La legge del Borgorosso Molfetta: 2-0 alla Virtus
Murolo in gol, derby di Coppa Puglia al Borgorosso
giovedì 15 ottobre 2015
18.23
Serata da ricordare per il Borgorosso Molfertta: nuova vittoria in un derby contro la Virtus e grande passo avanti verso l'ennesima vittoria. E siamo a 21. Al Paolo Poli e sulla Coppa Puglia continua a soffiare il vento del Borgorosso. Il derby che, in caso di vittoria della Virtus, poteva segnare secondo molti l'inizio della fine della supremazia biancorossa (quella del Borgorosso) si risolve nell'esito esattamente contrario: e senza discussioni sui meriti. La ruggine è ancora elemento sconosciuto in una squadra di ferro, sempre e comunque capace di infilare dei fiori sottoforma di gol d'autore, di giocate decisive nei propri cannoni.
Patruno smonta l'allegria di Mininni e il babau Virtus Molfetta con due mosse semplici semplici. La prima è di imporre, fin dal primo pallone calciato, i muscoli e il fiato del Borgorosso: sa bene, Patruno che la Virtus (seppur infarcita di molte seconde linee) funziona solo quando si gioca sotto ritmo. La seconda è quella di chiedere a Murolo e a Grieco di leggere e sfruttare l'incapacità degli ospiti di interpretare la fase difensiva. Insomma 90' di bel calcio. Grieco ricama, Arsale difende e fa salire la squadra e Murolo segna. Bum bum Borgorosso: è 2-0. Complimenti a tutti anche per l'impegno, per la dignità e per l'orgoglio dimostrati in un incontro non decisivo, ma comunque importante. Cosa rara per le nostre abitudini, soprattutto per il calcio molfettese sempre ambizioso. Patruno è l'artefice ed il maestro di una squadra che vince e convince nonostante le tante difficoltà, nonostante le assenze e nonostante l'espulsione di Gegi de Musso nel primo tempo e l'infortunio di Guadagno. Chiunque avrebbe tirato i remi in barca. Il Borgorosso, no.
Molti addetti ai lavori percepiranno i meriti di Michele Patruno solo relativamente alla grinta e allo spirito, ma il vero merito del mister è che, in un solo anno, è riuscito a dare alla squadra un gioco chiaro e convincente che ne migliora la condizione e la performance di tutti. Vincere subito non è mai semplice. Confermarsi lo è ancora di più. Pertanto bisogna possedere chiarezza e capacità di sintesi per riuscirci. Nel Borgorosso infatti il gioco è il vero conduttore che illumina tutti.
I ragazzi hanno appreso quanto sia importante giocare con un collettivo compatto e ben posizionato per migliorare tecnica, possesso e fantasia, così come in fase di non possesso praticare il pressing e i raddoppi che consentono le ripartenze. Possedere un gioco che ti guidi è determinante a prescindere dai sistemi che però servono per utilizzare al meglio le caratteristiche dei singoli, forse, il Borgorosso con un sistema 4-4-1-1 o 4-4-2 (camaleontico o meno) riesce a esprimere un calcio più convincente. Però lasciamo lavorare Patruno e lasciamo respirare l'intero ambiente Borgorosso facendolo soprattutto volare basso. Anche se nel frattempo sono 21.
Patruno smonta l'allegria di Mininni e il babau Virtus Molfetta con due mosse semplici semplici. La prima è di imporre, fin dal primo pallone calciato, i muscoli e il fiato del Borgorosso: sa bene, Patruno che la Virtus (seppur infarcita di molte seconde linee) funziona solo quando si gioca sotto ritmo. La seconda è quella di chiedere a Murolo e a Grieco di leggere e sfruttare l'incapacità degli ospiti di interpretare la fase difensiva. Insomma 90' di bel calcio. Grieco ricama, Arsale difende e fa salire la squadra e Murolo segna. Bum bum Borgorosso: è 2-0. Complimenti a tutti anche per l'impegno, per la dignità e per l'orgoglio dimostrati in un incontro non decisivo, ma comunque importante. Cosa rara per le nostre abitudini, soprattutto per il calcio molfettese sempre ambizioso. Patruno è l'artefice ed il maestro di una squadra che vince e convince nonostante le tante difficoltà, nonostante le assenze e nonostante l'espulsione di Gegi de Musso nel primo tempo e l'infortunio di Guadagno. Chiunque avrebbe tirato i remi in barca. Il Borgorosso, no.
Molti addetti ai lavori percepiranno i meriti di Michele Patruno solo relativamente alla grinta e allo spirito, ma il vero merito del mister è che, in un solo anno, è riuscito a dare alla squadra un gioco chiaro e convincente che ne migliora la condizione e la performance di tutti. Vincere subito non è mai semplice. Confermarsi lo è ancora di più. Pertanto bisogna possedere chiarezza e capacità di sintesi per riuscirci. Nel Borgorosso infatti il gioco è il vero conduttore che illumina tutti.
I ragazzi hanno appreso quanto sia importante giocare con un collettivo compatto e ben posizionato per migliorare tecnica, possesso e fantasia, così come in fase di non possesso praticare il pressing e i raddoppi che consentono le ripartenze. Possedere un gioco che ti guidi è determinante a prescindere dai sistemi che però servono per utilizzare al meglio le caratteristiche dei singoli, forse, il Borgorosso con un sistema 4-4-1-1 o 4-4-2 (camaleontico o meno) riesce a esprimere un calcio più convincente. Però lasciamo lavorare Patruno e lasciamo respirare l'intero ambiente Borgorosso facendolo soprattutto volare basso. Anche se nel frattempo sono 21.