Dalla convocazione di Bergamasco allo sparring con Russo.
Italia Boxing Team: il pugile Squeo si tinge d'azzurro.
domenica 8 marzo 2015
9.46
Squilla, vibra e s'illumina, più e più volte con insistenza e ostinazione. Ma niente, tentativo piuttosto vano che scivola nell'oblio della rete: "chiamata persa" per forza. E che volete che sia, succede. Certo, ma se poi leggi sullo schermo: "Raffaele Bergamasco". Allora si, un colpo al cuore quasi ti viene. Occhi increduli e angoscia che sale: e adesso, treno già bello che passato? Beh, quel che sarà sarà, richiamerà mai uno come lui? Per Claudio Squeo l'ha fatto. Stavolta era tutto vero.
Non un semplice messaggio whats app o messenger. Via alla convocazione in azzurro. Una chiamata troppo gustosa per non essere odorata e assaporata. Squeo sul ring è una delizia, imprevedibile e scheggia impazzita, può risolvere un match quando e come vuole. Se vuole, e se mette il turbo soprattutto. Con l'azzurro (quello della Nazionale) è stato amore, a prima vista. Ci sono voluti mesi per stregare Bergamasco: la vittoria nel Guanto d'oro d'Italia si trasforma nel trampolino perfetto, verso la Nazionale e chissà verso un incontro contro l'America. Difficoltà di adattamento? Eh, giusto qualcosa dai. L'emozione fa brutti scherzi, ma servono tuta, guantoni e qualche gancio solo per farsi capire: la sua unica lingua è la boxe.
Non è uno che sorride molto Claudio Squeo. Burbero e di poche parole, tranne quando le ingiustizie lo scaldano. Lascia parlare il suo palmarès. Idee e mentalità quelle no, sono da grande atleta. Fosse per le etichette, forse non sarebbe qui. A duellare fra i grandi con le armi dei piccoli. Condottiero, guerriero. Ragazzo umile e gran lavoratore. Storia quasi da scriverci un romanzo. Quei personaggi che impari a scoprire pagina dopo pagina e finisci inevitabilmente per innamorartene. Per Squeo questa chiamata sarà stata un sollievo, un lungo e atteso traguardo per entrare in quello che ha sempre sentito il suo mondo. Tanta gavetta, fino alla Nazionale passando per gli allenamenti con Cammarelle e allo sparring con Clemente Russo. Partito dalla provincia per arrivare alla Nazionale nell'Italia Boxing Team.
Ora però le valigie sono belle che disfatte: la Nazionale, la sua nuova casa ne ammira pregi e qualità.
Non un semplice messaggio whats app o messenger. Via alla convocazione in azzurro. Una chiamata troppo gustosa per non essere odorata e assaporata. Squeo sul ring è una delizia, imprevedibile e scheggia impazzita, può risolvere un match quando e come vuole. Se vuole, e se mette il turbo soprattutto. Con l'azzurro (quello della Nazionale) è stato amore, a prima vista. Ci sono voluti mesi per stregare Bergamasco: la vittoria nel Guanto d'oro d'Italia si trasforma nel trampolino perfetto, verso la Nazionale e chissà verso un incontro contro l'America. Difficoltà di adattamento? Eh, giusto qualcosa dai. L'emozione fa brutti scherzi, ma servono tuta, guantoni e qualche gancio solo per farsi capire: la sua unica lingua è la boxe.
Non è uno che sorride molto Claudio Squeo. Burbero e di poche parole, tranne quando le ingiustizie lo scaldano. Lascia parlare il suo palmarès. Idee e mentalità quelle no, sono da grande atleta. Fosse per le etichette, forse non sarebbe qui. A duellare fra i grandi con le armi dei piccoli. Condottiero, guerriero. Ragazzo umile e gran lavoratore. Storia quasi da scriverci un romanzo. Quei personaggi che impari a scoprire pagina dopo pagina e finisci inevitabilmente per innamorartene. Per Squeo questa chiamata sarà stata un sollievo, un lungo e atteso traguardo per entrare in quello che ha sempre sentito il suo mondo. Tanta gavetta, fino alla Nazionale passando per gli allenamenti con Cammarelle e allo sparring con Clemente Russo. Partito dalla provincia per arrivare alla Nazionale nell'Italia Boxing Team.
Ora però le valigie sono belle che disfatte: la Nazionale, la sua nuova casa ne ammira pregi e qualità.