La più bella delle corse a due.Trinitapoli e Borgorosso: tutto in 90'

Ultimi 90'. Sarà promozione o playoff per i molfettesi?

domenica 3 aprile 2016
A cura di Andrea Teofrasto
L'inseguitore e l'inseguito cominciano a farci il callo, come avessero capito che insieme funzionano meglio, che l'uno senza l'altro sarebbe smarrito.
Nella testa dell'inseguito c'è la speranza che chi sta dietro si stanchi e desista, fiaccato da una serie infinita di vittorie senza sofferenza, di continue dimostrazioni di forza tranquilla. Il Victrix Trinitapoli ha una sua peculiare solennità nella vittoria, come se ci fosse un galateo dei risultati che le impedisce di perdere, di non competere. I più inclini alla retorica del calcio scritto parlano di una squadra che ha la vittoria nel DNA, che è un luogo comune trito e abusato ma che nel caso del Trinitapoli è ancora credibile.

Solo che l'inseguitore è sempre lì, il Borgorosso magari si agita più del dovuto, magari spreca energie ma non sente la fatica, come in una magia bianca corre a testa bassa, senza curarsi del distacco che non diminuisce. Così improbabile che l'inseguito cominci a vacillare e conceda terreno? Ecco lo scenario in cui sperano i tifosi del Borgorosso e tutta quella Molfetta del pallone che si è abituata a tifare contro il Trinitapoli. Potrebbe finire così e sarebbe un caso eccezionale, con un cedimento psicologico del Trinitapoli che al momento sembra molto poco probabile. Anche perché bisogna fare i conti con la testa dell'inseguitore, che nonostante il massimo sforzo, nonostante un campionato memorabile è sempre lì, a distanza di sicurezza.

Il Borgorosso accelera, strappa, gonfia i muscoli e mette la freccia, ma nulla. Quando succede così in genere chi sta dietro perde fiducia e concede all'altro l'allungo fatale, quello che vale la vittoria del campionato di Seconda Categoria. Due finali possibili, due squadre che hanno trasformato questo campionato in una competizione formidabile, una gara al rilancio come non ne vedevamo da tempo.

Trinitapoli e Borgorosso si giocano il titolo in una volata in cui più che la qualità eccellente del gioco di entrambe a contare saranno i nervi saldi, la serenità del gruppo. Dei gruppi, che sono in mano a due tecnici molto diversi tra loro ma eccezionali entrambi. Le nevrosi, la conoscenza del gioco e la poca abitudine a saper perdere di Patruno contro la consapevolezza e la grande padronanza dello spogliatoio di Ronzulli. Bravi entrambi, che hanno restituito credibilità a un campionato convalescente con una corsa a due che non sa proprio di dilettantismo. Quel -2 in classifica, per i molfettesi pesa come un macigno, ma fare il mea culpa non sarebbe un atto doloso né tanto meno errato. Nulla è ancora perduto, col Partizan Gioia servirà solo vincere e tenere le antenne sintonizzate sul campo del Trinitapoli (impegnato contro il Bellavitainpuglia) nella speranza di riscontri positivi.