazze promettenti. Motivo per cui ho scelto di sposare il progetto che la società mi ha prospettato». Una vita nel futsal, fin da bambina nelle giovanili dello Statte con diversi successi al seguito, poi diversi anni a Noci e la promozione in serie A. Pensi di ripeterti anche col Molfetta? «Mi devo ripetere anche nella risposta: la Femminile Molfetta è una società molto ambiziosa, io sono sicura che, insieme alle altre compagne, daremo una grande mano per realizzare i loro obiettivi».
Conosci già qualche ragazza della squadra o qualcuno dello staff? «In questi anni ho potuto conoscere delle ragazze per diverse esperienze tra tornei estivi e campionati. Altre le conosco perché 'studiate' da avversarie. Se parliamo dello staff, ricordo il 2015 e il mister Diego Iessi per la spedizione a Milano della rappresentativa Puglia; negli stessi anni, Mauro Gadaleta, per il trascorso nello Statte». Cosa ti piace fare nel tempo libero? «Mi piace molto viaggiare e leggere». Cosa ti senti di dire ai tifosi molfettesi? «Affiancate da persone professionali, noi ragazze ci divertiremo e faremo divertire e spero che potremo attirare sempre più persone al Palapoli. Ai tifosi molfettesi vorrei dire di essere le nostre voci fuori dal campo. Si sa: un branco è sempre più forte del singolo leone. In questo modo, si lavora bene e chi vivrà, vedrà!».
Ciao Roberta e benvenuta a Molfetta. Raccontaci un po' di te, i tuoi obiettivi e le tue aspettative. «Per prima cosa, ciao a tutti i molfettesi! Ho cominciato a tirare i primi calci a 8 anni, a 14 il primo tesseramento con lo Statte, dove sono cresciuta molto calcisticamente, poi passaggio al Città di Taranto e gli ultimi tre anni a Noci dove ho vinto il campionato scorso». Cosa ti ha spinto a scegliere la Femminile Molfetta? «Nella mia carriera sportiva, ho sempre avuto la fortuna di giocare in piazze promettenti. Motivo per cui ho scelto di sposare il progetto che la società mi ha prospettato». Una vita nel futsal, fin da bambina nelle giovanili dello Statte con diversi successi al seguito, poi diversi anni a Noci e la promozione in serie A. Pensi di ripeterti anche col Molfetta? «Mi devo ripetere anche nella risposta: la Femminile Molfetta è una società molto ambiziosa, io sono sicura che, insieme alle altre compagne, daremo una grande mano per realizzare i loro obiettivi».
Conosci già qualche ragazza della squadra o qualcuno dello staff? «In questi anni ho potuto conoscere delle ragazze per diverse esperienze tra tornei estivi e campionati. Altre le conosco perché 'studiate' da avversarie. Se parliamo dello staff, ricordo il 2015 e il mister Diego Iessi per la spedizione a Milano della rappresentativa Puglia; negli stessi anni, Mauro Gadaleta, per il trascorso nello Statte». Cosa ti piace fare nel tempo libero? «Mi piace molto viaggiare e leggere». Cosa ti senti di dire ai tifosi molfettesi? «Affiancate da persone professionali, noi ragazze ci divertiremo e faremo divertire e spero che potremo attirare sempre più persone al Palapoli. Ai tifosi molfettesi vorrei dire di essere le nostre voci fuori dal campo. Si sa: un branco è sempre più forte del singolo leone. In questo modo, si lavora bene e chi vivrà, vedrà!».