Nuova Molfetta, pronta all'esame Virtus Bitritto
Alle 16 fischio d'inizio al Campo Comunale "Gaetano Scirea"
domenica 19 aprile 2015
8.20
Qualche mese fa si scriveva delle lacune della Nuova Molfetta in campionato. Ora si parla, anzi si scrive, dei pregi sul torneo dei marinai. C'è un dato di fatto, o meglio ancora statistico, che fa prevalere i progressi di De Gennaro e dei suoi ragazzi durante il campionato. Un De Gennaro subentrato a Catalano in un momento poco ideale, dove tutto andava male.
Peggio che andar di notte, così si dice da noi. Ma da lì in poi il colpo di reni, anzi di remi, per evitare di sprofondare, in una stagione in cui la Nuova Molfetta aveva l'obbligo morale di conquistare la salvezza e avrebbe avuto almeno l'obbligo di provare a farlo senza troppi patemi. Pochi ci credevano ai nastri di partenza, ma almeno la salvezza deve essere obbligatoria per una squadra che ha alzato notevolmente il proprio tetto ingaggi e che ha fatto il salto di categoria. De Gennaro è figlio del paradosso. Comincia a stenti con qualche pareggio che già aveva fatto storcere il naso, poi ingrana, lavora su una preparazione atletica come da professore di ginnastica al liceo, e come manager comincia la risalita. Anche nelle categorie inferiori, le squadre si iniziano a costruire dalla difesa; lui è partito da lì.
Ora bisogna chiedersi cosa vorrà fare da grande questa Nuova Molfetta a partire dal match contro la Virtus Bitritto. Se sei ormai vicino al traguardo (la salvezza) nessuno ti stressa, perché tutto quello che viene è oro, ma per il divenire se hai deciso di fare calcio a Molfetta significa che hai le spalle larghe e hai messo in preventivo che, prima o poi, dovrai pensare a vincere o almeno a costruire qualcosa di importante. I molfettesi sono così: vogliono sempre il massimo, perché ti danno anche l'anima e pur di tifare per la Nuova Molfetta (o qualunque altra società di altro sport e categoria) si priverebbero delle vacanze al mare, di una cena al ristorante, ma non si priverebbero mai del calcio e della domenica al campo. A maggior ragione, al tifoso molfettese girano come in un frullatore se sa che squadra e società non danno il massimo.
Ma non è il caso della Nuova Molfetta, che si sta confermando tra spogliatoio e società con un "professionista" esemplare. Sintomo che prima di pretendere, bisogna dare. Sempre e comunque. E questa società lo sta dimostrando.
Peggio che andar di notte, così si dice da noi. Ma da lì in poi il colpo di reni, anzi di remi, per evitare di sprofondare, in una stagione in cui la Nuova Molfetta aveva l'obbligo morale di conquistare la salvezza e avrebbe avuto almeno l'obbligo di provare a farlo senza troppi patemi. Pochi ci credevano ai nastri di partenza, ma almeno la salvezza deve essere obbligatoria per una squadra che ha alzato notevolmente il proprio tetto ingaggi e che ha fatto il salto di categoria. De Gennaro è figlio del paradosso. Comincia a stenti con qualche pareggio che già aveva fatto storcere il naso, poi ingrana, lavora su una preparazione atletica come da professore di ginnastica al liceo, e come manager comincia la risalita. Anche nelle categorie inferiori, le squadre si iniziano a costruire dalla difesa; lui è partito da lì.
Ora bisogna chiedersi cosa vorrà fare da grande questa Nuova Molfetta a partire dal match contro la Virtus Bitritto. Se sei ormai vicino al traguardo (la salvezza) nessuno ti stressa, perché tutto quello che viene è oro, ma per il divenire se hai deciso di fare calcio a Molfetta significa che hai le spalle larghe e hai messo in preventivo che, prima o poi, dovrai pensare a vincere o almeno a costruire qualcosa di importante. I molfettesi sono così: vogliono sempre il massimo, perché ti danno anche l'anima e pur di tifare per la Nuova Molfetta (o qualunque altra società di altro sport e categoria) si priverebbero delle vacanze al mare, di una cena al ristorante, ma non si priverebbero mai del calcio e della domenica al campo. A maggior ragione, al tifoso molfettese girano come in un frullatore se sa che squadra e società non danno il massimo.
Ma non è il caso della Nuova Molfetta, che si sta confermando tra spogliatoio e società con un "professionista" esemplare. Sintomo che prima di pretendere, bisogna dare. Sempre e comunque. E questa società lo sta dimostrando.