Giuseppe Castagno, il pararigori del Borgorosso

Il numero 1, regala la finale al Borgorosso

lunedì 25 maggio 2015 14.10
A cura di Andrea Teofrasto
La parabola di Giuseppe Castagno fa capire quanto bello possa essere il gioco del calcio. Un eroe con i guantoni. Il calcio sa essere magnanimo, ma sa anche essere duro e spietato. E così come ti porta in alto, all'apice del successo, così ti butta giù, alla stessa velocità, in una discesa ripida e che sembra non aver mai fine. Con la stessa velocità con cui ti issa sul trono dei migliori, senza motivi apparenti ti prende e ti butta giù, facendoti sbattere per terra. Ma stavolta é diverso perché la gloria, é tra le mani. Già, le mani.

Perchè le mani sono protagoniste di questa storia, dal momento che oggetto del contendere è un estremo difensore. Nel caso specifico, Giuseppe Castagno, detto "spiderman". Il portiere che ha regalato la finale di Coppa Puglia al Borgorosso, con le mani, con i guantoni. Bisogna essere speciali per difendere una e una sola porta, soprattutto ai calci di rigore. E Castagno speciale lo è stato per davvero.

L'uomo che difende i pali del Borgorosso, é un felino, con riflessi fulminei, a togliere palloni dal sette o a salvare conclusioni a botta sicura a pochi passi dalla porta.
C'è un'immagine della semifinale tra Borgorosso e Modugno che forse sintetizza più di ogni altra cosa il lento e inesorabile trionfo della parabola di Castagno. Tutto dipende da 11 metri. Ma "spiderman" è abituato alle imprese impossibili. Ne para due. È trionfo. Il calcio é anche questo. Il trionfo dipende anche dai guantoni e non solo dai bombe e Castagno lo dimostra più di ogni teoria.