Da rifugiato al campo di calcio. La storia di Babucarr Manneh

La Nuova Molfetta ha deciso di dare una chance al giovane proveniente dal Gambia.

mercoledì 13 agosto 2014 15.13
A cura di Andrea Teofrasto
Un calcio al pregiduizio. Da rifugiato a calciatore. Questa è la storia di Babucarr Manneh, una storia che racconta quanto l'integrazione di rifugiati e richiedenti asilo sui territori, possa essere importante. Cosi come importante è il ruolo del Centro di Accoglienza CARA, centro che consente ai rifugiati come Babucarr Manneh, di ripartire, di ridare un senso alla propria vita destrutturando così stereotipi e pregiudizi che spesso si associano al racconto su questi temi. Sono tanti i rifugiati presenti in Italia, persone che in un recente passato avevano un lavoro e un ruolo sociale spesso anche rilevante e che, nell'arco di un tempo brevissimo, si sono ritrovati esclusi, vulnerabili e stigmatizzati come "intrusi" nel Paese che dovrebbe accoglierli.

I CARA sono strutture nelle quali viene inviato e ospitato lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentire l'identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato. In un ambiente cosí difficile questi ragazzi cercano la normalità anche giocando a calcio, senza mai immaginare che un momento di svago possa diventare un'opportunità qualora si trovi la persona giusta al momento giusto.
Un campionato per ripartire e coltivare speranze future. Quest'anno come noto, la Nuova Molfetta disputerà la sua prima stagione nel campionato di Promozione. E' la prima volta che una squadra molfettese darà una chance, una nuova chance ad un extracomunitaro. Babucarr Manneh, classe 1995, originario del Gambia è riescito ad entrare nel mondo del calcio italiano.

Il suo sogno? Quello di tutti gli amanti del calcio: diventare un calciatore cominciando a giocare qui sui campetti molfettesi con addosso la maglia della Nuova Molfetta. Arrivato in Italia 6 mesi fa è stato ingaggiato dalla compagine molfettese nei giorni scorsi. Attualmente Babucarr Manneh, risiede a Bari nel Centro di Accoglienza CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo), luogo in cui ha dato la bella notizia, di questo nuovo capitolo della sua vita. Un ragazzo felice, dopo aver appreso la notizia del suo ingaggio.

In attesa delle lungaggini burocratiche Babucarr Manneh, nonostante lo status di rifugiato, ha ricominciato a ricostruire la sua vita dal campo di calcio. Un'idea che ha coinvolto il direttore sportivo Francesco Rapicavoli che ha incoraggiato la propria rappresentanza calcistica ad affrontare questa sfida. E così sono cominciati gli allenamenti. Nonostante i piccoli problemi di lingua (parla la lingua inglese), l'esterno basso gambese è uno degli ultimi a lasciare il campo di gioco durante gli allenamenti, dimostrando la voglia di voler apprendere tanto, anche stando a guardare i suoi compagni da bordo campo. L'obiettivo: dare a questo appassionato migrante del calcio un'occasione in più. Da lì è nata una "battaglia" di burocrazia, perché non si può essere tesserati in una squadra di calcio e giocare in un regolare campionato italiano senza avere il permesso di soggiorno. Ma alla fine, con un po' di buona volontà da parte di tutti, dribblati gli ostacoli, la Nuova Molfetta vedrà la luce e riuscirà a dare una chance a questo giovane calciatore.

Da oggi si sentirà sicuramente un po' più libero anche lui. Babucarr Manneh, non è quello che si può definire un fenomeno del calcio, ancora troppo acerbo tatticamente, forse non avrà i piedi e neppure l'estro. Ma coraggio ne ha da vendere. Merita una chance, una chance che la Nuova Molfetta ha deciso di dargli.