Il Borgorosso mette la freccia: ecco Domenico Messina
Ufficiale l'ingaggio del difensore classe '94, svincolato dall'USD Giovinazzo
mercoledì 24 agosto 2016
12.58
Era bollito, come no. Finito. Svincolato. Dicevano: non è più appetibile come in passato. Messina li ha saltati. Ha messo la freccia sulla fascia, con quel gomito alto che sembra un'ala aperta per aumentare la velocità. Perché corre, altroché. Corre come prima. E gioca, si batte il petto, urla, lotta.
Il Borgorosso Molfetta ha riconsegnato al calcio locale un giocatore diverso da altri. Più maturo. Per capirsi: essere terzino significa riuscire a fare la fase difensiva e quelle offensiva con la stessa intensità per tutta la partita. Il terzino dev'essere un lampo: due, tre, quattro, cinque progressioni a partita. Straordinarie perché contingentate. Il resto è ordinario.
Domenico Messina (classe '94) è agile, un "armadio" pesante ma mobile, un difensore, un terzino atipico. Moderno, di più: contemporaneo. Quello che mancava adesso ce l'ha il Borgorosso. È forte. E anche determinante. Cresciuto nelle giovanili di Molfetta Calcio e Wonderful Bari, ha poi disputato i campionati di Eccellenza, vestendo le maglie di San Paolo Bari e per due anni della Libertas Molfetta, di Promozione con l'USD Giovinazzo e, nella passata stagione, di Prima Categoria a Corato per poi tornare in Promozione all'USD Giovinazzo nel mercato invernale.
Messina per se ha già fatto abbastanza e non ha bisogno di convincersi ancora di poter dire la sua nel rettangolo di gioco. Bisogna trovarselo davanti una volta: spaventa per forza, per velocità e resistenza. Pressa con il pallone e senza. Più difesa e meno gol. Il suo ruolo si basa sull'idea di andare, di partire, di seguire, di indicare con uno scatto l'idea di un lancio, di una giocata, di uno schema.
Domenico Messina corre perché è il contrario di ciò che molti pensano. Non è istinto, è lavoro. Un professionista che fatica, che studia, che migliora.
Il Borgorosso Molfetta ha riconsegnato al calcio locale un giocatore diverso da altri. Più maturo. Per capirsi: essere terzino significa riuscire a fare la fase difensiva e quelle offensiva con la stessa intensità per tutta la partita. Il terzino dev'essere un lampo: due, tre, quattro, cinque progressioni a partita. Straordinarie perché contingentate. Il resto è ordinario.
Domenico Messina (classe '94) è agile, un "armadio" pesante ma mobile, un difensore, un terzino atipico. Moderno, di più: contemporaneo. Quello che mancava adesso ce l'ha il Borgorosso. È forte. E anche determinante. Cresciuto nelle giovanili di Molfetta Calcio e Wonderful Bari, ha poi disputato i campionati di Eccellenza, vestendo le maglie di San Paolo Bari e per due anni della Libertas Molfetta, di Promozione con l'USD Giovinazzo e, nella passata stagione, di Prima Categoria a Corato per poi tornare in Promozione all'USD Giovinazzo nel mercato invernale.
Messina per se ha già fatto abbastanza e non ha bisogno di convincersi ancora di poter dire la sua nel rettangolo di gioco. Bisogna trovarselo davanti una volta: spaventa per forza, per velocità e resistenza. Pressa con il pallone e senza. Più difesa e meno gol. Il suo ruolo si basa sull'idea di andare, di partire, di seguire, di indicare con uno scatto l'idea di un lancio, di una giocata, di uno schema.
Domenico Messina corre perché è il contrario di ciò che molti pensano. Non è istinto, è lavoro. Un professionista che fatica, che studia, che migliora.