Dai Optical Virtus, Scorrano: «Riportiamo in alto la Virtus»
Dai fasti della vecchia Virtus al nuovo progetto con un solo obiettivo: vincere
giovedì 8 marzo 2018
15.15
Il geniale folletto che imperversava tra le difese, in realtà imperversa tutt'ora. Marco Scorrano, uomo di classe ed esperienza, si diverte un mondo. A fare canestro e a vincere. A fare da chioccia e a essere protagonista. La sua Dai Optical Virtus Molfetta, che ha chiuso in testa la regular season di serie D ed è ripartita a mille all'ora anche nei playoff, non vuole fermarsi. L'entusiasmo è alle stelle, la fiducia cresce.
Marco Scorrano, prima partita dei playoff e subito grande vittoria. Quanto conta partire col piede giusto?
I playoff sono particolari: non sono tante partite e per questo partire col piede giusto era importante. Avevamo contro una squadra che proveniva da otto vittorie consecutive. Non era tra le gare più facili, Brindisi ha una squadra completa, con lunghi e piccoli di qualità, è allenata bene. Ma noi l'abbiamo messa sui binari che volevamo, evidenziando concentrazione e motivazioni.
Ecco, qual è secondo lei il punto di forza della nuova Virtus?
Spesso sembra una frase fatta, ma stavolta non lo è. A prescindere dai singoli, è il gruppo che fa la differenza. Si vede dalla panchina, dalla compattezza dello spogliatoio, dentro e fuori dal campo. Non a caso, dopo le difficoltà iniziali, ora le cose si sono aggiustate. La squadra ha capito qual è l'obiettivo, sa che vincere la domenica è solo una tappa. Dobbiamo continuare una partita alla volta, in silenzio..
Marco, lei ha vissuto la vecchia Virtus. Cosa porta nel cuore di quell'esperienza?
Uno dei motivi per cui sono tornato a Molfetta è proprio il ricordo bellissimo di quell'anno. Tornare ad alti livelli non è facile, ma le basi sono quelle giuste, il presidente sta ricreando una struttura che in prospettiva promette bene. La società è ripartita, vuole ambire a categorie superiori, anche per il bene della città. Faremo di tutto per riuscirci. Vincendo sul campo, che è quello che piace a noi e che fa divertire la gente.
Ecco, la gente. Vuol fare un appello ai tifosi molfettesi?
Premetto una cosa: un pubblico come quello di Molfetta non l'ho mai visto, la correttezza e sportività dei molfettesi merita almeno di avere una squadra come la vecchia Virtus. Rispetto all'inizio devo dire che il pubblico è cresciuto molto e confido che con i playoff, alla luce del primato nella regular season, possa crescere ancora. In fondo lo meritiamo.
Torniamo alla vecchia Virtus?
Indimenticabile gara-4 a Catanzaro. Se avessimo perso, saremmo usciti dai playoff. Invece vincemmo e passammo in finale. Lì peraltro disputai una delle mie migliori partite. Ma porto dentro anche i derby con Corato, Ostuni, Ruvo. Il livello delle pugliesi era alto. Anche lì c'era un bel gruppo, e ora sono contento di essere tornato dopo cinque anni di inattività. Altrove non avrei neanche preso in considerazione l'ipotesi.
Alla vigilia della partita Francesco Teofilo è stato chiaro: Marco sa cosa deve fare per far vincere la squadra…
Io e Teo abbiamo un rapporto straordinario. In realtà ora come ora sono convinto di servire più nello spogliatoio, per cementare il gruppo. Francesco è un grande giocatore, non posso che ricambiare l'affetto.
Si aspettava una Virtus così in alto a inizio stagione?
Premetto che il risultato non dipende dai giocatori che compri. La campagna acquisti è stata equilibrata e anche in corsa non potevano essere effettuare scelte migliori, correggendo ciò che serviva. Ora la squadra è perfetta. Noi abbiamo un obiettivo, anche quando vinciamo l'esultanza dura poco. La squadra è fatta da atleti che hanno in mente un solo obiettivo: arrivare in fondo. Rimarremo sempre lineari, umili e sereni. Ciò che succede intorno non ci interessa. Sono solo chiacchiere.
Marco Scorrano, prima partita dei playoff e subito grande vittoria. Quanto conta partire col piede giusto?
I playoff sono particolari: non sono tante partite e per questo partire col piede giusto era importante. Avevamo contro una squadra che proveniva da otto vittorie consecutive. Non era tra le gare più facili, Brindisi ha una squadra completa, con lunghi e piccoli di qualità, è allenata bene. Ma noi l'abbiamo messa sui binari che volevamo, evidenziando concentrazione e motivazioni.
Ecco, qual è secondo lei il punto di forza della nuova Virtus?
Spesso sembra una frase fatta, ma stavolta non lo è. A prescindere dai singoli, è il gruppo che fa la differenza. Si vede dalla panchina, dalla compattezza dello spogliatoio, dentro e fuori dal campo. Non a caso, dopo le difficoltà iniziali, ora le cose si sono aggiustate. La squadra ha capito qual è l'obiettivo, sa che vincere la domenica è solo una tappa. Dobbiamo continuare una partita alla volta, in silenzio..
Marco, lei ha vissuto la vecchia Virtus. Cosa porta nel cuore di quell'esperienza?
Uno dei motivi per cui sono tornato a Molfetta è proprio il ricordo bellissimo di quell'anno. Tornare ad alti livelli non è facile, ma le basi sono quelle giuste, il presidente sta ricreando una struttura che in prospettiva promette bene. La società è ripartita, vuole ambire a categorie superiori, anche per il bene della città. Faremo di tutto per riuscirci. Vincendo sul campo, che è quello che piace a noi e che fa divertire la gente.
Ecco, la gente. Vuol fare un appello ai tifosi molfettesi?
Premetto una cosa: un pubblico come quello di Molfetta non l'ho mai visto, la correttezza e sportività dei molfettesi merita almeno di avere una squadra come la vecchia Virtus. Rispetto all'inizio devo dire che il pubblico è cresciuto molto e confido che con i playoff, alla luce del primato nella regular season, possa crescere ancora. In fondo lo meritiamo.
Torniamo alla vecchia Virtus?
Indimenticabile gara-4 a Catanzaro. Se avessimo perso, saremmo usciti dai playoff. Invece vincemmo e passammo in finale. Lì peraltro disputai una delle mie migliori partite. Ma porto dentro anche i derby con Corato, Ostuni, Ruvo. Il livello delle pugliesi era alto. Anche lì c'era un bel gruppo, e ora sono contento di essere tornato dopo cinque anni di inattività. Altrove non avrei neanche preso in considerazione l'ipotesi.
Alla vigilia della partita Francesco Teofilo è stato chiaro: Marco sa cosa deve fare per far vincere la squadra…
Io e Teo abbiamo un rapporto straordinario. In realtà ora come ora sono convinto di servire più nello spogliatoio, per cementare il gruppo. Francesco è un grande giocatore, non posso che ricambiare l'affetto.
Si aspettava una Virtus così in alto a inizio stagione?
Premetto che il risultato non dipende dai giocatori che compri. La campagna acquisti è stata equilibrata e anche in corsa non potevano essere effettuare scelte migliori, correggendo ciò che serviva. Ora la squadra è perfetta. Noi abbiamo un obiettivo, anche quando vinciamo l'esultanza dura poco. La squadra è fatta da atleti che hanno in mente un solo obiettivo: arrivare in fondo. Rimarremo sempre lineari, umili e sereni. Ciò che succede intorno non ci interessa. Sono solo chiacchiere.