Michele Patruno: uomo, allenatore e... il Borgorosso
L'allenatore molfettese si racconta
venerdì 13 febbraio 2015
6.58
Tra battute continue ed un'allegria contagiosa, Michele Patruno, per il suo Borgorosso Molfetta, ha deciso di fare sul serio per davvero. La società molfettese che milita nel campionato di Terza Categoria, da un'affascinante, intrigante suggestione di mezza estate, si è trasformata in una splendida realtà. Michele Patruno, intercettato, ha rivelato tutto: "D'ora in poi mi aspetto gare - ha dichiarato Patruno - fatte di divertimento e voglia di vincere da parte di tutto il gruppo. Il rendimento della squadra? Date le circostanze direi discreto dal punto di vista del gioco ma appena sufficiente dal punto di vista dei risultati".
L'allenatore biancorosso e ex giocatore di Levante Molfetta e Molfetta Calcio continua scherzosamente: "Colgo l'occasione per ringraziare vivamente tutta la società che mi è stata vicina sin dall'inizio e in particolar modo Roberto la Grasta e Piero de Nicolo senza dimenticare Felice Lapadula e Gianni de Ceglia che taglia i capelli a tutto il gruppo rendendolo fashion".
Mai banale, Patruno o si ama o si odia. Nonostante un avvio di stagione col freno a mano, il tecnico è riuscito a resistere anche alle tempeste perfette. La normalità non fa parte del suo mondo, ama la polemica, il palcoscenico, non tollera i toni morbidi. Non ha mai alzato le mani né mollato il timone e continua spremere senza un attimo di sosta i suoi giocatori. Fare l'allenatore è uno sport estremo. "Temo solo il mio gruppo e sono convinto possa solo far meglio", ha detto in merito al traguardo play off sempre più vicino. Insomma, avanti così, fino alla fine del campionato.
L'allenatore biancorosso e ex giocatore di Levante Molfetta e Molfetta Calcio continua scherzosamente: "Colgo l'occasione per ringraziare vivamente tutta la società che mi è stata vicina sin dall'inizio e in particolar modo Roberto la Grasta e Piero de Nicolo senza dimenticare Felice Lapadula e Gianni de Ceglia che taglia i capelli a tutto il gruppo rendendolo fashion".
Mai banale, Patruno o si ama o si odia. Nonostante un avvio di stagione col freno a mano, il tecnico è riuscito a resistere anche alle tempeste perfette. La normalità non fa parte del suo mondo, ama la polemica, il palcoscenico, non tollera i toni morbidi. Non ha mai alzato le mani né mollato il timone e continua spremere senza un attimo di sosta i suoi giocatori. Fare l'allenatore è uno sport estremo. "Temo solo il mio gruppo e sono convinto possa solo far meglio", ha detto in merito al traguardo play off sempre più vicino. Insomma, avanti così, fino alla fine del campionato.