Ennio Cormio: «Il progetto della Molfetta Calcio ha grandi margini di crescita»
Le parole del presidente dei biancorossi a Sportitalia
mercoledì 13 gennaio 2021
Il presidente della Molfetta Calcio, Ennio Cormio, ha parlato ieri pomeriggio nella trasmissione "Tutto Serie D" su Sportitalia: il suo intervento è stata l'occasione per portare i colori biancorossi in tv su una rete nazionale, per illustrare il progetto molfettese e il cammino della squadra di Bartoli nel girone H di quarta divisione.
«Per essere protagonisti e non semplici comparse nel campionato di Serie D serve una struttura societaria importante - esordisce il patron biancorosso - e noi stiamo cercando di costruirla sempre di più con merchandising e con gli sponsor che rendiamo centrali nel nostro progetto. L'organizzazione della squadra, sapientemente guidata dal direttore Beppe Camicia, è il nostro top player: proprio questo è un aspetto importante per sopperire ai grandi budget che caratterizzano in questa stagione questo campionato. Questo progetto ha grandi margini di crescita».
Fino ad ora la Molfetta Calcio ha avuto un percorso molto diverso tra casa e trasferta: «Ammetto che fin qui il cammino fuori casa sia stato deludente dal punto di vista dei risultati ma al contrario al "Paolo Poli" sono arrivati risultati ottimi contro corazzate come Casarano e Picerno che hanno organici da Serie C. Mi piace guardare le statistiche e sottolineo che abbiamo preso un solo gol preso al Poli. Dispiace aver subito le imbarcate a Lavello e Aversa dove avremmo potuto raccogliere qualcosa in più senza dubbio. Per il resto, fuori casa, abbiamo perso sempre su rigore, sia a Sorrento, sia con Bitonto, altre due squadre con ambizioni. Siamo un gruppo giovane, gli alti e i bassi sono stati messi in conto. Speriamo di dire la nostra fuori casa. Il girone H è il più equilibrato d'Italia».
Sicuramente il Covid ha complicato l'atmosfera di questo ritorno in D, vissuto quasi del tutto a porte chiuse: «Il pubblico ci manca come l'acqua manca alla terra. Tremila tifosi sempre presenti sono un vanto per tutta la città: secondo il mio modesto parere abbiamo uno dei migliori impianti della D, non avere il pubblico è una grossa ferita. Il pubblico avrebbe capito maggiormente, stando in gradinata, cosa significa una serie nazionale e avrebbe sofferto al nostro fianco».
Poi si è parlato della rosa, con gli ultimi arrivi che hanno ulteriormente rinforzato il gruppo di Bartoli: «La punta di diamante del nostro mercato è stato Strambelli, un autentico lusso per questa categoria, ma abbiamo anche tanti altri giocatori molto interessanti. Abbiamo un'età media di 22-23 anni, una delle più giovani del girone più difficile. Abbiamo puntellato il nucleo storico della squadra. Il nostro obiettivo, anche con Strambelli in squadra, resta la salvezza tranquilla. In più il mio sogno sono i giovani: da decenni il nord barese non produce un talento puro dopo Cassano, oggi c'è Castrovilli. Il mio pallino è costruirmi il talentino in casa, abbiamo 14 squadre giovanili e lavoreremo per avere gli under di casa nostra perché abbiamo tanti ragazzi a disposizione».
In chiusura, un riferimento al prossimo futuro, fra campo e mercato: «Apro con piacere le porte della Molfetta Calcio ai giovani: sono dell'idea che un giovane di una squadra di Primavera di Serie A, piuttosto che fare panchina o giocare dieci minuti in Serie C debba rimboccarsi le maniche e scendere in D per giocare e dimostrare il proprio livello. Questo campionato non deve più essere visto come una bocciatura ma al contrario per molti può essere un importante trampolino di lancio o di riscatto per la propria carriera».
«Per essere protagonisti e non semplici comparse nel campionato di Serie D serve una struttura societaria importante - esordisce il patron biancorosso - e noi stiamo cercando di costruirla sempre di più con merchandising e con gli sponsor che rendiamo centrali nel nostro progetto. L'organizzazione della squadra, sapientemente guidata dal direttore Beppe Camicia, è il nostro top player: proprio questo è un aspetto importante per sopperire ai grandi budget che caratterizzano in questa stagione questo campionato. Questo progetto ha grandi margini di crescita».
Fino ad ora la Molfetta Calcio ha avuto un percorso molto diverso tra casa e trasferta: «Ammetto che fin qui il cammino fuori casa sia stato deludente dal punto di vista dei risultati ma al contrario al "Paolo Poli" sono arrivati risultati ottimi contro corazzate come Casarano e Picerno che hanno organici da Serie C. Mi piace guardare le statistiche e sottolineo che abbiamo preso un solo gol preso al Poli. Dispiace aver subito le imbarcate a Lavello e Aversa dove avremmo potuto raccogliere qualcosa in più senza dubbio. Per il resto, fuori casa, abbiamo perso sempre su rigore, sia a Sorrento, sia con Bitonto, altre due squadre con ambizioni. Siamo un gruppo giovane, gli alti e i bassi sono stati messi in conto. Speriamo di dire la nostra fuori casa. Il girone H è il più equilibrato d'Italia».
Sicuramente il Covid ha complicato l'atmosfera di questo ritorno in D, vissuto quasi del tutto a porte chiuse: «Il pubblico ci manca come l'acqua manca alla terra. Tremila tifosi sempre presenti sono un vanto per tutta la città: secondo il mio modesto parere abbiamo uno dei migliori impianti della D, non avere il pubblico è una grossa ferita. Il pubblico avrebbe capito maggiormente, stando in gradinata, cosa significa una serie nazionale e avrebbe sofferto al nostro fianco».
Poi si è parlato della rosa, con gli ultimi arrivi che hanno ulteriormente rinforzato il gruppo di Bartoli: «La punta di diamante del nostro mercato è stato Strambelli, un autentico lusso per questa categoria, ma abbiamo anche tanti altri giocatori molto interessanti. Abbiamo un'età media di 22-23 anni, una delle più giovani del girone più difficile. Abbiamo puntellato il nucleo storico della squadra. Il nostro obiettivo, anche con Strambelli in squadra, resta la salvezza tranquilla. In più il mio sogno sono i giovani: da decenni il nord barese non produce un talento puro dopo Cassano, oggi c'è Castrovilli. Il mio pallino è costruirmi il talentino in casa, abbiamo 14 squadre giovanili e lavoreremo per avere gli under di casa nostra perché abbiamo tanti ragazzi a disposizione».
In chiusura, un riferimento al prossimo futuro, fra campo e mercato: «Apro con piacere le porte della Molfetta Calcio ai giovani: sono dell'idea che un giovane di una squadra di Primavera di Serie A, piuttosto che fare panchina o giocare dieci minuti in Serie C debba rimboccarsi le maniche e scendere in D per giocare e dimostrare il proprio livello. Questo campionato non deve più essere visto come una bocciatura ma al contrario per molti può essere un importante trampolino di lancio o di riscatto per la propria carriera».