Che futuro per il calcio di Molfetta? Tisci scrive ad Emiliano
Il presidente della LND Puglia chiede sostegno dalla Regione
giovedì 16 aprile 2020
9.42
L'emergenza Coronavirus ha fermato non soltanto le nostre normali vite di cittadini e lavoratori ma anche tutto il mondo dello sport. Nello specifico, restano ancora tanti dubbi su come il calcio reagirà a questo stop forzato dei campionati: ponendo lo sguardo sulla città di Molfetta, resta da capire cosa ne sarà delle stagioni di tutte le squadre locali, dalla Molfetta Calcio capolista dell'Eccellenza fino ad arrivare al Calcio a 5, sia maschile che femminile.
Per avere maggiore chiarezza in merito, il presidente della LND Puglia, Vito Tisci, ha chiesto aiuto direttamente al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano attraverso una lunga lettera in cui si parla della crisi che ha colpito il settore dilettantistico regionale chiedendo, a tutti i livelli, un sostegno a nome dei circa 45.000 tesserati di ogni categoria e classe d'età. Vi proponiamo alcuni stralci della lettera in questione.
«Caro Presidente,
Le scrivo a nome di oltre 700 Società dilettantistiche e giovanili, a cui fanno capo circa 45.000 tesserati di ogni categoria e classi di età. Sono questi i numeri del nostro Calcio di Base. La Puglia del pallone non è quella dei contratti milionari, ma una regione appassionata. Qui il Calcio è lo Sport più praticato, lo si evince dai dati ufficiali. Il Calcio non ottiene contributi economici, ma vive e si alimenta esclusivamente di passione. Quella della gente che lo pratica e lo fa sviluppare in ciascuna delle nostre sei province. Ma oggi questa passione non basta più.
L'emergenza sanitaria che ha interrotto bruscamente i nostri campionati ufficiali, dall'Eccellenza al Settore Giovanile e Scolastico, ha spento i motori di una macchina che prima camminava da sola, anche senza benzina. In questa terra fantastica bastava il calore delle persone per dare l'impulso necessario affinché il mondo del pallone si mettesse in moto. Ma questo poteva succedere in una condizione di normalità, senza nessuna battuta di arresto per la nostra economia. Abbiamo compreso con assoluta chiarezza che l'allarme Coronavirus non è più un problema sociale legato esclusivamente alla salute delle persone, ma una crisi globale diventata ben presto anche economica. La sospensione di tutte le attività produttive va analizzata da ogni angolazione possibile, con evidenti ricadute anche nell'ambito sportivo. L'eco del grido di allarme lanciato dal numero uno della Lega Nazionale Dilettanti, il Presidente Cosimo Sibilia, è arrivato forte e chiaro a tutto il mondo del Calcio dilettantistico e giovanile che rappresento in Puglia. Stiamo assistendo ad una crisi senza precedenti: lo Sport italiano è in ginocchio, e questa situazione si ripercuote inevitabilmente anche sulle nostre Società affiliate che svolgono un importante ruolo sociale su tutto il territorio regionale.
Mi preme sottolineare che i nostri club sostengono dei costi bassi, se rapportati a quelli del calcio professionistico, per lo svolgimento dell'attività ufficiale (iscrizione ai campionati, tesseramento, assicurazione, rimborsi spesa per Tecnici e Calciatori, costi per la gestione delle strutture sportive). Ma questi costi vengono caricati sulle spalle dei piccoli imprenditori locali, gli stessi che oggi hanno dovuto abbassare la saracinesca con la speranza di uscire dall'emergenza il più presto possibile. Per queste persone, uscire dall'emergenza significa tornare a respirare dopo una lunga apnea che ha chiuso i rubinetti nelle case dei propri lavoratori. Migliaia di famiglie hanno capito cosa significa il concetto di cassa integrazione, tante altre hanno dovuto fare i conti con la perdita del posto di lavoro. Con grande dispiacere, i nostri imprenditori hanno dovuto assumere delle scelte che hanno creato grossi disagi all'interno delle famiglie pugliesi, registrando un malcontento che ha generato forti dubbi sulla ripresa dell'economia regionale. Fra questi imprenditori c'erano centinaia di nostri Dirigenti, Tecnici, Appassionati. Persone che destinavano parte di quegli introiti al Calcio, motivati da una sola parola: la passione. Qualcosa che, per forza di cose, adesso verrà meno inevitabilmente.
