Dall'Audace Molfetta Calcio al sogno azzurro: la parabola di Gabriele Guarino
Il percorso del promettente difensore raccontato da Cataldo Cesareo
venerdì 2 giugno 2023
13.39
Il suo nome è finito già sul taccuino dei grandi del calcio italiano, viste le sue ottime prestazioni al Mondiale di calcio Under 20: il molfettese Gabriele Guarino sta ben figurando come titolare della difesa dell'Italia in un torneo di assoluto spessore a cui hanno prendono parte i migliori prospetti a livello globale.
Il suo cammino parte da lontano, da quella fucina di talenti che è l'Audace Molfetta Calcio dove lui ha mosso i suoi primi passi da calciatore quando aveva appena 5 anni. A raccontare il suo percorso è stato il primo che ha creduto in lui, Cataldo Cesareo: «Sono orgoglioso di quello che sta facendo, perché arrivare a questi palcoscenici così presto non può che essere un trampolino di lancio per il suo futuro».
«Lui ha iniziato con noi e ben presto ha attirato l'attenzione del Bari dove si è poi trasferito per un paio di stagioni. Nell'anno del fallimento della società barese l'abbiamo riportato alla base e poco dopo ho avuto la possibilità di mostrare le sue qualità a un intermediario che lavorava con l'Empoli. All'inizio non è stato facile perché la sua famiglia, essendo molto seria, temeva che il ragazzo potesse distogliersi dallo studio».
«Gabriele è un ragazzo tanto maturo, con la testa sulle spalle e l'ha dimostrato subito. Quando i genitori sono andati a trovarlo e hanno visto tutti i libri di testo nella sua camera ad Empoli, hanno capito che il loro figlio aveva la testa giusta per proseguire nel suo percorso di crescita sportiva e scolastica. È fortunato perché ha alle spalle una famiglia responsabile che gli ha comunque permesso di inseguire il suo sogno».
«Restiamo in continuo contatto tutt'ora - ha aggiunto Cataldo - e sono fiero di essere stato il primo a credere in lui, lavorando in silenzio come sono abituato a fare. Un giorno mi auguro di vederlo titolare nella nazionale maggiore per dare ulteriore lustro a Molfetta come primo giocatore nostrano in azzurro».
Il suo cammino parte da lontano, da quella fucina di talenti che è l'Audace Molfetta Calcio dove lui ha mosso i suoi primi passi da calciatore quando aveva appena 5 anni. A raccontare il suo percorso è stato il primo che ha creduto in lui, Cataldo Cesareo: «Sono orgoglioso di quello che sta facendo, perché arrivare a questi palcoscenici così presto non può che essere un trampolino di lancio per il suo futuro».
«Lui ha iniziato con noi e ben presto ha attirato l'attenzione del Bari dove si è poi trasferito per un paio di stagioni. Nell'anno del fallimento della società barese l'abbiamo riportato alla base e poco dopo ho avuto la possibilità di mostrare le sue qualità a un intermediario che lavorava con l'Empoli. All'inizio non è stato facile perché la sua famiglia, essendo molto seria, temeva che il ragazzo potesse distogliersi dallo studio».
«Gabriele è un ragazzo tanto maturo, con la testa sulle spalle e l'ha dimostrato subito. Quando i genitori sono andati a trovarlo e hanno visto tutti i libri di testo nella sua camera ad Empoli, hanno capito che il loro figlio aveva la testa giusta per proseguire nel suo percorso di crescita sportiva e scolastica. È fortunato perché ha alle spalle una famiglia responsabile che gli ha comunque permesso di inseguire il suo sogno».
«Restiamo in continuo contatto tutt'ora - ha aggiunto Cataldo - e sono fiero di essere stato il primo a credere in lui, lavorando in silenzio come sono abituato a fare. Un giorno mi auguro di vederlo titolare nella nazionale maggiore per dare ulteriore lustro a Molfetta come primo giocatore nostrano in azzurro».