La ML ULTRAS 2009 contro Giancaspro: “la Sportiva stai snobbando, il Bari stai comprando”
L’eterno conflitto tra sogni di gloria e una realtà non convincente
lunedì 6 giugno 2016
9.24
Al momento – secondo Repubblica - sono due le ipotesi che ruotano attorno al futuro del Bari. La prima riguarda l'ormai nota possibilità per Paparesta di riprendersi il Bari entro metà mese dopo che Giancaspro, lunedì, avrà immesso nuovi soldi per la ricapitalizzazione. La seconda è che già per lunedì Paparesta riesca a rintracciare i soldi per ricapitalizzare ma anche liquidare Giancaspro in moneta oppure tramutandogli l'anticipo effettuato fin qui, 3 milioni circa, in azioni (Giancaspro salirebbe così al 20 per cento). L'imprenditore di Molfetta - rimarca il quotidiano – prova la scalata al Bari, forte di una disponibilità finanziaria importante.
Scalata non vista di buon occhio dal tifo organizzato ML ULTRAS 2009 che attraverso uno striscione rendo noto (anche a mezzo social) il proprio disappunto alle operazione di ricapitalizzazione dell'imprenditore molfettese poco interessato alle sorti della squadra locale. "La Sportiva stai snobbando, il Bari stai comprando". Questo è il messaggio, forte e chiaro nei confronti di Giancaspro. Una Molfetta Sportiva, in perenne ricerca di stabilità, aspetta di conoscere quale sarà il suo futuro ormai prossimo. Non c'è più tempo per le ipotesi, né per i condizionali. E forse soprattutto per questo che i tifosi stanno alzando la voce.
Se i biancorossi non sono riusciti a mantenere fede, per il secondo anno di fila, alle promesse fatte ad inizio stagione, gran parte dei demeriti sono effettivamente della società e, quindi, del suo massimo esponente. Questo non esime da colpe anche i giocatori, ma è evidente come questa sia stata una squadra costruita male e gestita peggio. Sin dai suoi albori, sin dall'avvento di mister Fumai, cacciato miseramente così come i suoi predecessori. Destini amari, con i tifosi, costretti in questi mesi, a sostenere uno spogliatoio e una società anarchica e senza controllo. Una squadra che, evidentemente, nessuno ha saputo educare al sudore, alla fatica e al rispetto. Una squadra presuntuosa e disunita.
A chi toccava l'arduo compito di tenere in riga questi ragazzotti baciati dalla fortuna? Magari al direttore sportivo, che di fatto non c'è. L'assenza di un vero e navigato diesse si è avvertita nel quotidiano così come nelle varie sessioni di calciomercato, condotte in maniera convulsa e discutibile da Mauro Lanza, factotum di una società che, evidentemente, aveva bisogno di ben altre figure professionali al suo servizio. Una scelta scellerata, e presuntuosa, quella di non aver voluto affidare la gestione sportiva a persone competenti, in grado di seguire la squadra e di intervenire nei momenti più opportuni per riportare il gruppo sui binari della correttezza e dell'impegno, che spesso non c'è stato.
Imparare dagli errori commessi non è mai troppo tardi. Ma bisogna volerlo veramente. Il consiglio, spassionato, è quello di prendersi alcuni giorni di riflessione per meglio analizzare tutto quello che è successo in questi ultimi due anni. A meditazione finita, però, bisognerà necessariamente passare ai fatti, e ai rimedi. In attesa di novità rilevanti sul fronte societario, a Mauro Lanza non resta altro da fare che spazzare via la cenere e lavorare seriamente al prossimo campionato, da pianificare nei minimi dettagli e non solo sotto il profilo economico e/o istituzionale. C'è una squadra da rifondare, negli uomini e nell'umore. C'è una società da rinforzare, a livello economico e dirigenziale. C'è da ricucire lo strappo con i tifosi, stufi di finire le loro annate in contestazione.
Scalata non vista di buon occhio dal tifo organizzato ML ULTRAS 2009 che attraverso uno striscione rendo noto (anche a mezzo social) il proprio disappunto alle operazione di ricapitalizzazione dell'imprenditore molfettese poco interessato alle sorti della squadra locale. "La Sportiva stai snobbando, il Bari stai comprando". Questo è il messaggio, forte e chiaro nei confronti di Giancaspro. Una Molfetta Sportiva, in perenne ricerca di stabilità, aspetta di conoscere quale sarà il suo futuro ormai prossimo. Non c'è più tempo per le ipotesi, né per i condizionali. E forse soprattutto per questo che i tifosi stanno alzando la voce.
Se i biancorossi non sono riusciti a mantenere fede, per il secondo anno di fila, alle promesse fatte ad inizio stagione, gran parte dei demeriti sono effettivamente della società e, quindi, del suo massimo esponente. Questo non esime da colpe anche i giocatori, ma è evidente come questa sia stata una squadra costruita male e gestita peggio. Sin dai suoi albori, sin dall'avvento di mister Fumai, cacciato miseramente così come i suoi predecessori. Destini amari, con i tifosi, costretti in questi mesi, a sostenere uno spogliatoio e una società anarchica e senza controllo. Una squadra che, evidentemente, nessuno ha saputo educare al sudore, alla fatica e al rispetto. Una squadra presuntuosa e disunita.
A chi toccava l'arduo compito di tenere in riga questi ragazzotti baciati dalla fortuna? Magari al direttore sportivo, che di fatto non c'è. L'assenza di un vero e navigato diesse si è avvertita nel quotidiano così come nelle varie sessioni di calciomercato, condotte in maniera convulsa e discutibile da Mauro Lanza, factotum di una società che, evidentemente, aveva bisogno di ben altre figure professionali al suo servizio. Una scelta scellerata, e presuntuosa, quella di non aver voluto affidare la gestione sportiva a persone competenti, in grado di seguire la squadra e di intervenire nei momenti più opportuni per riportare il gruppo sui binari della correttezza e dell'impegno, che spesso non c'è stato.
Imparare dagli errori commessi non è mai troppo tardi. Ma bisogna volerlo veramente. Il consiglio, spassionato, è quello di prendersi alcuni giorni di riflessione per meglio analizzare tutto quello che è successo in questi ultimi due anni. A meditazione finita, però, bisognerà necessariamente passare ai fatti, e ai rimedi. In attesa di novità rilevanti sul fronte societario, a Mauro Lanza non resta altro da fare che spazzare via la cenere e lavorare seriamente al prossimo campionato, da pianificare nei minimi dettagli e non solo sotto il profilo economico e/o istituzionale. C'è una squadra da rifondare, negli uomini e nell'umore. C'è una società da rinforzare, a livello economico e dirigenziale. C'è da ricucire lo strappo con i tifosi, stufi di finire le loro annate in contestazione.