Frenata Borgorosso, ma la favola continua
Nel pantano dell'Atletico Pezze il Borgorosso pareggia 1-1
domenica 13 marzo 2016
17.48
Sfortunati ma....ancora lassù, in vetta, nonostante il pareggio. Pochi slogan, nessun film: solo il Borgorosso Molfetta. Primo non più da solo, ma ancora primo. Favola? Guai a chiamarla così. Piuttosto realtà. Consolidata, solida, viva. Che sogna in grande. Campionato, un futuro concreto.
Realtà, dicevamo. Bella per il gioco, brioso e mai banale nonostante il pantano del comunale Sergio Ancona di Pezze di Greco. Ribelli per qualche "ragazzata" di qualcuno. Cinici e vincenti per il talento puro dei suoi attaccanti. Vedi, Murolo! Schiera di molfettesi poi. Non tutti, ma la maggior parte. Figli di quel Made in Molfetta che ultimamente non va più di moda. Voce fuori dal coro, oggi un eco lontano. "Nuova speranza" del pallone nostrano. Murolo, Grieco, Castagno. Firme non male. Il calcio è un gioco, badate bene e un pareggio ci può stare.
Cosa chiedere di più a questi ragazzi? Il Borgorosso studia, legge e prende esempio. Perché imparando, chissà, può arrivare fin lassù, verso la vittoria finale. Stadio Petrone isola felice. Investimenti, progettualità, un'azienda vera e propria. Patruno dirige la truppa, le big osservano da lontano la sua creatura. Meravigliosa, direbbe la Nannini. Presidenti attenti, ds furbi. Strizzano l'occhio fugaci, cercando di non farsi vedere. Ma Michele Patruno, zitto, continua a lavorare. E a stupire.
Il Borgorosso Molfetta è realtà da imitare. Questa stagione è un puzzle. Mancano pochi pezzi per completare il tutto. Forse la continuità, forse la consapevolezza di essere una grande. Forse quella, sì. In punta di piedi, cantando. Così si cresce e si migliora, con umiltà. Oggi il Borgorosso è una speranza per il nostro calcio, una luce dopo le ombre di qualche altra locale nobile decaduta. Caporetto del pallone. Un battaglione che stupisce. Canticchiando, insieme, verso uno splendido futuro. Pareggio a parte.
Realtà, dicevamo. Bella per il gioco, brioso e mai banale nonostante il pantano del comunale Sergio Ancona di Pezze di Greco. Ribelli per qualche "ragazzata" di qualcuno. Cinici e vincenti per il talento puro dei suoi attaccanti. Vedi, Murolo! Schiera di molfettesi poi. Non tutti, ma la maggior parte. Figli di quel Made in Molfetta che ultimamente non va più di moda. Voce fuori dal coro, oggi un eco lontano. "Nuova speranza" del pallone nostrano. Murolo, Grieco, Castagno. Firme non male. Il calcio è un gioco, badate bene e un pareggio ci può stare.
Cosa chiedere di più a questi ragazzi? Il Borgorosso studia, legge e prende esempio. Perché imparando, chissà, può arrivare fin lassù, verso la vittoria finale. Stadio Petrone isola felice. Investimenti, progettualità, un'azienda vera e propria. Patruno dirige la truppa, le big osservano da lontano la sua creatura. Meravigliosa, direbbe la Nannini. Presidenti attenti, ds furbi. Strizzano l'occhio fugaci, cercando di non farsi vedere. Ma Michele Patruno, zitto, continua a lavorare. E a stupire.
Il Borgorosso Molfetta è realtà da imitare. Questa stagione è un puzzle. Mancano pochi pezzi per completare il tutto. Forse la continuità, forse la consapevolezza di essere una grande. Forse quella, sì. In punta di piedi, cantando. Così si cresce e si migliora, con umiltà. Oggi il Borgorosso è una speranza per il nostro calcio, una luce dopo le ombre di qualche altra locale nobile decaduta. Caporetto del pallone. Un battaglione che stupisce. Canticchiando, insieme, verso uno splendido futuro. Pareggio a parte.