Borgorosso Molfetta a Savelletri per la 22esima sinfonia
Dalle 15.30, al comunale di Montalbano di Fasano, contro il Savelletri
domenica 18 ottobre 2015
Dal 21 al 22 il passo è breve, sottile, vicino forse vicinissimo. Niente conti, nessuna matematica. Non è ancora il momento. Ma la somma di risultati utili consecutivi del Borgorosso Molfetta di Michele Patruno al momento dice 21. Una "piccola" matricola che assume giornata dopo giornata le sembianze di una macchina perfetta. Partita solo un anno fa come una 500, si ritrova a distanza di dodici mesi o poco più ad aver macinato chilometri. Terza Categoria e Coppa Puglia le prime fermate vincenti della stagione 2014/2015, Cisternino, Noicattaro e Virtus Molfetta (quest'ultima in Coppa Puglia) quelle della stagione 2015/2016.
Savelletri per la 22esima sinfonia? Forse sì, forse no. Questo sarà il campo a dirlo, come sempre e da sempre, unico e vero metro di giudizio del calcio. Ma il Borgorosso Molfetta deve restare comunque nella testa e nei fatti una 500. Sognare è giusto e lecito ma mantenere il profilo basso per una "matricola" lo è ancora di più. Smorzare i toni in questo momento, servirebbe senza dubbio a dare maggiore serenità all'ambiente e a preservarlo dalla ribalta dei riflettori che a volte posso avere l'effetto contrario su squadra e spogliatoio. È giusto elogiare il cammino del Borgorosso, ma è anche giusto lasciare Michele Patruno e i suoi ragazzi sereni di lavorare senza troppe pressioni.
L'interesse verso la squadra del presidente Roberto la Grasta e del patron Piero de Nicolo, da parte di tifosi (anche di altre squadre molfettesi) e conoscitori del calcio locale (presenti anche giovedì allo stadio Poli) sicuramente mette in evidenza quanto di buono fatto in questi primi dodici mesi, ma arrivare al punto di annoverare il 500 Borgorosso come futura "prima squadra" della città destabilizza un po', e al momento è alquanto utopico. Così come utopico (se non impossibile) è pensare ad una futura cordata con altre società calcistiche locali, già da qualche tifoso ipotizzata al termine del derby contro la Virtus Molfetta. Solo chiacchiere da bare nulla più. Il Borgorosso resta ai suoi "padri fondatori": Roberto la Grasta, Gianni de Ceglia, Felipe la Padula, Agostino Caputi, Daniele Palombella ecc ecc. Nessun avvicendamento futuro è sullo sfondo. Nessuno.
Dopo tutto c'è prima il Savelletri, e per diventare una Ferrari c'è tempo. Al momento è meglio restare una 500 in attesa di svoltare al 22esimo chilometro.
Savelletri per la 22esima sinfonia? Forse sì, forse no. Questo sarà il campo a dirlo, come sempre e da sempre, unico e vero metro di giudizio del calcio. Ma il Borgorosso Molfetta deve restare comunque nella testa e nei fatti una 500. Sognare è giusto e lecito ma mantenere il profilo basso per una "matricola" lo è ancora di più. Smorzare i toni in questo momento, servirebbe senza dubbio a dare maggiore serenità all'ambiente e a preservarlo dalla ribalta dei riflettori che a volte posso avere l'effetto contrario su squadra e spogliatoio. È giusto elogiare il cammino del Borgorosso, ma è anche giusto lasciare Michele Patruno e i suoi ragazzi sereni di lavorare senza troppe pressioni.
L'interesse verso la squadra del presidente Roberto la Grasta e del patron Piero de Nicolo, da parte di tifosi (anche di altre squadre molfettesi) e conoscitori del calcio locale (presenti anche giovedì allo stadio Poli) sicuramente mette in evidenza quanto di buono fatto in questi primi dodici mesi, ma arrivare al punto di annoverare il 500 Borgorosso come futura "prima squadra" della città destabilizza un po', e al momento è alquanto utopico. Così come utopico (se non impossibile) è pensare ad una futura cordata con altre società calcistiche locali, già da qualche tifoso ipotizzata al termine del derby contro la Virtus Molfetta. Solo chiacchiere da bare nulla più. Il Borgorosso resta ai suoi "padri fondatori": Roberto la Grasta, Gianni de Ceglia, Felipe la Padula, Agostino Caputi, Daniele Palombella ecc ecc. Nessun avvicendamento futuro è sullo sfondo. Nessuno.
Dopo tutto c'è prima il Savelletri, e per diventare una Ferrari c'è tempo. Al momento è meglio restare una 500 in attesa di svoltare al 22esimo chilometro.