Molfetta Sportiva e Borgorosso Molfetta: un mercato utile a riparare e ripartire

Quando i ritocchi di mercato non sempre portano i frutti sperati

mercoledì 27 gennaio 2016
A cura di Andrea Teofrasto
Quella di dicembre è stata una sessione di mercato invernale che per definizione dovrebbe riparare agli errori commessi in estate, ma che invece prometteva di appassionarci anche più di quanto accaduto qualche mese fa. I motivi sono molteplici, e risiedono quasi tutti in una classifica impossibile da prevedere per dinamiche e sviluppi, tanto imponderabili a priori, quanto "pilotabili" in futuro attraverso un buona campagna acquisti. C'è chi come il Borgorosso Molfetta può essere lecitamente ingolosita da discorsi di alta classifica tramutatisi in leadership per gran parte del girone d'andata; c'è chi come la Molfetta Sportiva 1917 vuole riappropriarsi a pieno titolo di un trono (zona playoff per intenderci) troppo frettolosamente sottrattole da critici e malpensanti a fronte di un girone d'andata da montagne russe. Troppe salite e risalite, altrettante discese e cadute per chi, come la Molfetta Sportiva, vuole sfruttare l'onda di un anno potenzialmente buono senza incappare (nuovamente) in malumori che potrebbero disturbare i meccanismi di un orologio già poco perfetto.

Al momento, nonostante l'arrivo del senegalese Ousmane Pape Senè, classe 1981, la squadra di Lanza figura tra le deluse che ha il più che lecito desiderio di porre rimedio ad una stagione difficilmente raddrizzabile. A sorridere c'è - come anticipato - il Borgorosso Molfetta che da un lato piace e tanto a Piero de Nicolo, ma dall'altro ispira e stuzzica Michele Patruno e Felice la Padula assieme alle rispettive corti dei miracoli. Qualità e risparmio rappresentano un binomio inscindibile, ma non sempre, visto che sono ben cinque i volti nuovi nelle fila dei molfettesi: Piccinni Corrado (attaccante '93), Sciancalepore Mauro (centrocampista '89), Murolo Domenico (esterno '86), Spadavecchia Francesco (terzino '86) e Vitucci Carmine (centrocampista '96). La sensazione è che anche in Seconda Categoria qualcuno vuole fare maledettamente sul serio.