Nonostante l’ammodernamento del PalaPoli, l’Exprivia Molfetta potrebbe emigrare?

Dalla stagione 2017/18 la capienza minima passerà a 3.000 spettatori a sedere

sabato 22 aprile 2017
A cura di Andrea Teofrasto
Nonostante i lavori di ammodernamento e ampliamento del PalaPoli, cominciati nel 2013 con l'adeguamento delle uscite di sicurezza, la posa del nuovo parquet effettuata tra settembre e ottobre del 2015 e il montaggio delle nuove tribune telescopiche che di fatto nel gennaio 2016 hanno completato l'ampliamento della capienza del palazzetto dello sport l'Exprivia Molfetta rischia di emigrare.

«La Lega dopo aver concesso 3 anni di deroghe ai club, infatti, ha ufficializzato l'uso di palasport omologati con almeno 3mila posti a sedere, mentre ha confermato l'assenza di retrocessioni ancora per il prossimo campionato. Pertanto Molfetta, Sora, Vibo e Latina, usando strutture con capienza di circa 2mila posti a sedere, sono in grande difficoltà». Così sulla questione palasport, l'ex allenatore dell'Exprivia Molfetta Vincenzo Di Pinto, nella rubrica de la Gazzetta del Mezzogiorno, dallo stesso curata denominata "parola di Mago".

Secondo il Regolamento Organico dei Campionati di Pallavolo di Serie A Maschile approvato dal Consiglio di Amministrazione della Lega Pallavolo Serie A in data 3 giugno 2014 con delibera n. 7 e dall'Assemblea Ordinaria del 3 giugno 2014 «i Club dovranno garantire un indice di riempimento pari all'80% della capienza minima prevista per gli impianti di gioco per partecipare al Campionato Serie A1 SuperLega (capienza minima pari a 2.000 spettatori, fino alla stagione 2016/17. Dalla stagione 2017/18 la capienza minima passerà a 3.000 spettatori a sedere)».

Una situazione, quella relativa alla capienza minima, che metterebbe l'intero movimento pallavolistico molfettese con le spalle al muro. «La speranza - scriveva Di Pinto - sarebbe la soluzione del problema con un'altra difficile deroga, o il trasferimento del titolo ad un altro club o a una nuova città pugliese, con l'aiuto di forze economiche e politiche».