Claudio Squeo, il “rosso”, sconfitto

Squalificato al secondo round della finale dei Campionati Nazionali Universitari di Salsomaggiore Terme

lunedì 18 maggio 2015 8.01
A cura di Andrea Teofrasto
Claudio Squeo è arrabbiato, perchè quando cadi dopo aver vinto il primo round ed essere squalificato al secondo fa male. E' accaduto questo per la categoria 91 chilogrammi, alla sessantanovesima edizione dei Campionati Nazionali Universitari di Salsomaggiore Terme, contro Nestor Mendez. Adesso è logico demoralizzarsi. Oggi è difficile parlare di boxe. Il maestro del pugile molfettese promette che verranno presi provvedimenti disciplinari verso l'arbitro. Un ingiustizia dai cui molto spesso tutti i pugili passano, ma bisogna essere bravi a rialzarsi e riprendere a lottare.

Perchè per alcuni lottare è una necessità, per altri un piacere, per qualcuno diventa un dovere. Per altri ancora lottare è l'unico modo in cui sono stati abituati, da sempre a fare le cose. Lottare per sopravvivere, lottare per diventare grandi, lottare per diventare uno dei pugili più forti della boxe italiana. Lottare per dimostrare a tutti che essere Claudio Squeo significa non mollare neppure un centimetro. Lottare, per il "rosso", è diventata subito l'unica opzione praticabile. Partito dalla piccola Molfetta il pugile guarda dritto davanti a sé, costruisce un futuro per sé, trova nella boxe il modo per ribaltare le carte in tavola, per far vedere alla sua città, alla sua famiglia, che con la volontà, con la tenacia, puoi farcela.

Claudio, sul ring, è una furia. Dopo oggi lo sarà ancora di più. Si difende quando lo mettono alle corde, colpisce e riparte. Un attimo lo trovi per terra, un secondo dopo si è rialzato e ha consegnato il favore al suo avversario. Squeo combatte, match dopo match, minuto dopo minuto. Quest'anno è diventato anche un prezioso valore aggiunto per l'Italia Thunder. Perchè quando dai l'anima, quando corri dietro a ogni obiettivo come se da questo dipendessero le sorti dell'umanità, spesso ti trovi al posto giusto al momento giusto. Sempre con gli occhi del guerriero e quei capelli che non cambiano colore.

Tutto racchiuso in un pugno. Perché è in quel movimento che si condensa tutto quello che vuol dire essere Claudio Squeo. Colpire e affondare. Perchè quando credi che abbia raggiunto il massimo della potenza, Claudio Squeo innesta la marcia superiore e se ne va, di nuovo. Ha sempre una marcia superiore, il rosso. Nascosta, chissà dove. Perchè essere Claudio Squeo significa guardare il mondo dal basso verso l'alto, ma riuscire a dominarlo. Perchè essere Claudio Squeo significa diventare Re, anche senza essere dei giganti. Essere Claudio Squeo significa avere tenacia e fregarsene delle critiche, dominando lo stesso. Essere Claudio Squeo adesso, forse, è la sensazione più bella del pianeta, nonostante la sconfitta odierna. E' diventarlo che non deve essere stata una passeggiata.