[...] Il Calcio, nei comuni pugliesi, rappresenta spesso l'unico strumento di crescita per i nostri ragazzi, nonché un patrimonio irrinunciabile per consentire alla nostra gente di ristabilire il feeling con la vita di tutti i giorni. Di questo abbiamo bisogno. Resto a disposizione per qualsiasi necessità, nella totale consapevolezza che un segnale di apertura da parte della Regione Puglia possa essere l'unica strada percorribile per ripartire dopo l'emergenza. Insieme possiamo fare qualcosa di importante per la nostra gente.
Vito Tisci».
Per avere maggiore chiarezza in merito, il presidente della LND Puglia, Vito Tisci, ha chiesto aiuto direttamente al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano attraverso una lunga lettera in cui si parla della crisi che ha colpito il settore dilettantistico regionale chiedendo, a tutti i livelli, un sostegno a nome dei circa 45.000 tesserati di ogni categoria e classe d'età. Vi proponiamo alcuni stralci della lettera in questione.
«Caro Presidente,
Le scrivo a nome di oltre 700 Società dilettantistiche e giovanili, a cui fanno capo circa 45.000 tesserati di ogni categoria e classi di età. Sono questi i numeri del nostro Calcio di Base. La Puglia del pallone non è quella dei contratti milionari, ma una regione appassionata. Qui il Calcio è lo Sport più praticato, lo si evince dai dati ufficiali. Il Calcio non ottiene contributi economici, ma vive e si alimenta esclusivamente di passione. Quella della gente che lo pratica e lo fa sviluppare in ciascuna delle nostre sei province. Ma oggi questa passione non basta più.
L'emergenza sanitaria che ha interrotto bruscamente i nostri campionati ufficiali, dall'Eccellenza al Settore Giovanile e Scolastico, ha spento i motori di una macchina che prima camminava da sola, anche senza benzina. In questa terra fantastica bastava il calore delle persone per dare l'impulso necessario affinché il mondo del pallone si mettesse in moto. Ma questo poteva succedere in una condizione di normalità, senza nessuna battuta di arresto per la nostra economia. Abbiamo compreso con assoluta chiarezza che l'allarme Coronavirus non è più un problema sociale legato esclusivamente alla salute delle persone, ma una crisi globale diventata ben presto anche economica. La sospensione di tutte le attività produttive va analizzata da ogni angolazione possibile, con evidenti ricadute anche nell'ambito sportivo. L'eco del grido di allarme lanciato dal numero uno della Lega Nazionale Dilettanti, il Presidente Cosimo Sibilia, è arrivato forte e chiaro a tutto il mondo del Calcio dilettantistico e giovanile che rappresento in Puglia. Stiamo assistendo ad una crisi senza precedenti: lo Sport italiano è in ginocchio, e questa situazione si ripercuote inevitabilmente anche sulle nostre Società affiliate che svolgono un importante ruolo sociale su tutto il territorio regionale.
Mi preme sottolineare che i nostri club sostengono dei costi bassi, se rapportati a quelli del calcio professionistico, per lo svolgimento dell'attività ufficiale (iscrizione ai campionati, tesseramento, assicurazione, rimborsi spesa per Tecnici e Calciatori, costi per la gestione delle strutture sportive). Ma questi costi vengono caricati sulle spalle dei piccoli imprenditori locali, gli stessi che oggi hanno dovuto abbassare la saracinesca con la speranza di uscire dall'emergenza il più presto possibile. Per queste persone, uscire dall'emergenza significa tornare a respirare dopo una lunga apnea che ha chiuso i rubinetti nelle case dei propri lavoratori. Migliaia di famiglie hanno capito cosa significa il concetto di cassa integrazione, tante altre hanno dovuto fare i conti con la perdita del posto di lavoro. Con grande dispiacere, i nostri imprenditori hanno dovuto assumere delle scelte che hanno creato grossi disagi all'interno delle famiglie pugliesi, registrando un malcontento che ha generato forti dubbi sulla ripresa dell'economia regionale. Fra questi imprenditori c'erano centinaia di nostri Dirigenti, Tecnici, Appassionati. Persone che destinavano parte di quegli introiti al Calcio, motivati da una sola parola: la passione. Qualcosa che, per forza di cose, adesso verrà meno inevitabilmente.
[...] Il Calcio, nei comuni pugliesi, rappresenta spesso l'unico strumento di crescita per i nostri ragazzi, nonché un patrimonio irrinunciabile per consentire alla nostra gente di ristabilire il feeling con la vita di tutti i giorni. Di questo abbiamo bisogno. Resto a disposizione per qualsiasi necessità, nella totale consapevolezza che un segnale di apertura da parte della Regione Puglia possa essere l'unica strada percorribile per ripartire dopo l'emergenza. Insieme possiamo fare qualcosa di importante per la nostra gente.
Vito Tisci».