Molfetta Calcio, parla l'ex Bartoli: «Grande delusione, non mi aspettavo l'esonero»

Le parole dell'allenatore che spiega l'addio al club biancorosso

mercoledì 28 dicembre 2022 10.54
Dallo scorso 11 dicembre Renato Bartoli non è più l'allenatore della Molfetta Calcio: decisiva, ormai venti giorni fa, è stata la sconfitta esterna contro la Nocerina che ha portato il club ha optare per la dolorosa scelta del divorzio, dopo anni importanti che hanno sancito il ritorno del calcio molfettese in Serie D a un quarto di secolo di distanza dall'ultima volta.

Il tecnico ha parlato per la prima volta alla stampa per ricostruire l'addio e gli ultimi momenti vissuti da allenatore biancorosso: «In tutta sincerità, è stata una decisione che ha sorpreso pure me perché, poco prima dell'inizio della sessione invernale di calciomercato, insieme alla società avevamo già le idee chiare in merito ai correttivi da apportare all'organico. Nel calcio, però, si sa: il primo a pagare è l'allenatore».

Il bilancio in campionato non era positivo ma c'era comunque una base solida a sua detta: «Vado un po' controcorrente e dico che sono soddisfatto di quanto fatto anche nel corso di questa prima parte di campionato perché il Molfetta ha quasi sempre dimostrato di avere un'identità di gioco e non ha mai perso una gara con due gol di scarto. La mia era una squadra molto giovane che aveva bisogno di tempo per amalgamarsi al meglio: i risultati si vedono alla fine, non in corso d'opera. Negli anni precedenti siamo andati anche oltre rispetto a ciò che ci eravamo prefissati: si è vinto un campionato di Eccellenza e si sono centrate due salvezze di fila in D con budget tutto sommato bassi rispetto ad altri club. Rispetto la società, ma non mi aspettavo l'esonero Lascio dopo aver riportato questa città in Serie D»

Nonostante una classifica non in linea con le aspettative, tanti giocatori del Molfetta sono stati seguiti in questa sessione di mercato dalle big di Serie D e non solo: «Questo aspetto testimonia che si è operato bene e che le individualità per arrivare, pian piano, a risultati di una certa rilevanza, vi erano. Poi nel corso di una stagione come volete, il senso non cambia. Non a caso ha avuto un ruolo rilevante Michele Anaclerio, tesserato dal Molfetta nelle vesti di collaboratore che però, dopo il mio esonero, non fa più parte dei ranghi societari. Come è andata la separazione? Ci siamo lasciati bene. Il rapporto c'era ed è rimasto: per me la società è composta da imprenditori seri e competenti che possono soltanto far bene al calcio e non sarà l'esonero a cambiare il mio pensiero in merito: nel calcio può assolutamente capitare».

Infine, un commento sul rapporto con i tifosi: «Mi hanno regalato emozioni uniche e indescrivibili. Io mi sento parte della storia del Molfetta: ho contribuito a riportare questa piazza in D dopo 25 anni e sono stato l'unico a vincere un campionato nelle vesti di allenatore. Record che mi tengo stretti perché frutto di tanto sacrificio».