Borgorosso Molfetta: AAA… trovarsi e ripartire dalla Seconda Categoria

Catapultati in Seconda Categoria, la banda a disposizione di Patruno dovrà dimostrare di valerla.

venerdì 17 luglio 2015 6.53
A cura di Andrea Teofrasto
Non chiamateli dilettanti allo sbaraglio: qualcuno la Seconda Categoria l'ha vissuta davvero, ma tanti anni fa, ora è diventato il loro ambiente. Il Borgorosso Molfetta si appresta a vivere la prima stagione in Seconda Categoria ma se si guarda allo specchio, non può che accorgersi di quanto non manchi l'esperienza diretta in un gruppo che fino a qualche mese fa sgomitava a metà classifica del girone A del campionato Interregionale di Terza Categoria (poi vinta). Per fortuna il calcio non è solo matematica, per fortuna c'è il mercato, per fortuna i miracoli sportivi esistono e il Borgorosso Molfetta del presidente la Grasta è la testimonianza più straordinaria che a Molfetta abbiamo mai avuto di questo.

E' altrettanto vero che parecchi sono gli elementi, nell'attuale organico a disposizione di Michele Patruno, che possono vantare almeno un gettone nelle categorie superiori guardandosi alle spalle ed analizzando la propria carriera. Alcuni tra questi sono: Giovanni Guadagno, Giuseppe Castagno, Giuseppe Murolo. Se l'esperienza non è il punto forte della squadra, ciò che non mancherà sarà di certo la voglia di arrivare e stupire chi dà il Borgorosso retrocesso ancor prima di mettere un piede in campo: gente come Murolo, decisivo coi suoi gol nel corso di tutta la stagione, capitan dell'Aquila, i difensori Giandonato la Forgia e Michele de Candia, ma anche le geometrie di Marco Grieco, sono tutti elementi fondamentali che consentiranno di dimostrare quanto è meritata la promozione dalla Terza alla Seconda categoria, dove sono rimaste squadre ben più accreditate quali Real Bari e Ideale Bari e non solo.

Quel pizzico di malizia che alla squadra forzatamente mancherà lo dovranno dare i due "costruttori" della squadra fuori dal rettangolo verde: il tecnico Michele Patruno e il duo di direttori sportivi Felice Lapadula e Gianni de Ceglia. Difficile aggiungere qualcosa di nuovo sul primo, un vero e proprio lupo di mare della panchina, e di quel rettangolo di che occupava da calciatore dagli anni '90. "Uno che si è fatto da solo", che ha costruito una promozione quasi dal nulla, aiutato anche dalla serenità dell'ambiente e da una squadra che ha eseguito alla perfezione il suo modo di fare calcio. Uno che ne ha viste tante, il cui contributo dovrà essere ancora fondamentale. Così come quello dei ds del Borgorosso Molfetta, resi famosi in particolare dalla loro presenza continua dentro e fuori lo spogliatoio, pronti a piazzare nuovi colpi di mercato. Un altro capolavoro insomma. Non l'unico, ma ora è tempo di pensare al futuro, al Borgorosso Molfetta, e ad un altro coniglio da tirare fuori dal cilindro.