Molfetta Sportiva, croce e delizia sul campo e... in panchina

Stadio Comunale Morgese di Toritto. Molfetta Sportiva 1917-Team Altamura

domenica 11 ottobre 2015 8.28
A cura di Andrea Teofrasto
L'estate è il tempo dei sogni, dei desideri ma anche delle facili illusioni. Specie nel mondo del calcio, dove ciascun tifoso vive perennemente di speranze, rincorre rumors, vorrebbe vedere la sua società in prima linea con la voglia di migliorarsi, sempre. La stagione del calciomercato è fatta così. Prendere o lasciare. In rassegna scorrono nomi, obiettivi e spesso il regalo tanto atteso arriva a destinazione. Ma quando non si materializza, son dolori.

Attenti però alle "figurine". Sia sul campo che in panchina. Già, la panchina. E lì, sì che son dolori. È stata una settimana a dir poco polemica in casa Molfetta Sportiva 1917, è stata una settimana che ha visto Bufi contrapporsi a Lanza.

Dagli hashtag #Lanzastaisereno al mancato dietro front del presidente, tecnico, preparatore atletico, magazziniere ecc ecc. Insomma, passano gli anni, cambiano le gestioni e le denominazioni societarie, ma Lanza è sempre Lanza. Non si smentisce mai. Personaggio per forza. Perché chi mette i soldi ha sempre ragione, almeno secondo il "Lanza pensiero".

Al momento è questo l'autentico tallone d'achille che è costato, solo due settimane fa, la panchina a Muzio Fumai finito ben presto nel dimenticatoio. Nel frattempo però giunge il campionato. La sesta giornata dice Team Altamura – Molfetta Sportiva 1917. Gara che non ammette pronostici, gara che per Molfetta arriva dopo il derby vinto per 1-0 col Trani. Vittoria di misura, sì, ma utile ad uscire dal pantano delle sconfitte. Sarà Columbo Angelo contro Mauro Lanza. Perché la sfida nella sfida si gioca anche in panchina. Il leit motiv risuona fastidiosamente per le vie della città e sui social network. Ma la realtà è questa. Non c'è più la Libertas Molfetta, c'è la Molfetta Sportiva 1917 e su quella panchina c'è sempre Mauro Lanza. Non c'è leit motiv o hashtag che tenga. Ma non va dimenticato che Molfetta, volente o nolente, ha una sua dignità anche sul campo, anche in panchina.