Nicola Ragno, il più grande di sempre
Il tecnico molfettese in lizza per allenare la squadra di Molfetta
martedì 30 giugno 2015
7.08
Straordinario. Meriterebbe chissà quali aggettivi Nicola Ragno, che si è preso solo qualche settimana fa la promozione in Serie D col Nardò, dopo quella con la Fidelis Andria nel 2014 e dopo i sei campionati vinti, di cui cinque dall'Eccellenza alla serie D (Ostuni, Bitonto, Monopoli, Noicattaro e Bisceglie) e uno di promozione (Ruvo). Nella stagione 2004/2005 il tecnico ha vinto il campionato di Eccellenza con il Monopoli conquistando ben 102 punti. Inoltre in passato Ragno si è seduto sulle panchine di Francavilla e Noci, prima dell'ultimo approdo vincente (l'ennesimo) a Nardò.
Molfetta spera nel suo ritorno. Perché quello che ha fatto con il Nardò è un'impresa assoluta, come lo fu quella con la Fidelis Andria. Mettere insieme tutti questi trionfi significa riscrivere la storia dell'allenatore molfettese, sentirsi per un giorno (forse) il più grande di tutti, scovare dopo 48 anni entusiasmi che parevano sopiti dopo tutto quello che aveva fatto in passato. Ragno è l'orgoglio del calcio molfettese in Puglia, che in vari momenti ha illuminato la nostra immagine, l'immagine vincente e per questo richiestissima del nostro tecnico. Sempre e solo grandi imprese. Ordine e sudore sono le sue priorità. Sempre, con l'attitudine a non mollare mai.
Buffo immaginarlo dietro i libri di Economia, o dietro la scrivania di una banca, con camicia e cravatta di ordinanza. Eppure la vita riserva alcune deviazioni dal percorso che ognuno di noi deve affrontare. Così eccolo lì, alle prese con il ruolo di consulente finanziario (meglio conosciuto come bancario). Ma la natura è una brutta bestia da ingannare. Nel tempo libero allena. Il mister abbandona la divisa da impiegato, posa la camicia e indossa il maglione, molto più spesso la tuta. E' l'allenatore che ogni padre vorrebbe per il figlio esordiente, quello che nessuno si augura di incontrare dopo una sconfitta.
Quasi non si può chiedere di più a se stessi, alla propria fortuna e alla bravura: queste imprese meritano una celebrazione a parte. Tutto questo è il resoconto di una carriera che pone Ragno, oggi, sul trono degli allenatori locali. Per sentirsi Re.
Molfetta spera nel suo ritorno. Perché quello che ha fatto con il Nardò è un'impresa assoluta, come lo fu quella con la Fidelis Andria. Mettere insieme tutti questi trionfi significa riscrivere la storia dell'allenatore molfettese, sentirsi per un giorno (forse) il più grande di tutti, scovare dopo 48 anni entusiasmi che parevano sopiti dopo tutto quello che aveva fatto in passato. Ragno è l'orgoglio del calcio molfettese in Puglia, che in vari momenti ha illuminato la nostra immagine, l'immagine vincente e per questo richiestissima del nostro tecnico. Sempre e solo grandi imprese. Ordine e sudore sono le sue priorità. Sempre, con l'attitudine a non mollare mai.
Buffo immaginarlo dietro i libri di Economia, o dietro la scrivania di una banca, con camicia e cravatta di ordinanza. Eppure la vita riserva alcune deviazioni dal percorso che ognuno di noi deve affrontare. Così eccolo lì, alle prese con il ruolo di consulente finanziario (meglio conosciuto come bancario). Ma la natura è una brutta bestia da ingannare. Nel tempo libero allena. Il mister abbandona la divisa da impiegato, posa la camicia e indossa il maglione, molto più spesso la tuta. E' l'allenatore che ogni padre vorrebbe per il figlio esordiente, quello che nessuno si augura di incontrare dopo una sconfitta.
Quasi non si può chiedere di più a se stessi, alla propria fortuna e alla bravura: queste imprese meritano una celebrazione a parte. Tutto questo è il resoconto di una carriera che pone Ragno, oggi, sul trono degli allenatori locali. Per sentirsi Re.